Dati sensibili sui dischi a stato solido


Steven Swanson e  Michael Wei hanno dimostrato che le normali procedure di cancellazione dati che si applicano ai supporti magnetici non sono efficaci per alcune memorie allo stato solido.

Se si riesce a bypassare il flash translation layer sarebbe, in alcuni casi, possibile rileggere i dati salvati e sovrascritti.

Dalle ricerche dei due scienziati sembrerebbe, infatti, che nelle memorie allo stato solido la cancellazione definitiva dei dati sia più difficile rispetto ai supporti magnetici convenzionali.

Dal momento che non sempre è possibile distruggere fisicamente i supporti, fino a quando i produttori non implementeranno un sistema certo e garantito per cancellare i dati dalle memorie allo stato solido è bene non utilizzarle per dati sensibili oppure registrare solamente dati precedentemente crittografati.


Una risposta a “Dati sensibili sui dischi a stato solido”

  1. non occorre 1 martello o troppa violenza,basta scaldare i”chipponi” principali con 1 phoen professionale da 1600 watt,600°, e quando tutto sara’ ”arrostito” a puntino, il gioco e’ fatto…!

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