Doppietta spaziale


Sfortunatamente la notizia è passata in buona sostanza sotto silenzio nei nostri media, un po’ per lo spazio giustamente dedicato all’anniversario della Unificazione, un po’ per la mancanza di preparazione e interesse verso tutto quello che è vera scienza – cosa decisamente meno giustificata o giustificabile.

Ad ogni modo, Siamo Geek rimedia qui alla distrazione dei nostri giornalisti segnalando due importanti successi – occorsi curiosamente nello stesso giorno – in campo spaziale di altrettante sonde robotizzate della NASA.

Il primo riguarda la sonda MESSENGER: è una missione di classe Discovery diretta verso il pianeta Mercurio, lungo una complicata serie di fly-by durata la bellezza di 6 anni e mezzo e che ha interessato la Terra, Venere e infine Mercurio.
Il 18 Marzo la sonda è entrata in orbita intorno al pianeta più interno del Sistema Solare: si tratta del primo manufatto umano a riuscire nell’impresa, complicata dall’effetto preponderante della forza gravitazionale del vicino Sole.
Il prossimo 23 Marzo il team scientifico inizierà l’accensione e i test dei vari strumenti e, finalmente, il 4 Aprile partirà la vera e propria raccolta dei dati. La missione, salvo imprevisti tecnici, durerà almeno dodici mesi, completando un orbita ogni 12 ore.
Nel suo lungo viaggio, la sonda MESSENGER ha anche potuto comporre un secondo ritratto di famiglia che fa il paio con quello catturato dalla Voyager 1, preso però dalla parte opposta del Sistema Solare.
Il lettore interessato troverà altre informazioni sul sito della missione ospitato dal JPL, oppure sulla pagina dedicata nella Wikipedia.

Ancora il 18 Marzo, la sonda New Horizons ha superato un importante traguardo oltrepassando l’orbita di Urano, penultimo confine prima del suo viaggio finale verso la Fascia di Kuiper e il suo rappresentate più famoso.
Questa sonda infatti è diretta primariamente verso Plutone: quando fu lanciata, questo corpo celeste era ancora considerato un Pianeta a tutti gli effetti, mentre ora è solo uno dei pianeti nani che popola la Fascia.
Dopo l’incontro con Plutone, la New Horizons dovrebbe contenere sufficiente propellente per mirare verso uno o più KBO negli anni dal 2016 al 2020.
Anche per questa missione, sono disponibili altri dettagli sulla pagina del JPL oppure nella voce sulla Wikipedia.
New Horizons è la prima missione del programma della NASA New Frontiers, che proseguirà proprio quest’anno con il lancio di Juno verso Giove.

Questi due sofisticati strumenti scientifici ci aiuteranno a capire i nostri vicini nel Sistema Solare e non è escluso che ci diano qualche informazione utile a meglio comprendere l’ambiente del Pianeta Azzurro e ad aiutarci a conservarlo.


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