La paura dell’ignoto


È di oggi la notizia che il Consiglio di Stato avrebbe modificato il regolamento di un concorso i cui era previsto che i testi venissero inviati unicamente per posta elettronica.

La motivazione si colloca tra l’incredibile, il grottesco e il ridicolo:

«La trasmissione informatica può diventare troppo onerosa e richiedere tempi di confezionamento e lettura più lunghi» rispetto a quella «in formato cartaceo»

Il Consiglio di Stato ha cancellato con una sentenza oltre 20 anni di sforzi di informatizzazione nella PA. Complimenti.

Stiamo parlando di un concorso da professore universitario con 180 commissioni, 900 esaminatori e una previsione di 25.000 candidati.

Assieme alla domanda ogni candidato deve presentare una copia delle sue pubblicazioni, che vanno dagli articoli ai libri.

Facciamo due conti. La Raccomandata1 di Poste Italiane costa 9 Euro fino a un chilo e 12 Euro fino a 2 chili. Immaginiamo che tutti siano bravi e stiano entro il chilo. 25.000 persone che inviano un plico a mezzo Raccomandata 1 sarebbero, quindi 225.000 Euro, poca roba per le Poste, ma un costo ingiusto per i cittadini.

Ognuno di quei plichi, poi deve essere accettato da un addetto, registrato (magari su un foglio di Excel…), catalogato e archiviato. Ipotizzando che l’operazione richieda 5 minuti per ogni pratica, sono 2083 ore pari a 260 giorni/uomo (11 mesi/uomo) di lavoro. Ipotizzando un dipendente che prende sugli 800 Euro al mese, sono un costo di 17.600 Euro (per l’azienda il costo di un dipendente è circa il doppio dello stipendio netto). Questo costo è in capo alle Università.

Una volta che i plichi arrivano devono essere fotocopiati e/o distribuiti tra gli esaminatori. Non conosco i meccanismi di tutto questo, ma credo che una stima molto conservativa sia di altri 50.000 Euro tra spese varie.

Tra il serio e il faceto siamo a quasi 300.000 Euro.

Con questi soldi potremmo pagare un corso di alfabetizzazione informatica e di ingresso nel XXI secolo ai membri del Consiglio di Stato e potremmo finanziare un restyling del sito del Consiglio di Stato, basato sui frame, con pagine create da Word in Comic Sans. Avanzerebbero ancora un sacco di soldi e si risparmierebbero chilometri quadrati di carta, risparmi che non fanno proprio male alla Pubblica Amministrazione, attenta a piangere miseria ad ogni pie’ sospinto.

E poi, magari, alla fine qualcuno metterà tutta la carta che arriva in uno scanner per trasformarlo in PDF e distribuirlo o archiviarlo e quel qualcuno si chiederà «Ma non potevano chiedere subito una spedizione in elettronico?»

Potenza della burocrazia.

,

6 risposte a “La paura dell’ignoto”

    • Leggi figlie delle medesima ignoranza.

      Resolver privati, VPN, proxy, TOR… Per tacere di sistemi di tunnelling piu’ sofisticati. Una risata seppellira’ quelle leggi idiote.

  1. Per fortuna non è tutto perduto, il consiglio dei ministri puo’ annullare questa baggianata del consiglio di stato con una decisione all’unanimità…speriamo bene…

  2. Ogni giorno che passa mi rendo conto che siamo governati da un branco di… non riesco nemmeno a trovare un epiteto corretto.

    • Questo pero’ non e’ il potere esecutivo o legislativo in azione, ma il potere giudiziario (per quanto giustizia amministrativa).
      Qui non viene applicata una legge, ma presa una decisione in base ad un assunto fuori dal tempo.

  3. Dopo aver cliccato su “sito del Consiglio di Stato” ho riso mezz’ora! bhuaahahahahahahah Ma si può al giorno d’oggi avere online un sito di quel tipo. Siamo nel 2011 e per sta gente è un miracolo avere il computer. Aiuto!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *