La cliccoscimmia


La cliccoscimmia

Perche` quando una persona e` messa davanti a un computer improvvisamente perde il 98% del suo quoziente intellettivo?

Ammetto che forse la mia posizione e` prevenuta, ma vi prego di considerare che quando ho iniziato a lavorare con i computer (25 anni fa) non ero prevenuto, anzi…

Ero convinto che i computer fossero molto complessi da capire per chi non ci aveva mai avuto a che fare, e che fosse necessario aiutare le persone a comprendere un modo di “pensare” decisamente diverso da quello umano. Un modo di interagire con una macchina decisamente “anomalo”: un qualcosa al quale all’epoca nessuno era abituato: il computer era molto meno che un uomo, ma molto piu` che una lavatrice.

Questa convinzione era radicata in me da quando io per la prima volta, intorno ai 12 anni, vidi un Vic20 importato dall’america in valigia dal padre di un mio amico, e imparai a fare un programma che chiedeva due numeri e faceva la somma. La iniziale difficolta` che ebbi io a capire che al computer devi insegnare tutto, che non e` capace di “capire” nel senso in cui noi esseri umani capiamo le cose che ci vengono chieste, mi e` sempre rimasta impressa, e da li` ho capito che per chi vedeva un computer per la prima volta, all’epoca, non era affatto semplice usarlo.

Dopo tanti anni di progressi, ora i computer si sono “avvicinati” all’uomo. Le interfacce si sono semplificate e si sono adattate ai telefoni, ai media player, ai ruoli “specializzati” (embedded, macchine automatiche, ecc) e a quelli “generici” (pc di casa, pc di ufficio).

Ma in tutti questi anni, in un mondo pervaso dai computer, l’ uomo cosa ha fatto per avvicinarsi al computer? ASSOLUTAMENTE NULLA. L’uomo moderno PRETENDE che il computer faccia “quello che voglio io”, senza nemmeno sforzarsi a “insegnarglielo”, o a capire cosa il computer gli stia chiedendo.

Per un motivo che a me sfugge, il piu` grande genio della matematica, della filosofia, dell’arte, dell’ingegneria o della fisica, messo davanti a un computer inizia a comportarsi come un macaco lobotomizzato. (Tragicamente, anche alcuni sviluppatori manifestano lo stesso comportamento)

Quando un programma e` lento ad aprirsi, il macaco clicca sull’icona come un forsennato. Quando appare una finestra che ha un bottone “OK”, lo clicca immediamente senza che nemmeno gli venga in mente di leggere quello che c’e` scritto nella finestra. Se ci fosse scritto “Lancio tutti i missili nucleari?” lui premerebbe comunque “OK” semplicemente perche` lui NON LEGGE quello che c’e` scritto. Per principio. Se sposti un’icona sul desktop, non sapra` piu` lanciare il programma che usa da 10 anni. Se cambi colore all’icona, stessa reazione.

Se c’e` un errore che impedisce al programma di avviarsi (mostrando una finestra che indica qual’e` l’errore) qualsiasi utente (anche il piu` grande neurochirurgo del mondo) si comportera` cosi`: lancia il programma, vede la finestra, clicca istantaneamente su “OK”. Dopo alcuni secondi visto che il programma non si palesa, ripete la procedura. La ripete per 20 volte in rapida successione, quindi telefona a me e mi dice testualmente: “qui non funziona niente”.

L’unico motivo per cui non picchio questo utente con un tubo di piombo e` che e` illegale farlo. Mi trovo invece impegnato a spiegare, per la decima volta al medesimo utente (la milionesima in totale) che quello che mi aspetto da lui e` che LEGGA il messaggio di errore PRIMA di cliccare OK, e che mi telefoni dicendo “guarda, il programma X da` l’ errore Y quando lo lancio“. Chiedo troppo? Evidentemente si`, visto che tutti continuano a comportarsi come sempre, e quando ad un certo punto sbrocco e dico all’utente di turno “ma scusa, come hai fatto a laurearti se non riesci a imparare una cosa cosi` banale?” lui mi risponde “io pretendo che il computer faccia quello che voglio, e basta!“.

Si, certo, e io pretendo di essere sempre giovane, bello, in salute, e di poter viaggiare liberamente nel tempo e nello spazio con il teletrasporto. Ovviamente senza preoccuparmi se il teletrasporto mi dice “errore di coordinate, cosi` finirai dentro una stella“. Io clicco OK e vado avanti sereno senza leggere.

In quest’ottica, mi chiedo: noi sysadmin apparteniamo a una razza eletta di superuomini che possiede il superpotere di non diventare lobotomizzati quando ci sediamo davanti a un computer? Quando Skynet diventera` senziente, saremo salvati solo noi, per i nostri meriti?

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23 risposte a “La cliccoscimmia”

  1. “L’unico motivo per cui non picchio questo utente con un tubo di piombo e` che e` illegale farlo.” Non e’ vero, il motivo e’ che ti pagano

  2. “Quando Skynet diventera` senziente, saremo salvati solo noi, per i nostri meriti?”

    No, ma ci uccidera’ per ultimi (o magari per primi, e in maniera veloce ed indolore, mentre per il resto dell’umanita’ ha in mente un bello scenario alla Marcellus Wallace vs Zed)

  3. Ti racconto una storiella ambientata in un posto dove lavoravo “un po’” di anni fa.

    Un giorno il boss mi chiama e mi dice “Luigi, aiutami a gestire i materiali di consumo, vorrei che ci fosse un armadio con tutti i materiali ordinati e che la gente segnasse quello che prende”.

    Pronti… via! Trovo l’armadio, riunisco i consumabili che erano dispersi in vari luoghi, faccio un inventario, li allineo sugli scaffali ordinati per categoria, metto in bella vista un blocco con uno stampato predisposto in cui uno doveva segnare cos’aveva preso e quando”.

    Il tutto parte, i consumabili vengono gestiti meglio perche’ sono ordinati e si vede ad occhio quando sono sottoscorta. Ma il modulo viene ignorato la meta’ delle volte.

    Il boss viene da me (scrivania davanti all’armadio) e mi dice che bisogna fare qualcosa. Gli rispondo che non c’e’ speranza. Lui dice “Mettiamo un cartello appeso al ripiano all’altezza degli occhi!” gli dico che non serve, ma insiste.

    Stampo il cartello, lo faccio attaccare dal boss dove dice lui e restiamo alla mia scrivania a parlare d’altro.

    Cinque minuti dopo arriva un collega, apre l’armadio, SPOSTA IL CARTELLO, prende un nastro, richiude l’armadio e se ne va.

    Morale: non e’ il computer e’ la persona. Bisogna sempre migliorare la persona.

    I Sysadmin leggono i messaggi perche’ quando fanno le cazzate le fanno ben piu’ grosse.

    • Forse hai ragione, o forse noi leggiamo i messaggi perche` se non li leggiamo, l’errore non se ne va da solo.

      In ogni caso, suggerisco di iniziare con una politica molto semplice: sul cartello scrivi “attenzione, pericolo di scarica elettrica” e poi metti un bel generatore di quelli per i recinti delle mucche attaccato all’armadio. Scommetto che dopo che hanno preso la scossa una volta, imparano a leggere il cartello.

      Dovremmo fare lo stesso per i computer: ogni volta che l’utente si comporta “male” viene punito fisicamente. Mi dicono che con i macachi funziona benissimo. Funzionera` con gli utenti?

  4. Ottimo articolo, tutti gli utenti con cui ho avuto a che fare rientrano nella categoria “macachi lobotomizzati” e non c’è modo di farli ragionare.
    Nel software che produce la mia ditta ho inserito un messaggio di avviso in caso di database danneggiato, con scritto “Contattare l’assistenza e fornire il codice di errore, in caso contrario potrebbero verificarsi perdite di dati”. Come hanno reagito gli utenti? Cliccano “OK” e procedono senza far nulla..aargh!

    • Gia`. E se gli fai bloccare il programma con quel messaggio, resettano il computer senza leggerlo e tornano a lavorare. L’unica soluzione e` il dolore fisico.

      • Esatto, qualcosa che gli dia una scossa elettrica ogni volta che cliccano immediatamente su “OK” senza leggere il messaggio di errore.

    • Se gli utenti sono delle scimmie bisogna essere bravi a fare programmi per le scimmie non bisogna aspettarsi che gli utenti cambino abitudini per grazia divina. Attenti però a non scrivere programmi come le scimmie, perché se i programmi sono pieni di bachi e la gente clicca OK a caso un po ‘ è anche colpa vostra 😉

        • Ok, va bene tutto, ma qui non parliamo di utenti non tecnici, ricordiamocelo. Parliamo di gente che dimostra l’intelligenza di un carciofo. Va bene fare software adatto ad un utente non tecnico, ma NON VA BENE ridurre tutto a una interfaccia compatibile con un vegetale.

  5. Fantastico Kurgan, quanti utenti simili mi son passati sotto le mani 😀 .
    Però è anche vero quello che dice Alex e che ribatte Luigi, l’utente non tecnico deve essere un riferimento ed i programmi dovrebbero essere studiati per lui, anche perché non credo che la scossa elettrica come addestramento possa servire (vedi esperimento Bart vs Criceto)

  6. “ma mi rifiuto di lavorare per un pubblico di IDIOTI TOTALI.”

    Concordo pienamente e se trovi il sistema di farti pagare senza dover lavorare per degli idioti totali allora ti appoggio e vengo con te!
    Mentre aspetto però mi guadagno lo stipendio facendo la badante informatica 😛 e continuando a ripetere ai “carciofi” che non c’è bisogno di leggere 15 pagine di testo per trovare una parola ma basta Ctrl+F …

    Comunque sto sbottando dalle risate!
    😀 😀 😀

    Una storiella:
    Tanti anni fa un utente mi chiamava perché la posta non gli funzionava, appena avvicinato al computer faccio un click sulla maschera della password (che era andata in secondo piano), metto la password (rigorosamente conosciuta da tutti!) e tutto funziona.
    Spiego all’utente che se non gli funziona la posta è solo perché la maschera della password è in secondo piano ed il programma si aspetta che la stessa venga immessa… quindi gli scrivo (!) i passi da eseguire ( vai, fai, clic…).
    La storia si ripete un paio di volte consecutive, poi preso dallo sconforto decido di passare, prima di spogliarmi e prima che arrivasse in ufficio da questo utente e mettergli in primo piano la maschera della password.
    Dopo una settimana, mi avvicina l’utente e mi ringrazia dicendo che “Non sapeva cosa avessi fatto ma da quando c’ero io tutto era perfetto”…
    Mi son cadute le braccia… era anche un pezzo grosso pagato da noi (cittadini!)

    http://www.youtube.com/watch?v=WdSHwxOyuVM&feature=related

    • Ecco, il tuo e` un caso evidente di idiota totale. Cioe` voglio dire, mi sta bene che tu debba spiegarglielo (chiaramente, in modo che capisca il principio delle finestre davanti o dietro le altre) UNA VOLTA, ma non piu` di una. Se ancora non ci arriva, mi chiedo come possa trovare un foglio sul tavolo se ce ne metti un altro sopra. Se non ci riesce, allora e` un minorato. Se ci riesce, allora rientra nel gruppo delle persone che non hanno diritto di usare un computer.

      • Onestamente…. l’utente sara’ stato idiota quanto vogliamo – ma se un programma vuole una password e non puo’ andare avanti senza, con la UI congelata in attesa, allora la dialog box di richiesta non dovrebbe mai andare in secondo piano, almeno finche’ il programma ha il focus.
        Per quanto ci dolga ammetterlo 🙂 qui ha ragione l’utente, pur con tutte le aggravanti del caso.

        • Su questo hai ragione, c’e` una concomitanza di errori (del programma e dell’utente). Pero` qui dovrebbe essere messo l’accento sul fatto che l’essere umano e` arrivato fino a qui perche` ha saputo adattarsi meglio di altri animali alle condizioni che cambiavano. Oggi non siamo piu` capaci?

          • Errore 😛
            Non so se LN faceva quello scherzo ma non è il programma in causa 😀
            Un aiutino (bel teleneologismo vero?) è come sparare sulla croce rossa.

          • Qul cesso munito di outlook? Quello che mi ha fatto pensare a notes e` che e` uno dei pochi programmi di posta (o almeno crede di esserlo) che normalmente all’avvio chiede la password. Outlook di solito non la chiede proprio. Come client di posta schifosi mi viene in mente anche incredimail, ma mi auguro che non lo usiate sul lavoro.

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