Canone RAI per tutte le aziende con PC/smartphone e similari


Come riportato da numerose fonti la RAI starebbe inviando bollettini alle aziende sollecitando pagamenti di importi  dai 200 ai 6000 euro dovuti come canone televisivo annuale.

Sembrerebbe infatti che da un’interpretazione di un Regio decreto del 1938 le aziende (ma anche i liberi professionisti ed i lavoratori autonomi) sarebbero tenute al pagamento del  canone qualora in possesso di apparecchiature in grado di trasmettere o ricevere contenuti radiotelevisivi.

In tali apparecchiature sono compresi ipad, PC e videofonini in genere in quanto, anche se destinate ad uso diverso, sono effettivamente in grado di trasmettere e ricevere contenuti multimediali.

Le associazioni di categoria invitano a non pagare il bollettino fino a quando la situazione non sarà chiarita.

Ne vedremo delle belle……

 


8 risposte a “Canone RAI per tutte le aziende con PC/smartphone e similari”

  1. Mi meraviglio del “meravigliarsi”.

    E’ da anni (e tanti) che il canone RAI è da considerarsio una tassa a tutti gli effetti è un’imposta sulla detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di radioaudizioni televisive nel territorio italiano, indipendente dalla reale fruizione o dalla volontà di fruire dei programmi trasmessi dai vari operatori televisivi.

    Per la precisione dal 21 Febbraio 1938.

    Meravigliarsi ora, scusate, è solo tanto, ma tanto, ipocrita (Diligenza del buon padre di famiglia, art. 1176 codice civile)

    K.

    • Personalmente mi sembra strano assimilare un PC o uno smartphone ad un televisore.
      Ma a quanto pare sono io che nella mia ex azienda non sono stato un padre di famiglia diligente.
      Però un dubbio mi sorge spontaneo: a partire da che data sarei tenuto a pagare canoni arretrati? Cioè il mio compaq 386 del 1988 non andava su internet ed al massimo ci girava windows 3.31.
      Poi il sistema informativo aziendale si era evoluto e vorrei capire esattamente da che data i PC siano effettivamente diventati “apparecchi atti o adattabili alla ricezione di radioaudizioni televisive nel territorio italiano” .
      Ed il mio vecchio smartphone aziendale IPAQ con windows mobile rientrava nella categoria?
      Rincaro la dose: i miei server LINUX rientrano nella categoria (in teoria sono adattabili)? L’AS400 (magari con qualche software specifico….)?
      A me non sembra così chiaro e qualcun’altro (magari per ipocrisia) sembra avere dubbi analoghi ai miei.

      • Se vuoi fare polemica, allora smetto subito.

        Io stavo solo facendo sottolineare che la legge è così da 1938 e trovo solo estremamente strano meravigliarsi di questa cosa ora, dopo che per anni è stato così.

        Poi ci si può mettere sicuramente a discutere della logica idopta della tassa della tassa, del perchè i soldi vadano solo alla rai e non alle altre televisioni, del come e del dove e pure del quando.

        K.

        • Scusa nessuna polemica 🙂

          E’ solo che la distinzione tra ciò che rientra nei dispositivi che obbligano al pagamento del canone e ciò che rimane escluso non è chiarissima (come evidenziato anche da altro commento di Silvio Sosio).
          Anche i “buoni padri di famiglia” sono rimasti un po’ stupiti dal fatto che si applicasse il canone anche a PC e smartphones.
          Ragionandoci tutti i prodotti ad alta tecnologia (anche il nintendo 3DS di mio figlio) potrebbe rientrare in questa casistica.

          Il fatto è che qualcuno trova opinabile che la “ricezione di radioaudizioni” sia da allargare anche a tutti i dispositivi connessi ad internet.
          Da qui la “meraviglia” di cui io personalmente non mi meraviglio.
          Anche perchè il regio decreto che si riferiva a trasmissioni e ricezioni vi etere…

  2. In effetti nella definizione ci stanno anche i dispositivi che non possono ricevere emissioni radio ma che possono ricevere immagini via internet. Immagino che il passo non sia così lungo, se si immagina di registrare un programma su chiavetta usb, il considerare “atti alla ricezione” gli apparecchi che semplicemente posso leggere la chiavetta.

  3. La cosa bella è che all’ingresso della frontiera dovrebbero chiedere la suddetta tassa anche ai turisti e alle persone di altre nazionalità che, per un qualsiasi motivo, vengono in italia e possiedono uno smartphone.

  4. Ma torniamo sempre sullo stesso punto.
    Io non discuto la ovvia stupidità del canone. Quella é lampante.

    Sottolineo che non é una novità.
    É da qualche anno che si discute di questo problema, da quando sono uscite le prime schede radio e poi quelle tv.
    Sul canone si parla di “atto” o “modificabile”.
    Il paradosso é che anche in saldatore riceve le trasmissioni radiotelevisive, senza scomodare chiavette uab attaccate ad in iPad.

    Nel 1938 avevano già bene in mente come….mettercelo nell’iCulo.

    K.

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