Rete parallela


Sono sempre di più i prodotti e i sistemi operativi che supportano IPv6.

La quasi totalità di questi host è configurata per default in dual stack con DHCP su IPv4 e SLAAC su IPv6. Chi esegue l’installazione del dispositivo raramente si cura della parte IPv6 e procede solamente alla configurazione di IPv4, lasciando IPv6 attivo in SLAAC.

Purtroppo l’attuale implementazione di SLAAC non prevede alcuna forma di autenticazione o di validazione preventiva, posto che l’IT si sia già posto il problema dell’IPv6 nella sua LAN.

Il risultato è che a tutti gli host IPv6, inclusi i server, può essere assegnato un indirizzo IP da un software come radvd con lo scopo di creare una LAN parallela a quella esistente con delle regole di routing e di accesso completamente diverse. Piazzare una macchina Linux con radvd e un tunnel IPv6 con 2^64 indirizzi pubblici è più semplice di quello che sembra; una volta attivato il gateway, gli host con un IPv6 sarebbero accessibili da qualsiasi parte di Internet.

In questa fase transitoria è bene configurare correttamente gli host, disabilitando IPv6 (o lo SLAAC) dove non è ancora necessario. Agire solamente sul firewall di frontiera non è sufficiente perché nel caso indicato sopra il Linux potrebbe avere un punto di uscita diverso verso Internet.

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2 risposte a “Rete parallela”

  1. Io ho disabilitato IPv6 su tutte le macchine non avendo connettività IPv6.

    Però penso che presto farò un test mettendo una macchina con SLAAC per vedere se c’è “qualcuno” che sta li ad aspettare un indirizzo IPv6.

    Prevedo (giustamente) bagni di sangue per chi non si sta attrezzando sin d’ora.

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