Buffalo TeraStation iSCSI


Ovvero: come non gestire il cambio di tutti i dischi e come non gestire il supporto dell’utente finale.

Mi è capitato di dover sostituire tutti i dischi di una TeraStation iSCSI, spero che non capiti mai a nessuno di voi.

Le TeraStation partono con un Linux minimale su flash, che poi cede il controllo al firmware vero e proprio registrato sui dischi. Se il firmware su flash non riesce ad avviare quello su disco, il dispositivo parte in Emergency Mode, senza interfaccia http, telnet o ssh che sia.

Abituato ad altri NAS della medesima fascia di altri vendor (i QNAP, per non fare nomi), pensavo che la sostituzione di tutti i dischi e la creazione da zero di un volume RAID fosse una passeggiata. Povero illuso.

Il primo ostacolo è il sito di Buffalo, che fa di tutto per impedire di scaricare il firmware corretto, specialmente se il dispositivo non è più tra quelli in produzione. Fortuna che Google riesce ad aggirare l’interfaccia del sito e alla fine è possibile scaricare lo ZIP con il firmware e il software per caricarlo.

Se si lancia TSUpdater.exe contro una TeraStation con i dischi non configurati non si va da nessuna parte perché si riceve l’errore di partizione non trovata.

Sempre Google (non di certo Buffalo) viene in aiuto: bisogna aprire il file TSUpdater.ini e aggiungere queste due righe:

[SpecialFlags]
Debug = 1

Riavviando TSUpdater.exe non succede nulla di nuovo, ma se si fa click destro sulla barra del titolo della finestra (!!!) appare la voce Debug mode (D). Selezionata questa voce si può forzare la formattazione dei dischi e la creazione della tabella delle partizione, ma non è così semplice; questa che segue è la procedura che mi sono inventato perché non è documentata (o non ho trovato dove sia documentata).

  • TSUpdater.exe con abilitato solamente le opzioni di inizializzazione, non quelle di aggiornamento, esecuzione dell’update che va in errore dopo circa 60 secondi
  • Reboot della TeraStation.
  • TSUpdater.exe con abilitato solamente le opzioni di inizializzazione, non quelle di aggiornamento,esecuzione dell’update che va in errore dopo circa 5 minuti al termine di quali la TeraStation pinga ma non viene rilevata da TSUpdater.exe, lasciatela andare.
  • Dopo un bel po’ TSUpdater.exe rileva di nuovo la TeraStation, a questo punto è possibile fare l’installazione della ROM.
  • Dopo un paio di reboot la TeraStation è di nuovo operativa ed è possibile collegarsi all’interfaccia. In giapponese.
  • Dopo imprecazioni varie, il supporto di Google Translator e un po’ di fortuna è possibile rimettere la lingua in inglese e prendere il controllo della TeraStation.

Se state per comperare un NAS Buffalo, considerate delle alternative. Per il vostro bene.


10 risposte a “Buffalo TeraStation iSCSI”

  1. Ho avuto ben 2 esperienze analoghe con lo stesso brand.

    La prima volta ho risolto anch’io con boot in EM + tsupdater.

    La seconda volta non c’è stato niente da fare.
    Per recuperare i dati ho dovuto estrarre i 4 dischi dal cadavere e collegare i 3 buoni (1 era morto…) ad una macchina LINUX che ha automaticamente ricostruito il RAID.
    E’stato sufficietne montare i volumi per riuscire a copiare il prezioso contenuto su un disco esterno.

    Se vi dovesse capitare prendete in considerazione anche quest’ultima soluzione, di sicuro fa perdere meno tempo.

    Anche dalla mia esperienza i dispositivi QNAP si sono sempre dimostrati affidabili. No ho mai avuto problemi simili. Perfino dopo power-failure i NAS sono sempre ripartiti.

  2. Odio profondamente questi prodotti, anche io in seguito a brutte avventure in passato. Mi sta bene avere dei NAS low-end, ma per gli stessi prezzi esitono Qnap, Synology o NetGear che sono 1000 volte meglio.
    I prodotti Buffalo fanno pietà, e soprattutto mettono a rischio i dati degli utenti che li usano…

    • Il bovino rappresentato e’ originale svizzero, l’immagine e’ stata presa durante una gita in montagna con il Disinformatico e altri allegri compari. 🙂

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