Burocrazia, burocrazia, burocrazia…


Articolo un po’ sui generis, ma, come ben sanno i collaboratori di questo blog, la regola di Siamo Geek è che non ci sono regole.

Sono titolare di un box auto in un condominio utilizzato dai miei genitori, che si occupano delle spese condominiali e dei rapporti con l’amministratore.

Questa primavera mio padre mi chiede la copia del rogito del box e una copia di un mio documento di identità. Credevo fosse un eccesso di zelo del loro commercialista, ma poi scopro che la richiesta veniva dall’amministratore del condominio del box.

In pratica bisognava sanare una situazione di fatto che non infastidiva nessuno, se non i burocrati. Come conseguenza i titolari dei box e degli appartamenti (grossomodo 50 persone) hanno dovuto fare una fotocopia dell’atto notarile di acquisto e del documento di identità e recapitarla (a mezzo carta, non venivano accettate le email!) al geometra che amministra il condominio.

Il geometra, a sua volta, dovrà trasmettere questi dati al notaio che cura la pratica, il quale deve tenere l’elenco di chi ha già consegnato quanto richiesto, deve leggersi tutti gli atti per vedere se c’è qualcosa che potrebbe essere in conflitto, stipulare un nuovo atto (spero proprio non alla presenza contemporanea di tutti quanti sennò non ne usciamo vivi) per prendere atto in sostanza di una cosa che esiste.

Ricapitolando: 50 fascicoli di circa 20 fogli l’uno portati in un ufficio, che vengono poi portati in un altro ufficio della medesima città, con la trasmissione elettronica esplicitamente negata. Se facciamo il conto del tempo e della CO2 persa ci mettiamo le mani nei capelli.

Non è finita, stamattina c’è la ciliegina sulla torta. L’amministratore recapita ai miei genitori una comunicazione (carta, lettera, francobollo…) secondo la quale mancherebbero ancora dei documenti. Stamattina passo dai miei genitori e telefoniamo al geometra per sapere quali documenti, dal momento che la comunicazione era generica ed erga omnes, senza i dettagli di cosa mancherebbe. L’impiegata dall’altro lato del telefono dice che manca il mio documento di identità, mia madre risponde che le era stata data la fotocopia del passaporto, l’impiegata ribatte che l’aveva scartata perché non si trattava della carta di identità, mia madre riporta la mia risposta all’impiegata “è l’unico documento che ho, se lo deve far andare bene”. L’impiegata si dice disposta ad accettare il passaporto a patto che glielo porti io e faccia lei le fotocopie.

Ecco che cos’è la la burocrazia: letteralmente il potere dell’ufficio. Il potere di un impiegato frustrato di rompere i coglioni al prossimo perché le cose non vanno come dice lui.

Le uniche parole che ho per commentare tutta questa situazione sono insulti e maledizioni, quindi chiudo qui.

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5 risposte a “Burocrazia, burocrazia, burocrazia…”

    • Nella foto quello verde e’ il mio primo passaporto, fatto quando avevo 16 anni da rinnovare ogni anno perche’ non avevo assolto il servizio militare. Riuscivo a raccogliere tutto quello che c’era bisogno (era era molto piu’ difficile di adesso) in un sabato mattina, ma solo perche’ sapevo esattamente cosa fare e usavo la bicicletta.

  1. La cosa più agghiacciante è che il meccanismo di “buropensiero” è talmente ingranato in chi la burocrazia la subisce e la infligge ad altri che, quando arrivano delle semplificazioni… questa non vengono applicate.

    Perché si è sempre fatto così o “perché non si sa mai, meglio stare sul sicuro”.
    Per poter avere un lavoro da privato in una scuola mi hanno chiesto, l’anno scorso, l’originale del titolo di studio.

    La legge che dice che i titoli di studio (tra molte altre cose) si possono autocertificare è del dicembre 2000.

    Ovviamente, ho presentato la certificazione, ma ho avuto la fortuna di essere a conoscenza della legge in questione… tutto il resto del personale avrà probabilmente fatto col metodo più “sprecone” e vecchio di una dozzina di anni. 🙁

  2. Salve, ho la sensazione che non sia proprio come te l’hanno raccontata, ma naturalmente potrei sbagliarmi. La riforma del condominio, in vigore dal 18 giugno 2013 (Legge 11 dicembre 2012 n. 220) ha istituito l’anagrafe condominiale tenuta dagli amministratori (art. 1130 c.c. novellato) obbligandoli a raccogliere i dati catastali ed anagrafici dei condomini.
    Nell’ipotesi di mancanza parziale o totale dei dati indicati l’amministratore deve chiederli ai condomini con raccomandata, decorsi trenta giorni dalla mancata o incompleta risposta egli è tenuto ad acquisirli consultando i pubblici registri potendo poi addebitarne il costo agli inadempienti.
    Ciò significa semplicemente che l’amministratore deve chiedere ai propri condomini tali dati, che possono ovviamente esser trasmessi in qualsiasi forma (io, per esempio, li ho trasmessi via email anche se l’amministratore li chiedeva in forma cartacea o via fax…).
    In tutto ciò, peraltro, il notaio non centra nulla…
    Se la richiesta del tuo amministratore era questa, a te giudicare.
    Saluti cordiali e grazie dell’ottimo ed interessantissimo blog!

    • Ho ovviamente omesso dal racconto dati, comunicazioni precedenti e delibere assembleari che sostengono quello che ho riassunto. Fidati: non è una richiesta per ottemperare a quella normativa 🙂

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