Come fare (becera) disinformazione in 6 righe


Faccio subito una doverosa premessa: nel mio piccolo investo parte del mio tempo libero per combattere la disinformazione, incluso l’andare nelle scuole per aiutare i ragazzi a cercare di sviluppare un pensiero critico che permetta loro di non cadere nelle numerose trappole della disinformazione. Lo faccio a nome sia di Pro-Test Italia (di cui faccio parte del direttivo), sia del Patto Trasversale per la Scienza (dove sono il coordinatore del gruppo di comunicazione nelle scuole). Ed è proprio per questo che questa cosa l’ho presa sul personale.

Il post che vedete a destra è un perfetto esempio di come in pochissime righe, 6 per la precisione, si possa creare disinformazione partendo da una sola frase vera, ossia “terapia al plasma che è ultimamente all’ordine del giorno.
Ma tolto questo, il resto del post è un concentrato di assurde illazioni non dette e sottintesi ben lontani dalla realtà.

Già perchè la famosa terapia al plasma che ha “azzerato le morti a Mantova” non è affatto una novità e se ne parla da diverso tempo, portata avanti non solo dal dott. De Donno (quello citato nel post) ma in diversi centri ospedalieri e di ricerca sia in Italia che all’estero. Il 18 Febbraio scorso, infatti, Open pubblicava l’articolo “Coronavirus: Cina, sale a 1.800 il numero dei morti. A Shangai si sperimenta una terapia col plasma dei convalescenti” in cui parlava propio di come, a Shangai, si iniziasse a sperimentare questa terapia.

La seconda parte è, invece, quella dove si attua il capolavoro di disinformazione:
prima si allude che “Bubu” (il nomignolo affibiato a Burioni dai suoi numerosi haters) e il “Patto per la Scemenza” (facile intuire a chi si riferisca) abbiano mandato i NAS al dottore citato prima, così da far credere l’intenzione di voler in qualche modo oscurare o fermare questa terapia al plasma;
poi si allude al fatto che Conte (presumo intenda il nostro Presidente del Consiglio anche se visto il livello del post magari si riferisce all’allenatore dell’Inter), non dicendo “mezza parola sulla terapia” stia cercando, anche lui, di nasconderla.

Uno degli obiettivi del Patto Trasversale per la Scienza consiste proprio nel cercare di combattere la falsa informazione in ambito scientifico e combattere la diffusione di bufale pseudoscientifiche, spesso diffuse da ciarlatani che hanno a cuore il loro portafoglio prima della salute degli altri. E’ per questo impossibile immaginare che abbia potuto mandare i NAS a Mantova quando proprio alcuni soci fondatori dello stesso Patto abbiano parlato di questa terapia, usando ovviamente la dovuta cautela che si deve usare in queste situazioni: come riportato da ADNKronos il 12 Aprile scorso, il prof. Pierluigi Lo Palco aveva parlato positivamente di questa terapia con la quale si poteva avere un buon esito, specificando che fosse “una cura per i pazienti che sono già in ospedale, non si può fare a casa”. Il tutto anche poi ripreso in un articolo sul’edizione pugliese del “Quotidiano.it”.

(edit del 5 Maggio: ovviamente è una balla mostruosa anche la storia dei NAS, come indicato in questo articolo: “Coronavirus. Il Governo manda i Nas a Mantova per chiudere il reparto che cura i pazienti con il plasma? No!, a firma di David Puente)

Lo stesso Roberto Burioni aveva trattato l’argomento in un video su MedicalFacts.it dove faceva il punto sottolineando i pro ed i contro di questa terapia. Sempre sulla stessa fonte ha poi scritto un ulteriore articolo sull’argomento, dal titolo “Coronavirus: facciamo chiarezza sulla terapia col siero di pazienti guariti“, molto completo e che cerca di fornire maggiori informazioni, anche tecniche e storiche, su questa terapia.

(edit del 5 Maggio: un altro socio fondatore del tanto “odiato” Patto, il prof. Guido Silvestri, ha firmato un altro articolo veramente interessante sull’argomento: “Coronavirus – Pillole di ottimismo: pro e contro dell’uso di siero convalescente“)

Mi viene poi da pensare che non sia affatto compito del Presidente del Consiglio (e tantomeno dell’allenatore dell’Inter, non si sa mai) di parlare di possibile cure, soprattutto quando si parla di soluzioni che non hanno ancora nulla di confermato con sufficienti evidenza scientifiche.

Anche Open ha trattato l’argomento di recente, proprio per fornire maggiori informazioni ed evitare che gli sciacalli potessero diffondere false informazioni che, in ambito medico, possono sempre essere molto gravi. I due articoli sono “Coronavirus. Se sviluppiamo gli anticorpi, perché qualcuno si ammala di nuovo? Facciamo chiarezza” e “Coronavirus. La cura col plasma funziona? Si, ma ci sono dei limiti e la ricerca continua“, ottimamente scritti rispettivamente da Juanne Pili e David Puente.

Ah, e per completare il tutto, vi suggerisco vivamente anche la lettura di ciò che scrive l’AVIS, che di donazione di sangue, forse, se ne intende: “Covid-19 e plasma iperimmune: ecco perché è importante informarsi da fonti attendibili“.

6 righe bastano per diffondere disinformazione, sia per cercare visibilità, qualche like in più, sia per continuare a screditare persone ed associazioni che combattono proprio quei ciarlatani.


Perchè, purtroppo, i boccaloni che credono e condividono queste falsità sono sempre tanti.
Anzi, troppi.


2 risposte a “Come fare (becera) disinformazione in 6 righe”

  1. Sono un tuo lettore da qualche tempo. Hai assolutamente ragione, ma vorrei argomentare che porsi dalla parte di Burioni in generale non ti faccia molto onore.
    Chiariamo: i vaccini fanno ovviamente bene, ma anche l’acqua è bagnata. Il metodo Burioni di ridicolizzare o irretire il prossimo non penso sia il massimo della civilizzazione (oltre a non funzionare nel mondo reale, quanti novax si sono convertiti dopo essere stati umiliati? Credo sia psicologia di base). Il fatto che lui parli di medicina è quasi un caso, è puro virtue signalling per la sua parte della barricata, ma potrebbe stare dall’altra. Burioni copre una “nicchia ecologica” del mercato dell’informazione come lo fanno i carlatani vari (in nicchie opposte). La mia opinione è che la sua net contribution all’informazione pubblica non sia positiva, ironicamente in modo simile a chi diffonde bufale. Potrei argomentare che la sua massa di adoratori non abbia a sua volta spirito critico e non di vedere le lacune del loro idolo.
    Personalmente, aspetto sempre l’opinione di Bressanini o Attivissimo (e pochi altri), oltre ad essere pacati nei toni, non si danno molte arie e ammettono quando hanno torto senza un calcolato tornaconto d’immagine, requisiti minimi per la buona divulgazione scientifica.
    Questi sono i miei 2 cent di contributo. Ammetto che non siano opinioni molto popolari. Buona giornata.

    • Ciao,
      non li trovo affatto “impopolari”, non vedo perchè lo dovrebbero essere.
      Questo post parlava di come un fuffaro senza nè arte nè parte abbia attaccato un’associazione (il Patto Trasversale per la Scienza) usando Burioni per sfruttarne la visibilità, affermando cose assolutamente sbagliate, ossia facendo becera disinformazione.

      Non era certo una difesa di Burioni.
      Anche perchè io stesso, ovviamente da totale profano in ambito “comunincazione”, ho criticato il suo stile e modalità di comunicazione… l’ultima proprio qualche giorno fa su Facebook.

      Grazie comunque del commento.
      regards
      K.

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