Categoria: Cronaca

Notizie di cronaca

  • Dati tra le nuvole

    Bella la funzione di storage automatico sul cloud online, ma…

    Non è la prima volta che succede un casino e sicuramente non è nemmeno l’ultima, ma questa ha tutti i connotati delle 5 S di un certo giornalismo (sesso, sesso, sesso, sesso, sesso).

    È oramai noto che sarebbero state trafugate delle foto molto personali di alcune celebrità.

    Ho recuperato alcune foto da una fonte che credo sia attendibile e ne ho guardate un po’. Enfasi su un po’ perché dopo la l’n-sima serie di tette, fighe e culi ripresi male in contesti privati uno si stufa anche.

    (altro…)
  • Il moralismo e l’arte di essere incoerenti

    Bill Gates & Mark Zuckerberg
    Bill Gates & Mark Zuckerberg

    L’estate 2014 verrà probabilmente ricordata per l’estate dell’Ice Bucket Challenge, dove persone da tutto il mondo si sono “sfidate” a farsi un video mentre si versano un secchio di acqua ghiacciata in testa, tutto per promuovere la raccolta di fondi per combattere la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), la terribile malattia per la quale non si è ancora riusciti a trovare una cura. E così in rete abbiamo visto personaggi famosi e anche qualche amico compiere questa operazione “assurda” ma, soprattutto, abbiamo visto crescere il numero di donazioni a favore delle varie associazioni sia per il supporto dei malati che per la ricerca sulla SLA.

    Come tutte questo genere di iniziative, che diventano virali in pochissimo tempo, anche questa ha avuto un gruppo ben nutrito (e purtroppo in crescita) di moralisti che non si sono limitati a rifiutarla, ma l’hanno criticata, chi più chi meno pesantemente, spesso partendo da (altro…)

  • La zuppa di petali di rosa

    Ogni tanto qualcuno pensa che una zuppa di petali di rosa sia migliore di una zuppa di cipolle perché le rose sono più belle delle cipolle.

    Stefano Quintarelli segnala la notizia che il Comune di Monaco farà dietrofront e rimetterà Windows sui suoi PC su cui aveva messo LiMux, una distribuzione Linux creata da loro.

    Ci sono molte cause, a mio modo di vedere, del fallimento di questo progetto.

    La prima è l’approccio autarchico al problema. Linux fa parte di un ecosistema collaborativo che permette a tutti di non inventare la ruota ogni mese, ma di prendere la ruota migliore possibile, apportare piccole modifiche o migliorie, utilizzarla per sé e condividerla con gli altri. Monaco ha avuto l’arroganza di voler gestire una distribuzione Linux, ma non è il mestiere di un ente pubblico, meglio lasciarlo fare a chi è capace. LiMux è stato addirittura certificato ISO9241: un approccio open e collaborativo sarebbe stata la proposta di patch a KDE e la certificazione ISO di KDE. In questo modo ne avrebbero beneficiato tutti e, magari, la comunità avrebbe lavorato per migliorare ulteriormente KDE, facendo in modo che anche Monaco ne traesse un beneficio. (altro…)

  • Code Spaces

    codespacesCode Spaces era un servizio di ospitazione di sorgenti software e gestione progetti.

    Un attacco ben coordinato ha distrutto il sito, i backup e l’azienda.

    Quelli di Code Spaces non erano così sprovveduti come si potrebbe pensare perché avevano un sistema di backup in tempo reale che era stato testato. Avevano anche un sistema di ridondanza per garantire l’uptime, ma, come sanno i professionisti del settore, la ridondanza non ha nulla a che fare con i backup e, soprattutto, con i restore.

    Secondo il sito, un malvivente avrebbe guadagnato l’accesso al pannello di controllo di EC2 e avrebbe lasciato dei messaggi in cui, sostanzialmente, chiedeva un riscatto in danaro.

    Quando i legittimi proprietari del sito hanno cambiato le password di accesso al pannello è iniziata la fine: il malvivente aveva creato degli altri accessi di backup con i quali ha distrutto tutti i dati. (altro…)

  • Estensione esagerata

    Il funzionamento dell’informatica per gli utenti è spesso un mistero, più simile a magia nera che a tecnica. C’è da dire che molto spesso, chi lavora in ambito IT e si spaccia per professionista non fa altro che alimentare la confusione, invece di risolverla.
    In particolare, un argomento sempre ostico per l’utente è la questione della estensione del nome file: quella sigla poco comprensibile, succinta e spesso incomprensibile che segue il punto dopo il nome del file.

    Perchè sia lì, a cosa serva, come sia fatta e via dicendo spesso è un mistero ed è apparentemente complicato far capire alle persone il suo semplice funzionamento.
    Tutti sappiamo che, in Windows, l’estensione è un identificativo che, tramite una tabella di associazione, dice al sistema operativo con quale applicativo deve manipolare il file. Per la maggior parte degli utenti, invece l’estensione ha la proprietà magica di rivoluzionare il contenuto del file.

    Nei miei corsi, quando cerco di spiegare questo concetto, normalemente prendo un bicchiere di plastica con una etichetta bicchiere attaccata sopra e chiedo alla platea che cosa sia. Quasi tutti riescono a rispondere correttamente, identificando l’oggetto.
    Dopodichè cambio l’etichetta con una con scritto forchetta e ripeto la stessa domanda: di nuovo la maggior parte riesce a rispondere correttamente.
    Passo infine a chiedere perchè se il bicchiere non è cambiato, perchè un file dovrebbe farlo, semplicemente sostituendo una scritta attaccata sopra. (altro…)

  • Effetto Streisand

    elaborazione di AppFigures
    elaborazione di AppFigures

    Le persone che non conoscono uno strumento e pensano di imporre le loro regole a ciò che non conoscono finisco sempre sconfitte.

    Questa è una conclusione che si può trarre guardando la cronaca degli anni passati, ma tutti sanno che l’unica cosa che la Storia insegna è che nessuno impara dalla Storia. Uno degli effetti più eclatanti dell’ignoranza di uno strumento o della poca lungimiranza delle persone è il cosiddetto effetto Streisand.

    I taxisti sono bravi a guidare i taxi e a portare i clienti a destinazione, meno bravi nelle relazioni pubbliche

    A meno che non sia pagato dal titolare o dal cliente, l’utente quadratico medio non occasionale del taxi non è un giovane smanettone, ma una persona che, appunto, si può permettere un taxi al posto di un mezzo pubblico o di un passaggio di un amico o collega. Questa persona non conosce Uber, se non per sentito dire, ma non è uno stupido.

    Considerate ora una persona che apprende la notizia che i taxisti di tutta Europa fanno sciopero contro un programma gratuito che permette di risparmiare sui taxi. Qual è la reazione ovvia e immediata di questa persona? La risposta l’ha data AppFigures in un articolo sintetizzato con efficacia dall’immagine qui sopra.

    Con ciò non voglio entrare né nel merito del problema dei taxi né di quello sociale della perdita di lavoro a causa delle tecnologie. Uno dei problemi che vengono spesso taciuti da tutti è che i taxisti spesso fanno notevoli sforzi economici per comperare (googlare acquisto licenze taxi nero) una fetta di monopolio che si sta rivelando una promessa non mantenuta da parte di chi quel monopolio lo mantiene in forza di legge.

  • Cosa dovrebbe fare un giornalista

    Solleticato da un post di Kazuma riguardante questo articolo dell’ANSA, ho provato a vedere quanto ci mettevo per capire quanto fosse fondato l’allarme suscitato dall’Associazione per la lotta all’elettrosmog che fa partire una causa al TAR del Lazio per costringere il Ministero della Salute a fare una campagna di sensibilizzazione.

    Il tutto parte del fatto che la IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha dichiarato che usare per 1.640 ore il cellulare aumenta del 40% il rischio di sviluppare un tumore al cervello.

    geek

    Avendo qualche minuto (davvero non tanti) sono andato sul sito di IARC per ottenere qualche riferimento allo studio e ho trovato un documento intitolato “IARC CLASSIFIES RADIOFREQUENCY ELECTROMAGNETIC FIELDS AS POSSIBLY CARCINOGENIC TO HUMANS” in cui i campi elettromagnetici vengono classificati nel gruppo di rischio 2B, perché aumentano il rischio di sviluppare il glioma. In questo documento vi è scritto: “The Working Group did not quantitate the risk; however, one study of past cell phone use (up to the year 2004), showed a 40% increased risk for gliomas in the highest category of heavy users (reported average: 30 minutes per day over a 10‐year period).” – Il gruppo di lavoro non ha quantificato il rischio, tuttavia uno studio sull’utilizzo del telefono cellulare (del 2004) ha mostrato un aumento del 40% del rischio di sviluppare gliomi tra coloro posti più in alto nella categoria dei grandi utilizzatori (media riportata: 30 minuti al giorno in un periodo di 10 anni).

    Ora veniamo alla categorizzazione dei rischi. Nella pagina delle classificazioni viene mostrata la lista:

    AGENTS CLASSIFIED BY THE IARC MONOGRAPHS, VOLUMES 1–109

    • Group 1 – Carcinogenic to humans – 113 agents
    • Group 2A – Probably carcinogenic to humans – 66 agents
    • Group 2B – Possibly carcinogenic to humans – 285 agents
    • Group 3 – Not classifiable as to its carcinogenicity to humans – 505 agents
    • Group 4 – Probably not carcinogenic to humans – 1 agent

    Secondo questa lista, quindi, il gruppo di rischio 2B contiene gli agenti che possono far sviluppare cancro negli umani (non che probabilmente lo fanno, come il gruppo 2A, ma che hanno possibilità di farlo). Giusto per completare il giro della morte, andiamo a vedere il documento in cui vengono elencati i fattori di rischio. Scorrendo la lista troviamo: estratto di Aloe vera (per via delle aflatossine), acido caffeico e caffè, cloroformio, estratto di ginkgo biloba e cipria per il corpo a base di talco.

    Di sicuro il detto “il troppo stroppia” è sempre vero ma ora come ora gli studi dicono che i cellulari fanno male quanto il caffè…

  • Un altro viaggio nel #Cosmos

    https://www.youtube.com/watch?v=kBTd9–9VMI

    Molti di voi si ricorderanno l’originale programma Cosmos presentato  da Carl Sagan nel 1980. Si tratta di una serie che in 13 episodi copre un’ampia gamma di argomenti scientifici, tra cui l’origine della vita e il nostro ruolo nell’Universo.
    E’ stato trasmesso in 60 paesi e visto da un pubblico stimato in 500 milioni di persone e ha ispirato anche il libro omonimo.

    Forse non tutti sapete però che la serie sta per avere un seguito. Dopo diversi tentativi, infatti, la terza moglie di Sagan, Ann Druyan (che è stata anche coautrice dell’originale Cosmos), è riuscita nell’intento di riavviare lo show grazie all’aiuto dell’astrofisico Neil deGrasse Tyson e alla sostanziale mediazione di Seth MacFarlane.

    deGrasse Tyson è un grande comunicatore scientifico molto noto al grande pubblico soprattutto grazie ai suoi libri e alle sue numerose apparizioni pubbliche.
    Erediterà il ruolo che fu di Sagan e sarà il presentatore della nuova versione, potete leggere una sua intervista su Popular Science.

    Seth MacFarlane è forse più noto per le sue serie TV a cartoni animati, ma è anche una persona appassionata alla scienza e alla fantascienza. Ha donato propri risparmi per la fondazione de The Seth MacFarlane Collection alla Libreria del Congresso per conservare gli scritti di Carl Sagan e della moglie Ann Druyan. Il suo contributo è stato fondamentale per convincere i dirigenti della FOX a impegnarsi in questo progetto televisivo.

    Il regista (e uno dei produttori esecutivi) sarà una vecchia conoscenza dei lettori trekker: Brannon Braga.
    Seppur con alterne fortune, Braga ha partecipato come scrittore, produttore o regista di numerosi film e serie TV, fra cui tre delle quattro serie dello Star Trek moderno, 24, Terra Nova e l’ottimo – ma sfortunato – Threshold.

    Lo show debutterà il prossimo 9 marzo su Fox, con una replica il giorno successivo su National Geographic Channel.
    Incredibilmente, la serie arriverà in contemporanea anche nel nostro Paese: partirà infatti il 16 marzo su National Geographic Channel Italia.

  • Il provider non è responsabile per i reati commessi dagli utenti

    Nel novembre 2006 la polizia postale contestava a Google il reato di violazione della privacy perché un utente aveva caricato un video su YouTube che ritraeva un minore disabile malmenato.

    La contestazione di per sé poteva sembrare strana a chi conosce come funziona il sistema, ma in primo grado i giudici avevano condannato David Carl Drummond (presidente del CDA di Google Italia all’epoca dei fatti), George De Los Reyes (membro del CDA di Google Italia all’epoca dei fatti) e Peter Fleischer (responsabile delle strategie sulla privacy per l’Europa di Google) a sei mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena.

    (altro…)
  • Motorola, Google e i brevetti

    Nel 2011 Google aveva acquisito Motorola per 12,4 miliardi di dollari.

    La mossa aveva fatto alzare non poche sopracciglia, dal momento che Google rischiava di entrare in concorrenza con alcuni suoi clienti (tra cui HTC e Samsung) nel campo della produzione di hardware per telefonia mobile.

    Dopo due anni e mezzo BigG rivende Motorola a Lenovo per 2,91 miliardi, una settimana dopo che Lenovo si era aggiudicata la fascia x86 dei server IBM per 2,3 miliardi di dollari.

    E gli altri 9,49 miliardi?

    (altro…)

  • Meglio su carta

    Noi geek, forse più di ogni altra fascia della popolazione, siamo stati “vittime” del fenomeno e-book e dell’editoria elettronica in generale.
    I libri, le riviste – tutti i “documenti” in senso lato – in formato eletronico hanno semplicemente rivoluzionato il nostro modo di accedere alle informazioni. Con un e-reader o tablet delle dimensioni di un libro o una rivista, abbiamo accesso a una intera biblioteca di libri o a un abbonamento intero a quella rivista o a ogni altra pubblicata nel mondo.
    Con le connessioni radiomobili e la pervasività di internet, non è azzardato dire che possiamo quasi portarci l’intero scibile umano nel borsello.
    i documenti eletronici hanno anhe il vantaggio della multimedialità dell’aggiornamento continuo, della socialità nei segnalibri e nelle note a margine.

    Grandi vantaggi, utili per il lavoro, comodi da usare, piacevoli da fruire.
    Meno rifiuti, meno oggetti, meno energia impegnata nella produzione e nel trasporto.
    Eppure nessuno di noi, penso, è rimasto immune alla sensazione di aver perso qualcosa nel passaggio dalla carta al digitale.
    Una impressione sottile, una sensazione non sempre spiegabile a parole. Ci proviamo a volte avanzando qualche scusa sugli schermi retroilluminati o sulla carta digitale, ma forse neanche noi siamo convinti delle spiegazioni. (altro…)

  • Defacement del sito di OpenSSL

    OpenSSLIl 29 dicembre scorso verso le 01:00UTC la home page del sito di OpenSSL ha subito un defacement ed è stata sostituita con il messaggio TurkGuvenligiTurkSec Was Here @turkguvenligi + we love openssl _

    I file del sito sono stati ripristinati entro le due ore successive, ma i dettagli dell’attacco si sono fatti attendere.

    Solamente due giorni dopo è apparso un breve messaggio che spiegava in modo molto generico e onestamente un po’ dubbioso l’accaduto:

    Initial investigations show that the attack was made via hypervisor through
    the hosting provider and not via any vulnerability in the OS configuration.
    Steps have been taken to protect against this means of attack in future.

    Messa così sembrava che il software che governa le macchine virtuali fosse stato attaccato; l’hypervisor è lo strato più basso di un sistema di virtualizzazione, nella virtualizzazione bare metal è anche l’ultimo strato di software prima dell’hardware. Un’affermazione di questo tipo implicava un attacco alla macchina host del provider, con tutte le conseguenze del caso.

    (altro…)