Non si tratta dell’Enterprise e dell’Intrepid, ma dell’Enterprise e dell’Intrepid.
Categoria: Spazio, ultima frontiera
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Cockpit dello shuttle
National Geographic ha pubblicato un’immagine GigaPan del cockpit del Discovery realizzata da Jon Brack.
Questa e solamente una delle dodici foto GigaPan realizzate dall’autore. (via BoingBoing)
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Costruire una Nave Stellare
Francamente non sono sicuro se sia utile o meno che io commenti o aggiunga qualcosa a questa notizia.
Se ne è saputo su internet solo pochi giorni fa e io in particolare l’ho scoperto stamattina, ma ancora non me ne sono fatto una opinione: per il suo carattere di notizia geekissima non potevo che segnalarvela qui.
Vi rimando per tutte le informazioni al post originale sul sito del Goddard Group, oltre che a un post di commento su TrekMovie. -
Una buona ragione per passare da Varese
Per tutto il mese di aprile presso la sede della Provincia di Varese è allestita una mostra dedicata all’esplorazione spaziale realizzata grazie al contributo e all’entusiasmo dei membri della Fondazione Osservatorio Astronomico di Tradate.
L’esposizione contiene alcuni pezzi veramente unici, a partire da una incredibile riproduzione in scala 1:1 dell’intero modulo di comando (CM) dell’Apollo 16. Non si tratta di una ricostruzione hollywoodiana del CM, bensì del risultato di mesi di lavoro di appassionati che hanno fatto di tutto per garantire la massima fedeltà possibile. Questo oggetto da solo vale un viaggio per essere visto.
(altro…) -
Carl Sagan – The Humans
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=iR-mFcEhQXQ&w=480]
…victims of their very success, the explorers now pretty much stay home.
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Abbiamo smesso di sognare
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=CbIZU8cQWXc&w=480]
“How much would you pay… for the Universe?”
Aggiornamento 11/4/2012 – Paolo Attivissimo ha tradotto in italiano il discorso di Neil DeGrasse Tyson.
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Scoperto un video amatoriale del disastro dello Space Shuttle Challenger
Un video inedito del disastro dello Space Shuttle Challenger è emerso da una cantina della Florida dopo quasi un quarto di secolo. Il filmato amatoriale è stato registrato da Jack Moss con la sua nuova videocamera la mattina del 28 gennaio 1986.
I quattro minuti del filmato catturano il momento del disastro, 73 secondi dopo il lancio dal Kennedy Space Centre (Florida), in cui morirono i sette gli astronauti a bordo del Challenger. La flotta degli Shuttle rimase a terra per quasi tre anni ed il programma spaziale della NASA fu modificato e ridimensionato.
“Non credo che il signor Moss abbia pensato che fosse qualcosa di importante. Lo ha messo nel suo scantinato con altri nastri e se ne è dimenticato“, ha detto Marc Wessels, executive director dello Space Exploration Archive, gruppo che raccoglie cimeli spaziali per scopi didattici.
“Ci volle un po’ per trovare qualcuno con un vecchio lettore video Betamax, poi ho dovuto guardare ore di gameshows e sit-com degli anni ’80, ma quando ho trovato il filmato ho pensato che le persone dovevano vederlo”
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=41jq_5ltkno&w=480]
In memoria di Dick Scobee (Comandante), Michael J. Smith (Pilota), Judith Resnik (Specialista di missione 1), Ellison Onizuka (Specialista di missione 2), Dr. Ronald McNair (Specialista di missione 3), Greg Jarvis (Specialista del carico 1) e Christa McAuliffe (Specialista del carico 2). 28 gennaio 1986
[via Gravità Zero]
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Google Sky Map diventa open source
Google ha deciso di donare Sky Map all’open source.
Sky Map è un’applicazione per Android che permette, tra le altre cose, di riconoscere le stelle puntandole con il dispositivo o di cercare la loro posizione in maniera semplice.
L’applicazione era nata nel 2009 negli uffici di Pittsburgh ad opera di un gruppo di dipendenti di Google appassionati di astronomia che hanno utilizzato il 20% del loro tempo per creare questo programma.
Da oggi Sky Map è open source; Google sta collaborando con la Carnegie Mellon University per ampliare le funzionalità del programma e saranno gli stessi studenti ad implementare le nuove funzionalità.
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Sei la mia rosa poiché le rose mi ricordano sempre di te…
Vorrei parlare in questa sede di un altro corto geniale e struggente.
Proviene dalla terra del Sol Levante, dov’è uscito a metà degli anni ’90 e mescola molti temi: futuro, esplorazione spaziale, lirica, ossessione, amore e illusione.
Il corto in questione è racchiuso con altri due fratelli sotto il nome collettivo di Memories che è un film ma gli episodi sono vedibili singolarmente come corti ed è così che identifico quello di cui parlerò. Qui il link del trailer. Il nome è bellissimo quasi quanto la storia che narra: Magnetic Rose. Il regista è Katsuhiro Otomo che ha scritto la storia originale da cui è tratto Magnetic Rose e il copione degli altri due corti, oltre a dirigere.
Premessa fondamentale: pur possedendo il DVD di Memories, non sono mai riuscita ad interessarmi alla storia degli altri due corti: Stink Bomb e Cannon Fodder. Ho provato a vederli ma non riuscivo a seguirli forse per lo stacco netto di tema con Magnetic Rose. Quindi se volete cercare e comprare il DVD basandovi su quello che dirò del primo del mazzo e scoprite di ritenerlo un ciofecone, per favore tenete a mente quanto detto. Don’t shoot the messenger!
Dunque Magnetic Rose. Qui un assaggio della colonna sonora che è meravigliosamente curata a opera di Yoko Kanno che si è occupata delle musiche di altri anime come nel caso di Wolf’s Rain, i Cieli di Escaflowne, Ghost in the Shell e tanti altri. Il motivo per cui ho incluso questo link è che l’elemento musicale è una parte fondamentale di una storia. Non posso dire troppo della trama per non rovinare la visione ma posso dirvi che siamo in un futuro neanche troppo lontano dal nostro (per quanto personalmente penso ci siano delle incongruenze nelle date che vengono menzionate ma questo potrebbe essere dovuto ad un doppiaggio imperfetto) dove un’astronave spazzin- ahem operatrice ecologica (:P), la Corona, riceve un misterioso SOS nelle forma di un’aria di Madame Butterfly, Un bel dì vedremo (cantato da Maria Callas). Per il rispetto delle regole spaziali sul soccorso i nostri sono costretti a investigare questo SOS… un’azione che darà avvio alla storia.
E’ interessante vedere che, anche se la storia è estremamente breve (mezzora su per giù), c’è una buona caratterizzazione dei personaggi e i dettagli sono molto curati. I personaggi sono pochissimi ma si arriva a preoccuparsi per la loro sorte. Questo è sempre un buon segno di una storia ben raccontata. Considerato che lo script è opera dal compianto Satoshi Kon, maestro di un certo livello (se si vuol ricorrere a un eufemismo alquanto riduttivo) e autore anche del bellissimo film Millenium Actress, direi che si riconferma una perla d’autore.
Une delle attrattive di questo corto è che si riesce a mescolare e accostare argomenti ed elementi così disparati come le trine e le tute da esplorazione spaziale ad una storia d’amore che ha come suo elemento portante il rimpianto e l’ossessione, gestiti in un modo tale da compromettere chiunque ne venga in contatto nonostante la verità di un aspetto marcescente sia celato da illusioni e gloria passata. Non è l’unica forma di amore menzionata e questo sarà determinante per la conclusione della storia. Se volete qualcosa di leggero sappiate che qua non si ride. Per quello è più adatto Stink Bomb.
Quando la storia raggiunge il suo climax con una potentissima versione di Tu Tu Piccolo Iddio, tratto anch’esso da Madame Butterfly, io ho sempre i brividi. Allo stesso modo la coda finale con un malinconico sassofono mi commuove sempre. Un gioiello.Godetevelo.
E non guarderete più le rose con gli stessi occhi…
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Uomini! Il vostro pelo è creativo!
Infatti diventa la base di un nuovo font.
Una studentessa ventenne della Tama Art University del Sol Levante ha preso spunto da (o forse spuntato …) dei peli maschili per realizzare questa raccolta di lettere pilifere. L’effetto è… particolare ad essere buoni ma evidentemente è una buona idee commerciale datosi che la Adidas lo ha usato in una pubblicità (si spera solo locale… e qui delle battute sulla depilazione ci potrebbero star bene…).
Qui il link… scendete un pochino e ammirate… il primo post con i disegni ha invero una qualità ipnotica… -
Un Italiano, un Russo e un Francese
Nel campo astronautico, ultimamente sono più le notizie di cui rammaricarsi, rispetto a quelle di cui gioire. Per questa ragione, ci pare importante segnalare un traguardo tutto sommato importante raggiunto dall’Europa e dalla Russia nel campo della collaborazione scientifica internazionale.
Anche i giornali hanno dato spazio alla recente notizia del lancio di una Soyuz da Kourou con i primi due satelliti della costellazione per il cosiddetto programma In-Orbit Validation. Con la solita superficialità dei media generalisti, gli articoli si sono limitati a rettangolini in fondo a pagina 15 o giù di lì, celebrando questo Galileo senza spiegare cosa sia ed evitando accuratamente di discutere del razzo vettore.Partiamo allora dall’inizio per fare un po’ di chiarezza.
Il razzo vettore Soyuz è un missile derivato direttamente dal primo ICBM della storia, il R-7 Semyorka, inventato in Unione Sovietica nel 1957.
Pur trattandosi di un progetto molto vecchio, risulta essere estremamente economico ed affidabile. In conseguenza a queste due caratteristiche, ha volato oltre 1700 volte, raggiungendo un picco di produzione nei primi anni ’80 di 60 unità all’anno. (altro…) -
Space:1899
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