Tag: fotografia

  • Fotografia digradante

    Tutti i fotoamatori avranno almeno sentito parlare del cosiddetto filtro a densità neutra graduato o, più semplicemente, filtro digradante (qualcuno lo chiama in inglese filtro GND, Graduated Neutral Density).
    Non tutti ne avranno usato uno, molti forse non hanno idea delle sue possibilità.
    In questo post, racconto un po’ la mia esperienza con lo strumento in modo che possa tornare utile ad altri.

    Io non ho un filtro digradante e mai avrei pensato di volerlo comprare, pensando che la sua utilità fosse limitata.
    Questo prima di iniziare ad utilizzare la sua controparte digitale.

    La mia vacanza estiva ai fiordi norvegesi è purtroppo stata parzialmente rovinata da un meteo per la maggior parte inclemente.
    Al ritorno, tuttavia mi sono reso conto che gli scatti non solo mostravano un cielo brutto, il che era perfettamente comprensibile, ma risultavano in generale più piatte di quello che ricordavo.
    Dopo un po’ di ragionamenti, è risultato chiaro che il problema delle fotografie fosse proprio il cielo.
    Come probabilmente tutti sapete, il sensore di una fotocamera digitale non ha la gamma dinamica dell’occhio umano, di conseguenza non riesce a rendere su file tutte le sfumature del sentiero, del prato, del bosco, della strada, del cielo e del sole. Una soluzione a tutto questo è l’utilizzo della tecnica del HDR che però spesso è scomoda da usare quando si è in viaggio e spesso si rivela anche un overkill.
    Il filtro graduato viene in aiuto in situazioni in cui la perfetta esposizione del terreno e del panorama porta a una sovraesposizione del cielo che risulta molto spesso biancastro o uniformemente grigio. (altro…)

  • Archivio fotografico della NASA

    Santorini, foto NASA ISS017-E-12897La NASA mette a disposizione l’archivio delle fotografie scattate alla Terra dal 1961 ad oggi.

    Non si tratta un mero ammassamento di file, ma un motore di ricerca che rende facile trovare (se c’è) una fotografia di una zona del mondo.

    Si possono cercare parole chiave per specificare toponimi, formazioni geologiche o anche gli effetti di uno tsunami.

    Oppure, molto più divertente, si può utilizzare la mappa interattiva di Google e tracciare un rettangolo entro il quale deve ricadere la foto. (altro…)

  • Il lato negativo

    Nel campo della fotografia digitale, tutti sanno che esistono alcuni formati standard che negli anni sono diventati ubiqui: per citare i più famosi ricordiamo il TIFF e JPEG normalmente usati per la “fotografia” come generalmente intesa.
    Per quanto questi formati siano compresi solo in maniera superficiale dagli utenti – provate solamente a menzionare la compressione lossylossless in una conversazione e i risultati saranno esilaranti – e di conseguenza spesso utilizzati a sproposito, si tratta ad ogni modo di sigle e concetti che sono più o meno entrati nel gergo comune, sia a casa che sul posto di lavoro.

    La stessa cosa non può dirsi per quanto riguarda le immagini cosiddette RAW ovvero quei formati immagine (normalmente corredati da appositi meta-dati) che memorizzano i dati grezzi provenienti dai sensori di immagini delle fotocamere digitali. Per fare un confronto con la pellicola – per quanto in termini semplicistici – potremmo dire che un file RAW rappresenta la negativa mentre una immagine JPEG è più simile a una stampa.
    L’immagine RAW contiene sostanzialmente tutte le informazioni catturate dal sensore ottico, una foto JPEG è il risultato di una elaborazione (e normalmente anche di una compressione lossy) di queste stesse informazioni: si tratta quindi di un prodotto finito creato però in base a parametri necessariamente meccanicistici dei processori di immagine all’interno della fotocamera. Per tornare alla metafora di prima, qualcosa di simile ai minilab che sviluppano e stampano le negative senza, o quasi senza, intervento umano. (altro…)

  • Un altro geek contento

    Luigi ha già trattato l’argomento in un post precedente, ma non poteva pensare di mantenere l’esclusiva in un covo di Geek come questo 🙂

    La scorsa settimana ho acquistato un nuovo obiettivo zoom, in particolare il AF-S DX NIKKOR 55-300mm f/4.5-5.6G ED VR.
    Appena tolto dalla scatola, ho fatto le solite prove inutili, tipo fotografare la cima del campanile del Paese oppure l’alberello sulla terrazza del vicino, ma ovviamente un Geek non poteva dirsi soddisfatto.
    Lo scorso 24 Settembre, quindi, approfittando di una schiarita nel cielo perennemente nuvoloso delle ultime settimane, ho colto l’occasione per uno scatto alla Luna.

    Dato che l’obiettivo è dotato dello stabilizzatore ottico di seconda generazione, ho anche voluto provare a scattare a mano libera, con il solo supporto del braccio appoggiato al davanzale.
    L’esposimetro della mia macchina tende per progettazione a sovresporre, quindi ho fatto qualche tentativo scendendo di volta in volta con la compensazione EV: a -3 il risultato era decente e sono arrivato di scatto in scatto fino a -4.
    Usando la tecnica dello stacking di cui abbiamo già parlato in un post dell’anno scorso, ho mediato digitalmente sei scatti per ridurre il rumore e per coprire una gamma dinamica più ampia.
    Il risultato è ovviamente andato su Flickr e su qualche gruppo a cui sono iscritto.

    Tutto questo, naturalmente, con grande soddisfazione personale.
    I geek e i fotoamatori, mi possono capire.

     

  • La storia di un urlo

    Screaming for help - the colored versionL’immagine riprodotta qui a fianco è un autoritratto di Noam Galai scattato il 17 febbraio del 2006.

    L’immagine è stata riutilizzata varie volte senza il permesso dell’autore ed è diventata un’icona pop, al punto che l’autore mantiene un sito e un blog per tenere traccia dell’uso dell’immagine.

    L’autore ha deciso di non adire alle vie legali contro gli utilizzatori e sta sfruttando a sua volta la popolarità del suo scatto.

    Come si dice in in inglese, what goes around comes around.

  • Meno rumore, grazie

    Aperture-iconCapita spesso, leggendo libri o consultando siti che trattano fotografia e tecniche collegate, di rimanere frustrati nel leggere quello che sembra un complicato setup necessario per ottenere qualsiasi tipo di scatto professionale, tra filtri, treppiede, foto di prova e via dicendo.
    Premetto che io sono un grande estimatore dei fotografi professionisti, non critico per niente la loro tecnica, ma anzi ammiro la loro capacità di fare arte con un mezzo che negli anni è stato banalizzato prima con le macchine fotografiche usa e getta, ora con le fotocamere digitali integrate nell’iPhone e nei suoi cugini.

    Detto questo, personalmente trovo che nella stragrande maggioranza dei casi, la fotografia sia il cogliere un momento specifico che a volte dura una frazione di secondo e che non si ripeterà. Ritengo che un fotografo amatoriale con una dotazione media – non necessariamente costosa o complicata – possa fare degli scatti decenti ricorrendo al buon senso e a un minimo di pratica.
    In questo post vorrei dimostrare la fondatezza della mia opinione, trattando come esempio una tecnica abbastanza semplice e piuttosto efficace, ovvero la riduzione del rumore tramite mediazione di immagini multiple (avrà un nome meno verboso che io non conosco?).
    Con un esempio pratico mostrerò come ottenere un risultato discreto in condizioni difficili.

    (altro…)

  • Fototour del LHC

    Ars Technica ospita un interessante tour fotografico del LHC.

    Le immagini potrebbero richiedere qualche secondo ad arrivare, ma l’attesa è ben ripagata.

  • La NASA partecipa a The Commons

    Albert Siepert Points Out Highlights of Apollo 10 Liftoff to Belgium King and QueenLa NASA si aggiunge ai vari enti che partecipano a The Commons di flickr.

    The Commons è l’iniziativa di flickr che ha lo scopo di rendere pubblici i contenuti degli archivi fotografici pubblici; inoltre gli utenti del social network fotografico vengono invitati a descrivere con tag o con esperienze dirette le foto pubblicate per renderle ancora più visibili e note a tutti.

    Per il momento l’account della NASA di The Commons contiene tre set: Building NASA, Launch/Takeoff e NASA Center Namesakes; altri set di foto seguiranno.