Tag: pa

  • Java governativo

    La maggior parte dei software di invio dati all’Erario, alle Dogane, alla Giustizia e al Registro Imprese si basa su Java. A questi si aggiungono alcuni Internet Banking e altre possibili applicazioni professionali.

    Non ci sarebbe nulla di male, se ciascuno non volesse la propria specifica versione di Java. (altro…)

  • Addio alla CEC-PACco

    Di nuovo siamo costretti a discutere del difficile rapporto fra la PA e la tecnologia, in questo caso per quanto riguarda la “semplificazione” dei rapporti fra il cittadino e gli uffici amminsitrativi del nostro Paese.

    Molti di voi avranno sentito parlare di Postacertificat@, nome volgare di un servizio ufficialmente chiamato  CEC-PAC il cui acrostico è – in puro stile burocratese italiano – Comunicazione Elettronica Certificata tra Pubblica Amministrazione e Cittadino. Si tratta di un indirizzo di Posta Elettronica Certificata particolare: funziona infatti solo tra i privati cittadini e gli indirizzi PEC della PA, ed era fornito gratuitamente da Poste Italiane.
    Il vantaggio di essere gratuita e disponibile per ogni cittadino, previa registrazione, avrebbe dovuto portare a una sua rapida diffusione e quindi a una larga utilizzazione eliminando così la mitica Raccomandata AR che ha fatto parte della vita di tutti noi per tanti anni.
    D’altro canto, lo svantaggio di questa casella era quello di essere “zoppa” ovvero di poter comunicare solo con alcuni indirizzi specifici della PA.
    Insomma, un guazzabuglio forse appena accettabile sulla carta, ma del tutto impratico nell’uso reale.
    La necessità di contattare anche altre entità dotate di PEC oltre la PA e la costante riluttanza di quest’ultima ad abbandonare carta e bolli per sposare il digitale ha scoraggiato i cittadini a sottoscrivere la casella o ad utilizzarla una volta aperta.
    Risultato: il cittadino continua a usare carta oppure si è aperto una PEC “vera” da usare anche con la PA. (altro…)

  • La zuppa di petali di rosa

    Ogni tanto qualcuno pensa che una zuppa di petali di rosa sia migliore di una zuppa di cipolle perché le rose sono più belle delle cipolle.

    Stefano Quintarelli segnala la notizia che il Comune di Monaco farà dietrofront e rimetterà Windows sui suoi PC su cui aveva messo LiMux, una distribuzione Linux creata da loro.

    Ci sono molte cause, a mio modo di vedere, del fallimento di questo progetto.

    La prima è l’approccio autarchico al problema. Linux fa parte di un ecosistema collaborativo che permette a tutti di non inventare la ruota ogni mese, ma di prendere la ruota migliore possibile, apportare piccole modifiche o migliorie, utilizzarla per sé e condividerla con gli altri. Monaco ha avuto l’arroganza di voler gestire una distribuzione Linux, ma non è il mestiere di un ente pubblico, meglio lasciarlo fare a chi è capace. LiMux è stato addirittura certificato ISO9241: un approccio open e collaborativo sarebbe stata la proposta di patch a KDE e la certificazione ISO di KDE. In questo modo ne avrebbero beneficiato tutti e, magari, la comunità avrebbe lavorato per migliorare ulteriormente KDE, facendo in modo che anche Monaco ne traesse un beneficio. (altro…)

  • GOV.UK

    Approccio pragmatico e orientato al servizio quello del nascente sito GOV.UK: grafica leggera e leggibile, home page eterea, informazioni al posto di propaganda della PA.

    Una delle parti interessati per tutti i professionisti del web è l’elenco (sempre suscettibile di modifica) delle linee guida che merita di essere tradotto perché valido per ogni sito della PA (e non) anche dall’altro lato della Manica.

    Da notare come l’accento sia posto veramente sull’utilizzatore, come sia valorizzato il concetto di open (open data, open source…) e come sia scoraggiata l’autoreferenzialità.

    Finito di leggere questo decalogo andate a fare un giro su un sito della PA italiana, uno qualsiasi.

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