Categoria: Commenti

Commenti a fatti o notizie

  • E se l’avessero pensata proprio così?

    Qualche giorno fa Trenitalia (attraverso il profilo di Twitter @FSNews_It) ha chiesto agli “influencer(termine che indica persone dotate di un ego di dimensioni mostruose e che ci credono pure) di usare l’hashtag “#MeetFS” per inviare critiche costruttive e suggerimenti all’azienda.

    Questa geniale trovata ha avuto l‘ovvio risultato di una vera e propria valanga di critiche, improperi, insulti, sputtanamenti (e chi più ne ha più ne metta), spesso corredati da immagini che dimostravano gli aspetti peggiori di chi, ogni giorno, si trova (volente o nolente) ad essere un cliente di Tranitalia. E tengo a sottolineare il concetto “ovvio risultato”, perchè anche mia figlia, che tra meno di un mese compie 7 anni, sarebbe stata in grado di arrivare alla conclusione che una iniziativa di questo genere avrebbe portato a tale risultato.

    Qualcuno ha pensato che facendo un po’ di marketing social da 4 soldi si potesse aiutare a migliorare l’immagine dell’azienda. Riassumento la logica dietro questa operazione mi verrebbe da pensare che il loro ragionamento sia stato: al posto di aprire un canale di comunicazione per ascoltare i problemi veri di chi usa il servizio, si può sfruttare l’immenso ego di poche persone e far credere a tutti, tramite queste ignare pedine, di usare quel canale per migliorare la propria immagine.
    Insomma hanno pensato che facendo “social PR” si potesse migliorare la “Customer Satisfacion”.

    E a pensarci bene non credo che dietro questa operazione ci sia un “e-markettaro-2.0-social“, ossia quella tipologia di persone che non ha assolutamente la benchè minima conoscenza della rete,”professionisti” che basano il proprio business nel convincere le azienda che più follower (per Twitter) e like (per Facebook) si hanno meglio è (si vabbè, non importa se, come dimostra una interessantissima ricerca dell’amico Marco Camisani Calzolari, una grossa parte di questi follower e fike sono, in realtà, fasulli e facilmente acquistabili sui canali più classici del mondo del web).

    La verità è che a pensarci bene, forse… sono pure riuscitinel loro intento. Dietro questa operazione, forse… c’è qualcuno che l’ha pensata e bene in tutti i suoi aspetti. Uno che di social marketing, forse… ne capisce sul serio.

    Forse.
    Già perchè loro ora sanno che le persone hanno un canale da usare per poter vomitare le loro lamentele. Un canale che nell’immaginario dell’utente medio non era nato per raccogliere lamentele, ma un canale che appare come “privilegiato”. E qualche utente penserà che proprio perchè “privilegiato”, quel canale sarà usato sul serio e magari qualcosa migliorerà.
    Poi nulla cambierà. Come sempre. Ma qualche utente penserà di aver “fregato” Trenitalia.
    E non è un brutto risultato per l’azienda.

     

  • Making of the Genesis Sequence

    Ogni buon geek presente su questo blog sa che questa settimana si celebra il trentennale di un’opera cinematografica che ha segnato la storia della fantascienza.

    Anzi, non solo della fantascienza, ma del cinema in generale: infatti questa pellicola mostra per la prima volta una sequenza cinematografica interamente genereta al calcolatore.

    Esiste su Youtube un interessante filmato che documenta in maniera superficiale le tecniche utilizzate per creazione della cosiddetta Genesis Sequence.
    Pare non sia molto conosciuto, mi sembrava quindi interessante segnalarvelo in questa ricorrenza.

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=Qe9qSLYK5q4&w=480]

    Per chi non lo sapesse, questa sequenza fu originariamente realizzata dal Graphics Group della Lucasfilm Computer Division, l’embrione di quella che sarebbe diventata poi la Pixar Animation Studios.

  • La falsa sicurezza dei default

    Una delle iniziative intraprese da Microsoft negli anni scorsi per “aumentare la sicurezza” è stata quella di cambiare le impostazioni predefinite di un sistema operativo server appena installato.

    Così Windows 2008 appena installato ha attive un sacco di impostazioni assolutamente inutili che non servono assolutamente a nulla, se non ad intralciare il lavoro del SysAdmin che sta installando il server.

    All’avvio viene chiesto di specificare una password di Administrator, ma è attiva la policy di complessità della password. Il risultato è che se si scrive Password1 il sistema la accetta, mentre qualcosa tipo lasicurezzanonèneidefault viene rifiutato.

  • Archiviazione della posta elettronica

    È fuori discussione che l’archiviazione della posta elettronica sia una necessità e, alcune volte, un obbligo.

    Il SysAdmin deve risolvere in un modo o in un altro questa necessità degli utenti, senza decidere ex auctoritate che si tratta di un vezzo o della conseguenza della pigrizia di chi utilizza la mail. Nella posta elettronica ci sono le tracce con riferimenti temporali delle interazioni con clienti o fornitori esterni e alcune volte c’è la storia evolutiva di un’organizzazione.

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  • Non sono questi i sistemisti che state cercando

    Ficcanasando nel sito di una ditta di servizi informatici mi sono imbattuto nella loro pagina della ricerca di personale.

    Guardo quelle pagine non perché potrei essere interessato alla loro offerta, ma per vedere il mercato.

    Nel caso specifico trovo questa bella offerta di lavoro:

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  • Corso di aggiornamento

    È il nome che do al lavoro manuale, quello vero.

    Un consulente IT passa la maggior parte del tempo o a fare riunioni con i clienti oppure a lavorare con monitor, tastiera e mouse. Alcune volte sposta (o disimballa) un server, una stampante o un PC, ma quello fa parte del gioco.

    Il vero lavoro manuale è quello dove dopo 10 minuti si è sporchi, ci si tagliano le mani, lo si fa in condizioni non ottimali e si rischia costantemente di farsi del male se non si è più che attenti. Un qualcosa che è normale per molti lavoratori, ma è spesso sconosciuto ai consulenti IT.

    Una delle occasioni in cui chi lavora nell’IT affronta il lavoro manuale è durante i traslochi. In quel momento l’aria condizionata o il riscaldamento sono spenti e l’attività va svolta anche se piove o c’è un sole che spacca le pietre. Sono i momenti in cui si smontano i rack pieni di polvere, si spostano gli UPS e si trasporta un sacco di roba a forza di braccia.

    Queste occasioni le chiamo corsi di aggiornamento perché è giusto ricordarsi com’è un lavoro fisico per aiutarci anche a lamentarsi di meno quando dobbiamo lavorare seduti in un clima ideale con la nostra bevanda preferita a portata di mano.

  • Agenda Digitale? Competenti cercasi.

    Sarà la mia vis-polemica, ma io sono sempre molto diffidente quando le iniziative di un certo livello vengono messe in mano a qualcosa di “governativo“. Non so se questo derivi dalla mia estrazione “hands-on” o se derivi da altri fattori… certo è che quando mi trovo dinnanzi a certe cose, io rimango basito.

    L’immagine che trovate in questa pagina è uno screenshot fatto qualche minuto fa di quello che si raggiunge digitando, sul browser, “agenda-digitale.it” al posto di “www.agenda-digitale.it“.

    E’ vero… sarà una cazzata… “Agenda Digitale” si deve occupare di cose ben più importanti… ma mi chiedo… se chi si siede “in cabina di regia” non è nemmeno in grado di “scegliere” personale competente, come può avere la credibilità necessaria per “coordinare” e “definire” la strategia dell’Agenda Digitale Italiana?

    (e vediamo quanto tempo ci mettono a mettere a posto questo problema ‘da nulla’)

     

  • Ridondanza delle informazioni

    Non esiste organizzazione in cui ogni informazione è registrata una volta sola e pretendere di arrivare a questo utopico obbiettivo è irrealistico e, spesso, improduttivo.

    Però alcune volte le informazioni sono ridondate in maniera non necessaria, con rischi di costi nascosti dovuti alla manutenzione di più archivi e alle conseguenze del disallineamento degli stessi (o l’allineamento è fatto per via algoritmica o non è). In questo scenario si inserisce spesso un irrazionale antagonismo tra uffici (o tra scrivanie dello stesso ufficio) tale per cui un’informazione come un numero di telefono di un cliente diventa un dato custodito più gelosamente del PIN del bancomat.

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  • Olimpiadi porno

    Lo so che questo titolo farà alzare a dismisura le hit di questa pagina, ma non l’ho scelto per questo. 🙂

    Come fa notare Mikko Hypponen (ne avevo bisogno perché non seguo gli eventi sportivi), la trentesima olimpiade estiva che si terrà a Londra espressa, come d’abitudine, in numeri romani contiene la stringa XXX.

    Bloccare quella stringa nel firewall/proxy è semplicemente da pirla, ma so che succederà, specialmente a quelli che metteranno .xxx non sapendo che il sistema interpreta una regex che matcha la stringa xxx preceduta da un qualsiasi carattere.

    Prepariamoci al salto degli ostacoli dei falsi positivi.

  • Virtuale mica tanto

    Prendo spunto da un post di Stefano per dire la mia sull’abuso della parola virtuale riferita alle attività che hanno a che fare con Internet e assimilati.

    Si sa che il parlar comune e il giornalismo sguazzano come maiali nel fango nei cliché al punto che di quando in quando leggiamo articoli di giornale che si scagliano contro l’abuso di quello o quell’altro cliché da parte dei giornalisti stessi.

    Tra i termini oramai logori per riferirsi ad Internet e dintorni se ne annoverano due un po’ fastidiosi.

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  • La censura su Internet

    Il 5 aprile u.s. i gestori di www.dplmodena.it hanno ricevuto una comunicazione da parte del Segretario generale del Ministero del Lavoro che richiedeva la chiusura del sito il cui nome a dominio risulta intestato a Eufranio Massi. Il giorno successivo il sito veniva messo offline e al suo posto appariva la pagina rappresentata a lato.

    Il sito, che fa capo alla Direzione Provinciale del Lavoro di Modena, forniva informazioni riguardanti la giungla legislativa del mondo del lavoro e, a quanto è dato sapere, non conteneva informazioni illegali o che incitassero l’illegalità.

    Ovviamente, la chiusura ex auctoritate non impedisce che i contenuti del sito siano ancora consultabili.

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  • Curricula informatici

    In questo periodo sto selezionando una figura IT junior per conto di un cliente e mi capita di vederne di ogni.

    Abbiamo deciso di utilizzare la piattaforma Monster, che, secondo me, è molto valida, almeno per il settore IT, ed ha un buon rapporto prezzo/risultato (fine dello spot, tranquilli).

    Di seguito alcune riflessioni mutuate da questa esperienza, nella speranza che servano a qualcuno.

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