Tag: backup

  • Ransomware e backup

    Dopo quasi dieci anni durante i quali i vari tipi di malware non distruggevano i dati, il ransomware ha riportato in auge un vecchio tema di lotta contro i vari tipi di malware.

    Il ransomware è quel tipo di software ostile che blocca in qualche modo l’accesso ai file degli utenti per chiedere poi un riscatto (ransom).

    Lo scorso anno CryptoLocker è diventato relativamente famoso e in quattro mesi di vita ha già fatto moltissime vittime. Negli ultimi giorni è stato annunciato Prison Locker (originale su Pastebin), un nuovo tipo di ransomware che cripta ogni tipo di file accessibile di un’installazione Windows, con l’eccezione degli eseguibili e dei file di sistema.

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  • Backup su storage online

    In questo contesto online non è da intendersi come “su un qualche server di Internet”, ma “su un server accessibile in maniera automatica con comandi appositi (mount, rsync, net use) senza l’intervento umano indipendentemente dalla sua collocazione fisica”. Se avete in testa la parola cloud state leggendo la pagina sbagliata, circolare! circolare!

    Una volta backup implicava “supporti rimovibili” (floppy o nastri che fossero). A parte storie più o meno leggendarie di maltrattamenti e mutilazioni involontarie dei supporti, era un sistema relativamente sicuro (a meno di non usare i DAT a 4mm, nel qual caso era sicuro che i dati erano persi…) perché qualsiasi evento che avesse come vittima i dati salvati non poteva fisicamente raggiungere i dati salvati. In poche parole un’azione che portava alla cancellazione di tutti i dati non poteva cancellare le copie degli stessi salvate sui supporti rimovibili.

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  • Svuotate quell’accidente di cestino!

    Qualche giorno fa ho migrato un mail server con storage maildir e client in IMAP di un cliente su una nuova macchina virtuale.

    Nonostante siano configurati relativamente pochi utenti, /var/spool/mail è di 30 Gb. Non è un problema, su Linux la limitazione è solamente lo spazio disco e, come per i file server, parto sempre dal presupposto che se una persona conserva un messaggio di posta elettronica ha motivo di farlo.

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  • Ho perso dei dati

    Alcuni dei miei dati sono andati distrutti, forse irrimediabilmente.

    Ehm, c’è da festeggiare?..

    In un certo perverso senso. (altro…)

  • Un backup delle VM ben fatto

    veeamÈ un po’ di tempo che voglio scrivere qualcosa su VEEAM, ho sempre rimandato perché non volevo che la cosa sembrasse una marchetta (ho una manciata di lettori, che diavolo posso pretendere? ma ci sono sempre quelli che vedono complotti dappertutto).

    Conosco e utilizzo come SysAdmin BackupExec (BE) da quando era di Arcada; poi è passato a Seagate, quindi a Veritas, che è stata poi fagocitata da Symantec. Posso dire di avere un po’ di esperienza con BE. Per alcuni periodi ho utilizzato anche il backup di CA, ma è stato un calvario.

    BE è sempre stato il software d’elezione per le realtà medio piccole: funzionava bene, era semplice e non aveva bisogno di due o tre tecnici-sacerdoti che lo curassero (qualcuno ha detto “Tivoli Storage Manager”?)

    All’inizio BE era bello, semplice e comodo: si diceva al programma “ogni giorno a quest’ora mi fai la copia di tutto il server su questa unità nastro” e lui da bravo lo faceva e aggiornava il log delle attività. Bastava guardare nella consolle se c’erano delle righe rosse, tenere d’occhio il numero di byte copiati e il gioco era fatto.

    Quando l’ha preso in mano Symantec è iniziata la fine: un sacco di roba inutile, una complicazione dopo l’altra e un carrozzone pesantissimo di bloatware. Fare un backup con BE è peggio che avere a che fare con la PA. La versione per gli ambienti virtuali ha un sacco di limitazioni e prima di farla funzionare bisogna buttare via dei giorni per capire dove sta il problema.

    Non nascondo che la prima volta che ho sentito parlare di VEEAM ero un po’ scettico. Ratmir Timashev? Un backup fatto da un russo? 🙂

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  • Il problema di Cassandra

    I professionisti del settore spesso ricordano dei semplici principi base della gestione dell’IT.

    Tra questi semplici principi ci sono fare i backup, controllare i backup, non mettere i backup sopra i server che vengono salvati e investire in un piano di backup offsite.

    Spesso questi consigli vengono accolti con risolini di compatimento o vengono considerati un metodo per vendere delle apparecchiature o per aumentare i giocattoli dell’IT.

    Il piccolo problema è che può succedere questo:

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  • Salvare in un PST le singole cartelle di Exchange

    Può capitare di voler fare un backup supplementare rispetto a quello canonico di alcune cartelle di Exchange per alcuni utenti.

    Lo scopo di quanto segue è fornire uno strumento schedulabile con il servizio integrato di Windows che consenta di salvare con cadenza regolare tutta o una parte di una mailbox di Exchange su un file PST.

    Questa procedura non sostituisce il normale backup, ma lo affianca, in quanto potrebbe essere eseguita con una frequenza diversa rispetto al backup e il file generato può essere aperto dall’utente in maniera autonoma o con un minimo di supporto.

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  • PaperBack

    PaperBack è un programma di backup per Windows un po’ inusuale.

    Questo software converte un file in uno schema di pixel monocromatici come quelli riportato a fianco.

    È possibile selezionare la densità, la dimensione e la ridondanza dello schema di pixel che viene stampato per adattare il risultato alla tecnologia di stampa utilizzata.

    Con una stampante a 600 dpi si possono salvare 500.000 byte di dati su un singolo foglio A4; se si decide di utilizzare una stampante a getto d’inchiostro è bene ridurre la densità dei pixel.

    Le stampe di PaperBack possono essere lette con uno scanner e date in pasto al programma per essere riconvertite in un file.

    Il programma è completamente gratuito e open source, quindi è possibile analizzare il tipo di algoritmo utilizzato per la codifica dei dati.

  • In fiamme

    Il seguente è il mio primo tentativo “serio” di scrivere haiku in pubblico. (altro…)

  • Qual è lo scopo del backup?

    Ovviamente è il restore, ma non tutti sembrano mettere in pratica davvero questa regola.

    La maggior parte delle persone (dall’utente casalingo al SysAdmin) si preoccupa del backup, ovvero dell’efficienza e (ammettiamolo) dell’estetica delle procedure di backup, tralasciando completamente la parte di restore.

    Quando l’ambiente funziona a dovere, il restore è semplice; se l’utente cancella un singolo documento di Word ci sono i wizard, le interfacce grafiche, gli automatismi, le protezioni, i manuali online…

    Ma se il danno è più grave o più esteso?

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  • Android: trasferire gli SMS da un telefono ad un altro

    Articolo pubblicato contemporaneamente sul mio blog personale
    stefanopetroni.wordpress.com

    SMS Backup & Restore Ricordate i bei vecchi tempi in cui quando si cambiava cellulare occorreva prendere le ferie per passare i dati da quello vecchio a quello nuovo? Beh, nell’epoca degli smartphone ci si augura che le cose siano un po’ più facili, specie se si passa ad un altro cellulare con lo stesso sistema operativo (nel nostro caso Android).

    Una delle cose che non mi è mai riuscita era quella di esportare gli SMS da un cellulare ed importarli in quello nuovo. Era semplicemente impossibile anche se i due telefoni erano lo stesso modello della stessa marca (grazie Nokia). Ma questo è solo un brutto ricordo per gli Androidiani grazie ad un programmino semplice semplice che fa (bene) quello che promette. Stiamo parlando di SMS Backup & Restore by Ritesh Sahu (altro…)