Siamo in un periodo in cui parte del malware è scritto con la finalità di bloccare i file di dati per poi chiedere un riscatto (ransomware).
In questo momento il ransomware è diffuso in ambiente Windows, ma presumere di essere immuni solo per il fatto di non utilizzare Windows è da sprovveduti.
Ci sono delle strategie di backup semplici da attuare che permettono di mettersi relativamente al sicuro in caso di attacchi di questo tipo ed evitare disastri. (altro…)
Il quotidiano locale di Pavia oggi riporta la notizia di un disservizio del DEA che si protrarrebbe da alcuni giorni.
Tra le righe, benché non venga citato espressamente il nome nell’articolo, si capisce che il problema è stato causato da una delle varianti di Cryptolocker.
La chiusa dell’articolo, riportata a fianco, dice espressamente che il pagamento del riscatto è “l’unico modo conosciuto finora per decrittare i dati”.
Affermazione vera nella forma, ma che lascia intendere una falsità nella sostanza. (altro…)
Dopo quasi dieci anni durante i quali i vari tipi di malware non distruggevano i dati, il ransomware ha riportato in auge un vecchio tema di lotta contro i vari tipi di malware.
Il ransomware è quel tipo di software ostile che blocca in qualche modo l’accesso ai file degli utenti per chiedere poi un riscatto (ransom).
Lo scorso anno CryptoLocker è diventato relativamente famoso e in quattro mesi di vita ha già fatto moltissime vittime. Negli ultimi giorni è stato annunciato Prison Locker (originale su Pastebin), un nuovo tipo di ransomware che cripta ogni tipo di file accessibile di un’installazione Windows, con l’eccezione degli eseguibili e dei file di sistema.