Sull’utilità dell’utilizzo di verifica a due fattori per le password di accesso ai servizi abbiamo già discusso innumerevoli volte.
Reimpostare una password, in molti casi, si rivela fin troppo semplice e un attacker che dovesse riuscire ad accedere all’indirizzo email di un utente, potrebbe potenzialmente compromettere molti, se non tutti, i suoi account. L’autenticazione a due fattori permetti di combinare una seconda informazione con la password in modo da rendere tentativi di attacco più difficili.
Tipicamente, una autenticazione a due fattori potrebbe essere realizzata combinando una password con un codice usa e getta inviato via SMS oppure generato da una app installata sullo smartphone.
Qualche organizzazione, tipicamente banche, usano già da qualche anno quelli che si definiscono disconnected tokens ovvero piccoli dispositivi elettronici che forniscono codici usa e getta su un display, normalmente usando una modalità time-based basata su un oscillatore al quarzo integrato (la pagina Multi-factor authentication sulla Wikipedia è molto esaustiva e interessante da leggere a questo proposito).
Una notizia più recente è invece la possibilità di utilizzare l’autenticazione a due fattori di Google con un token fisico non proprietario e con Chrome. (altro…)