Tag: microsoft

  • Open Microsoft

    Microsoft, si sa, non è una azienda che abbia mai brillato per apertura o adesione agli standard. E’ una impresa che ha dominato il mercato per diversi anni prima con IBM e poi con con il cosiddetto “duopolio” Wintel; negli ultimi anni se la sta passando meno bene di una volta, complice l’arrivo sul mercato di piattaforme che ne hanno minato la posizione dominante (Linux, ma soprattutto applicativi chiave come LibreOffice), vecchi nomi che si stanno affermando con crescite a doppia cifra (Apple con Mac), una strategia internet perdente nei confronti di Google e la crescita di prodotti mobili a cui praticamente non ha opposto resistenza (Android, iOS, iPhone e iPad).

    Negli ultimi anni, tuttavia, Microsoft ha dimostrato di saper lavorare silenziosamente nella direzione giusta e chi la dava per spacciato si è sbagliato: l’azienda sta uscendo da un periodo buio e non è detto che la sua nuova incarnazione non sia più matura e tutto sommato migliore della precedente.
    Da pochi giorni Microsoft ha lanciato i suoi prodotti di wearable technology (tipo Apple Watch o Android Wear ): Microsoft Band ha dalla sua parte il vantaggio di essere multipiattaforma e, diversamente dalla concorrenza, non si pone come obiettivo solo dispositivi Windows Phone, come forse si sarebbe portati a credere, ma è compatibile con Android e iOS alla stessa maniera.

    Dal punto di vista tablet, pur essendo arrivata sicuramente tardissimo nell’arena dei gladiatori, dobbiamo ammettere che la terza generazione di Microsoft Surface sia un prodotto maturo dal punto di vista hardware che ha il grosso vantaggio di poter far girare una versione completa di Windows 8: con questo si realizza il sogno di potersi portare il proprio personal computer nel borsello e usarlo ovunque.
    Molto utenti ancora non si sono resi conto di questa rivoluzione copernicana: i tablet con Windows sono probabilmente meno veloci e meno sexy di un iPad o di un Galaxy Tab, ma sono 100 volte più versatili. Posso portare con me PhotoShop, o AutoCAD, o CorelDraw o Matlab o qualsiasi versione di un sistema di office automation io voglia, senza necessità di usare versioni ridotte o app con propaggini nel cloud: uso le applicazioni complete come sono abituato a fare dagli anni ’80.

    L’interfaccia delle varie incarnazioni di Windows, basata sulle Active Tiles è senza dubbio una rivoluzione rispetto ad altri OS ancora basati su icone statiche: almeno per quanto riguarda telefoni e tablet è probabilmente un punto di forza rispetto alla concorrenza che dispone di una interfaccia magari più “tradizionale”, ma meno versatile.

    Detto questo, l’argomento del post è in effetti l’ultima rivoluzione in casa Microsoft, annunciata questa settimana durante l’evento Connect(); riguarda VisualStudio e il .NET Framework.

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  • Zero-Day contro PowerPoint

    Ieri Microsoft ha rilasciato un bollettino di sicurezza su una vulnerabilità della tecnologia OLE.

    Il bollettino parla di limitati exploit in circolazione che sfruttano PowerPoint, altri non sono così ottimisti. Sono interessate tutte le versioni a 32 bit di Microsoft Office. Attenzione che il 32 bit si riferisce alla versione di Office, non del sistema operativo, quindi un Office a 32 bit che gira su un Windows a 64 bit è vulnerabile.

    Chi ha potuto esaminare l’exploit riporta che, se è attivo UAC, viene richiesto il permesso per eseguire un programma con privilegi elevati, la qual cosa dovrebbe insospettire l’utente (ma ci sono poche speranze).

    Microsoft ha rilasciato anche un QuickFix in attesa della patch definitiva via Windows Update, a testimonianza del fatto che la diffusione dell’exploit potrebbe non essere così limitata.

    Il consiglio è di installare quanto prima il QuickFix e di non aprire allegati di documenti Office (PowerPoint, Word, Excel) che provengono da fonti sconosciute, specialmente se contenuti in file compressi (ZIP).

  • La zuppa di petali di rosa

    Ogni tanto qualcuno pensa che una zuppa di petali di rosa sia migliore di una zuppa di cipolle perché le rose sono più belle delle cipolle.

    Stefano Quintarelli segnala la notizia che il Comune di Monaco farà dietrofront e rimetterà Windows sui suoi PC su cui aveva messo LiMux, una distribuzione Linux creata da loro.

    Ci sono molte cause, a mio modo di vedere, del fallimento di questo progetto.

    La prima è l’approccio autarchico al problema. Linux fa parte di un ecosistema collaborativo che permette a tutti di non inventare la ruota ogni mese, ma di prendere la ruota migliore possibile, apportare piccole modifiche o migliorie, utilizzarla per sé e condividerla con gli altri. Monaco ha avuto l’arroganza di voler gestire una distribuzione Linux, ma non è il mestiere di un ente pubblico, meglio lasciarlo fare a chi è capace. LiMux è stato addirittura certificato ISO9241: un approccio open e collaborativo sarebbe stata la proposta di patch a KDE e la certificazione ISO di KDE. In questo modo ne avrebbero beneficiato tutti e, magari, la comunità avrebbe lavorato per migliorare ulteriormente KDE, facendo in modo che anche Monaco ne traesse un beneficio. (altro…)

  • Nuove politiche per MSIE

    Microsoft ha annunciato una serie di novità per il supporto di Internet Explorer.

    I tempi potrebbero sembrare geologici, ma questi cambiamenti hanno profonde ripercussioni nelle organizzazioni multinazionali che utilizzano Internet Explorer come frontend per le procedure interne.

    A partire dal 12 gennaio 2016 solamente le ultime versioni di Internet Explorer per ciascuna piattaforma riceveranno supporto e aggiornamenti. La decisione è decisamente sensata, in quanto limita la complessità del supporto e riduce i vettori di attacco verso i client.

    Allo stato attuale, le ultime versioni disponibili per le varie piattaforme sono:

    • Windows Vista SP2: Internet Explorer 9
    • Windows Server 2008 SP2: Internet Explorer 9
    • Windows Server 2012: Internet Explorer 10
    • Windows 7 SP1: Internet Explorer 11
    • Windows Server 2008 R2 SP1: Internet Explorer 11
    • Windows 8.1: Internet Explorer 11
    • Windows Server 2012 R2: Internet Explorer 11

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  • Sorgenti di MS-DOS 1.1

    ; 86-DOS High-performance operating system for the 8086 version 1.25
    ; by Tim Paterson

    Così inizia il file MSDOS.ASM dei sorgenti di MS-DOS 1.1  che iComputer History Museum ha reso disponibili assieme a quelli di Word for Windows 1.1a (nome in codice: Opus).

    Per quanto riguarda MS-DOS si tratta della prima versione disponibile agli OEM, in questo caso proviene dagli archivi della Seattle Computer Products. Questo sistema operativo si chiamava PC-DOS nella versione IBM e MS-DOS nella versione OEM.

    Sono sorgenti ovviamente in assembler ben commentati e alcune volte accompagnati da file di testo per chi vuole fare un po’ di ricerche archeologiche. Assieme a quelli dei tre file di sistema, ci sono i sorgenti delle varie utility distribuite assieme al sistema.

    Per chi ha lavorato con MS-DOS e ha cercato di aggirarlo, scardinarlo, ingannarlo per scrivere software e sapeva a memoria metà della la Interrupt List si tratta di una via di mezzo tra un tuffo nel passato e un ritorno nella casa d’infanzia.

  • Windows XP: ci siamo quasi

    installazione windows xpManca poco più di un mese al termine del supporto di Windows XP.

    Nei prossimi giorni chi ha ancora dei PC con quel sistema operativo decideranno se cambiarlo o arrivare alla data di fine supporto con XP e andare avanti quanto più possibile. La situazione congiunturale non invoglia certo ad affrontare spese.

    Per quello che è dato sapere, all’inizio di aprile non succederà nulla di clamoroso, non siamo in una situazione paragonabile al dicembre 1999.

    Molte installazioni di XP sono incorporate in sistemi di controllo di produzione o fanno girare dei software troppo costosi da rimpiazzare, posto che sia ancora possibile farlo. Uno scenario simile si era verificato con Windows NT 4 e Windows 2000, le soluzioni da implementare sono analoghe a quelle già ampiamente sperimentate da anni per quelle versioni: il segmento di LAN con i sistemi fuori supporto deve essere fisicamente isolato e il traffico mediato da un firewall con attivate le opportune funzioni di sicurezza come, ad esempio, anti-intrusione e analisi del traffico. Ovviamente il firewall non deve avere una regola di accept all da/per la LAN e Internet, ma deve essere configurato per ammettere il traffico minimo ed essenziale per il funzionamento dei sistemi protetti. (altro…)

  • Rallentamenti di XP e Windows Update

    Un altro chiodo sulla bara di XP a quattro mesi dalla fine del supporto.

    In alcune condizioni, XP è particolarmente lento all’avvio; osservando l’elenco dei processi si vede che svchost.exe sta usando moltissime risorse e continua a farlo per un po’ di tempo, da una decina di minuti ad un’ora. Questo capita in modo particolare nelle installazioni che hanno ancora Internet Explorer versione 6 o 7; può capitare anche in altri casi, ma più raramente.

    Finalmente Microsoft ha spiegato il motivo di questo rallentamento: il client di Windows Update.

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  • Un altro zero-day per Internet Explorer

    Questa storia rischia di diventare una rubrica settimanale.

    FireEye Labs ha scoperto un nuovo zero-day di Internet Explorer. Si tratta di un attacco ROP portato al programma quando questo verifica la data dell’header PE di msvcrt.dll. Se l’attacco va a buon fine, il malware può eseguire codice arbitrario sul computer della vittima (remote code execution).

    Il campione di malware esaminato da FireEye è destinato a Windows XP e 7 con Internet Explorer 7 e 8 versione inglese. Tuttavia la vulnerabilità esiste in tutte le versioni di Internet Explorer e il malware può essere facilmente modificato per attaccare altre versioni e altre localizzazioni del software.

    Non sono disponibili patch per questo problema, l’unica soluzione è evitare di utilizzare Internet Explorer oppure installare e configurare Microsoft EMET. (via ISC)

    Aggiornamento 12/11/2013 – Questo baco verrà corretto con il patch tuesday di oggi.

  • Prodotti Microsoft vulnerabili ai file TIFF

    TIFFAlcuni prodotti Microsoft sono sensibili ad un attacco portato attraverso file grafici TIFF.

    Questo formato è sconosciuto ai più, ma ha una certa diffusione nel campo della grafica e assimilati: la regola generale è che se non l’avete mai sentito nominare è perché non avete mai avuto bisogno di utilizzarlo.

    Tuttavia è possibile attaccare una vittima inducendola ad aprire un file di Office che contiene un’immagine TIFF creata ad arte. Se viene aperto un file di questo tipo con un programma vulnerabile l’attaccante può eseguire dei programmi arbitrari sul computer della vittima (remote code execution).

    I programmi interessati sono:

    • Office 2003
    • Office 2007
    • Office 2010 (solamente se gira su Windows XP oppure Windows Server 2003)
    • Lync

    Questa vulnerabilità viene già sfruttata attraverso mail con allegati creati ad arte che, se aperti, possono eseguire programmi sul computer della vittima.

    Per ora non sono annunciate delle patch, Microsoft ha diramato un bollettino di sicurezza in cui viene spiegato come disabilitare il codec del formato TIFF. Chi non vuole smanettare troppo con la configurazione di Windows può delegare l’attività all’apposito Fix it. (via ISC)

    Aggiornamento 7/11/2013 – Ovviamente la diffusione dei vari exploit di questo baco è maggiore di quella ritenuta all’inizio. Prestate particolare attenzione a delle mail con allegati Word (DOC o DOCX).

    Aggiornamento 6/12/2013 – Microsoft ha annunciato che il problema verrà risolto nel patch tuesday di dicembre 2013.

  • Zero-day per Internet Explorer (con fix)

    Microsoft ha rivelato l’esistenza di uno zero-day per Internet Explorer.

    Secondo i ricercatori di Qualys, per il momento gli attacchi sarebbero geograficamente limitati all’area del Giappone, ma potrebbero diffondersi una volta che è stato rivelato il problema.

    La vulnerabilità scoperta permette di eseguire dei programmi arbitrari sul computer della vittima (remote code execution) inducendola a visitare un sito opportunamente creato per sfruttare il baco.

    Tutte le versioni attualmente supportate di Internet Explorer sono interessate da questo problema.

    La vulnerabilità è provocata da un componente di Microsoft Office che non è stato compilato con la funzionalità della randomizzazione dello spazio degli indirizzi (ALSR).

    Microsoft ha già rilasciato un Fix it per correggere il problema che può essere applicato per le versioni di Exlorer dalla 6 alla 11 incluse. (via Threat Post)

    Aggiornamento 2/10/2013 – Microsoft ha assegnato il codice 2887505 a questo problema.

    Aggiornamento 4/10/2013 – Microsoft corregge questo problema con il patch tuesday di ottobre.

  • Technet: addio e grazie

    TechNet e MSDNMicrosoft ha annunciato la chiusura degli abbonamenti a TechNet.

    All’inizio era MSDN, che offriva tutte le versioni di tutti i sistemi operativi in tutte le lingue (era relativamente poca roba negli anni 90) più i CD di Knowledge Base.

    In seguito è arrivato TechNet, molto più utile agli amministratori di sistema perché conteneva la Knowledge Base, poche versioni dei sistemi operativi e tutti i service pack e gli aggiornamenti.

    Era il periodo pre-ADSL quando Internet andava più a carbonella di quando non continui adesso ad andare piano: un Service Pack poteva richiedere ore e ore per essere scaricato, sempre che non ci si mettesse di mezzo il caro gestore telefonico nazionale con le sue linee inadatte. E comunque molti pagavano una tariffa di collegamento a tempo.

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  • Non è sempre colpa di Microsoft

    C’è la tendenza ad addossare tutte le colpe di Windows (nel contesto di questo articolo Windows 7) a Microsoft.

    Per onestà bisogna dire che Redmond condivide le colpe con gli sviluppatori che, negli anni, hanno deliberatamente ignorato le linee guida dettate per la scrittura dei programmi.

    Già quando era uscito Windows 7 gli sviluppatori del sistema operativo avevano rivelato di aver tolto alcune limitazioni pressanti perché altrimenti molti software di terze parti scritti male non avrebbero funzionato e la colpa sarebbe ricaduta su Redmond anziché sul vero colpevole.

    All’alba del 2013 mi capita di avere a che fare con pacchetto dichiarato compatibile con Windows 7 che fa cose turpi sul file system. Si badi: un pacchetto non scritto da un cantinaro, ma da una rinomata (anche se non nota al pubblico) società di software.

    Immaginate un programma per *NIX fatto da una parte utente e un daemon. Immaginate che questo daemon scriva dei dati su un file creato ogni volta in /usr/bin il quale viene poi letto, modificato e cancellato dal software che interagisce con l’utente.

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