Tag: rim

  • RIM considera la separazione delle attività

    Sotto pressione per il calo di utili, Research in Motion (RIM), il produttore dei Blackberry, sta considerando la separazione delle sua attività.

    Il mese scorso la società canadese ha assoldato JP Morgan e RBC Capital per considerare le opzioni strategiche per far fronte alla situazione.

    Un’opzione sarebbe quella di separare l’attività in affanno di produzione dei dispositivi cellulari da quella di gestione della rete.

    La società di produzione dei Blackberry potrebbe avere una vita propria, oppure essere venduta ad Amazon o Facebook. Anche la società di gestione del network potrebbe seguire la stessa sorte oppure essere aperta all’accesso di compagnie rivali come Apple o Google.

    Un’altra opzione sarebbe quella di mantenere la società intatta, ma vendere grosse quote ad un esterno, come Microsoft.

    Dalla fine del 2008 ad ora la capitalizzazione di mercato di RIM è passata da 77 a 7 miliardi di dollari, con una perdita del 90%

  • Blackberry e sistemi complessi

    Ieri molti server di RIM sono finiti a gambe all’aria lasciando milioni di possessori di BlackBerry senza servizi Internet.

    Molti operatori hanno avvisato i loro clienti via Twitter e mi risulta che Vodafone Italia abbia inviato anche un SMS (se il BlackBerry non va su Internet difficilmente l’utente apprende la notizia via Twitter).

    In questo caso la tecnologia su cui si basa la rete di BlackBerry ha mostrato il suo punto debole: va giù un data centre a causa di un aggiornamento andato male e i BlackBerry della zona EMEA tornano ad essere dei semplici telefoni cellulari.

    Questo perché tutte le comunicazioni dati dei terminali mobili avvengono in maniera criptata tramite dei data centre di RIM. Quando viene configurato un account di posta su un BlackBerry, sono i server di RIM a scaricare la posta dal server, o a riceverla tramite BES, e ad inviarla al terminale.

    Queste feature sono comode in alcune situazioni e l’uso del BES torna utile nelle aziende sia per la possibilità di impostare delle policy che limitano l’abuso del terminale, sia per la possibilità di cancellare da remoto un terminale connesso alla rete cellulare senza dover passare tramite il call centre del provider di telefonia.

    Ma l’utente home o anche SOHO ha davvero bisogno di un dialogo crittografato con RIM? Non è sufficiente una connessione IMAPS anche con un certificato auto generato? In questo modo si toglie una variabile dall’equazione e la si rende più semplice.

    Tantopiù  che il protocollo del BlackBerry non è un protocollo di sincronizzazione, ma di aggiornamento a coda di transazioni. Il che significa che se il vostro terminale si perde gli aggiornamenti che spedisce RIM, quei dati non li vedrete mai sul telefono.

  • Solo una occhiata

    Finalmente, due giorni fa ho potuto toccare con mano il BlackBerry Playbook ovvero il tablet di casa RIM annunciato mesi fa e in uscita – buon ultimo tra i prodotti simili delle grandi case – in Nord America alla metà di Aprile.
    Purtroppo è stata una vera toccata e fuga: da quello che mi ha detto il tecnico di RIM che mostrava il prodotto, si tratta dell’unico esemplare esistente in Italia, quindi ognuno dei partecipanti alla conferenza ha potuto tenerlo solo un minuto.

    La prima impressione è di uno strumento maneggevole: si può tranquillamente tenere con una mano afferrandolo per un lato o tenendolo nel palmo.E’ poco più piccolo di un blocco note A5, ha gli angoli arrotondati, ma per il resto è un bel “mattoncino” che da una ottima sensazione di solidità e non da l’impressione di poter sfuggire dalle mani. Pesa 425g, ma stranamente avendolo tra le mani sembra molto più pesante, evidentemente  è solo una impressione data dalla combinazione con le dimensioni che visivamente sono, dopo tutto, molto ridotte.

    (altro…)

  • Blackberry e iOS: password crackata con 200 €

    Elcomsoft Phone Password Breaker è un software venuto a 200 € in grado di eseguire un attacco di forza bruta alle password di iOS e del Blackberry.

    Il programma è in grado di utilizzare fino a 32 CPU e 8 GPU ATIAMD o nVIDIA per trovare la password. L’uso dei processori grafici per scardinare la sicurezza informatica non è nuovo: nel 2008 un gruppo guidato da Alexander Sotirov ha creato un finto certificato di sicurezza utilizzando i processori grafici di 300 PlayStation.

    La nuova versione del software è in grado di operare anche sui backup di iOS e Blackberry, quindi non è necessario l’accesso fisico al dispositivo per considerarsi a rischio. (via Stefano Quintarelli)