In base alla modifica all’articolo 10 del cosiddetto decreto del Fare sarebbe passata ieri una modifica in Commissione Bilancio che renderebbe il Wi-Fi quasi libero negli esercizi pubblici.
Per questa azione meritoria dobbiamo ringraziare gli onorevoli Stefano Quintarelli e Marco Meloni e Roberto Sambuco del Ministero per lo Sviluppo Economico.
Quindi Wi-Fi libero? Sì, ma…
Il testo attuale recita:
«L’offerta di accesso alla rete internet al pubblico tramite rete WIFI non richiede l’identificazione personale degli utilizzatori. Quando l’offerta di accesso non costituisce l’attività commerciale prevalente del gestore del servizio, non trovano applicazione l’articolo 25 del codice delle comunicazioni elettroniche di cui al decreto legislativo 1° gennaio 2003, n.259 e successive modificazioni, e l’articolo 7 del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155, e successive modificazioni.»
In italiano l’articolo dice che se l’offerta di Wi-Fi non fa parte dell’attività prevalente di un’attività commerciale (quindi stiamo parlando di alberghi, bar, ristoranti, negozi, spiagge…) non valgono le regole di tracciabilità che si applicano ai provider.
La norma esplicita in modo chiaro la non applicabilità delle norme contenute nel decaduto decreto Pisanu/Stanca. Se è vero che il decreto non è più stato reiterato, è pur vero che non c’era ancora scritto da nessuna parte che il Wi-Fi offerto dove non costituisce l’attività commerciale prevalente del gestore del servizio non è soggetto a nessuna norma restrittiva.
Ma c’è sempre un ma.
Esiste il rischio concreto che, in caso di abusi da parte di qualche malintenzionato, le forze dell’ordine non si rivolgano solamente al provider, ma anche all’eventuale fornitore di connessione Wi-Fi per chiedere conto dei log, anche se non richiesti dalla legge. Purtroppo, se dovesse passare il decreto in questa forma, finché non ci sarà una giurisprudenza in materia resterà ancora un piccolo ambito di incertezza.
Questo mi fa rimpiangere i posti come le isole greche, in cui anche il più piccolo dei bar ha configurato il Wi-Fi del router del provider con una password appesa in bella vista sotto al logo del Wi-Fi.
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