Autore: Luca Mauri

  • Mens sana in corpore sano

    Non è solo un luogo comune, ma una forma fisica migliore porta effettivamente anche a migliori prestazioni mentali.
    Tutti noi, impiegati in campi ad alta tecnologia e ad alto impegno cerebrale, possiamo finalmente beneficiare di un prodotto appositamente studiato da un gigante del settore IT.

    Infatti Google ha appena rilasciato un nuovo prodotto che migliorerà il nostro tenore di vita.
    Non perdo altro tempo in chiacchiere e includo il video promozionale qui di seguito.

    [youtube width=”480″ height=”270″]http://www.youtube.com/watch?v=re0VRK6ouwI[/youtube]

    Buona giornata a tutti.

  • Quaresima 2.0: a chi giova?

    20120219-231904.jpg

    Non sempre mi piace quello che scrive il noto giornalista italiano Giuseppe Severgnini, però leggo i suoi articoli con una certa regolarità. Stamattina mi ha attirato la sua lunga apertura su La lettura, settimanale del Corriere della Sera dedicato alla cultura, ai libri e ai media in generale.
    L’articolo intitolato Sette giorni fuori rete tratta appunto del test effettuato dalle stesso autore di rimanere disconnesso da Internet per uan settimana.
    La riproduzione dell’articolo è disponibile anche sul sito del giornale.

    Severgnini inizia il 9 febbraio a spegnere 3G e WiFi sull’iPhone, a mettere un messaggio out-of-office sulla casella di posta elettronica e a consegnare l’iPad al figlio perché glielo sequestri.
    Come potrete leggere nell’articolo, nei giorni seguenti il giornalista cerca di darsi da fare utilizzando sempre la tencologia, ma senza collegarsi a internet.
    Fa delle telefonate, si fa mandare dei fax, guarda la televisione, si fa racconare dai colleghi quello che succede e si informa come si faceva una volta: aspettando il telegiornale delle 20:00.
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  • La distorsione della realtà

    Sarà capitato a molti dei lettori di vedere uno dei nuovi prodotti della casa automobilista francese Renault, la piccola city-car Twizy. La caratteristica peculiare di questa auto è quella di essere unicamente elettrica, pensata appunto come il primo modello di serie che possa attirare una numerosa clientela, almeno nel suo circoscritto segmento.
    Se non avete visto lo spot televivo – che poi è l’argomneto di questo post – vi prego di dargli una occhiata grazie al filmato di YouTube che integro per comodità qui sotto.

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=CzAILLueF5Y&w=480]

    E’ a prima vista evidente come lo spot giochi sul concetto assurdo di vedere molti delle apparecchiature elettriche che usiamo tutti i giorni alimentati con qualche tipo di combustibile fossile. Da questo contrasto, il video ci porta poi a indurre che, dopo tutto, anche per viaggiare sarebbe in effetti più logico usare l’elettricità.
    Finito questo spot, qualcuno si sentirà sollevato nel pensare che finalmente ci stiamo avviando verso un futuro pulito basato sulla corrente elettrica a zero emissioni e che, dopo tutte le battaglie ecologiste che si sono combattute il mondo sta veramente cambiando.
    Lo spettatore un po’ più attento, che nel frattempo abbia nche acceso il cervello, invece ne tirerà fuori una conclusione diversa.

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  • L’onda anomala

    Ultimamente su SiamoGeek si è parlato di Google Wave, anche se in maniera collaterale.
    Ho preso spunto da lì per scrivere un post, probabilmente conclusivo, su quell’esperienza.
    Per chi non conoscesse lo strumento, si tratta (e forse fra poco scriveremo trattava) di una piattaforma di collaborazione e comunicazione online inizialmente lanciata durante il Google I/O del 2009 come una rivoluzione nel modo di scambiarsi informazioni. Personalmente ne ero rimasto veramente colpito e per alcuni mesi l’ho anche potuto usare grazie alla beta pubblica proposta da Google sui suoi server.

    Sfortunatamente Wave non ha raggiunto lo status di prodotto di massa come, ad esempio, GMail, probabilmente anche per colpa di poca attenzione da parte delle stesso team in Google che pare non averci creduto troppo fin dai primi mesi di vita. In sostanza il prodotto non esisterà più come piattaforma stand-alone, ma è stata ceduta alla Apache Foundation che pare interessata più che altro a farne un prodotto server, denominato appunto Wave in a Box.
    Quanta fortuna potrà avere questo prodotto non è possibile dirlo ora, anche se non sembra capace di raggiungere la diffusione massiva di altri prodotti “tradizionali” come server software di posta o di collaborazione.

    Chi avesse un account Wave da cui esportare informazioni, dovrebbe leggere il post finale sul blog ufficiale del prodotto, in vista della chiusura definitiva ora stabilita per il prossimo 30 Aprile.

  • AccaTiEmmeElle quanto?

    Una notizia che ha recentemente fatto scalpore anche sui media generalisti è quella che Adobe ha deciso di abbandonare lo sviluppo della versione per dispositivi mobili di Flash player.
    Non è una novità che questo componente software sia quasi ubiquo sui sistemi desktop, ma fortemente avversato da due importanti attori nel campo mobile come Apple e Microsoft, mentre Google ha sempre fatto un vanto di poter lavorare a stretto contatto con Adobe e RIM aveva rilasciato dichiarazioni simili al lancio di del PlayBook, tanto che questo prodotto ha tra i suoi punti di forza proprio un perfetto supporto di Flash.

    Alcuni analisti hanno commentato che questa potrebbe essere la pietra tombale sopra Flash: eliminarlo dai dispositivi mobili potrebbe significare il primo passo verso la sua eliminazione tout court, prolungando semplicemente l’agonia per le versioni Windows, Linux e MacOS. (altro…)

  • Un concetto antiquato

    Primo piano della consolle del navigatore di una nave stellare classe ExcelsiorNegli ultimi due fine settimana ho dedicato qualche ora alla visione delle sessioni registrate durante la BUILD developer conference dello scorso Settembre e a provare un poco la preview di Windows 8 (no, niente di illegale).
    E’ stata una interessante visione sul futuro. Si tratta senza dubbio di una rivoluzione non solo in Windows come prodotto, ma nell’essenza stessa dell’informatica per come Microsoft l’ha sempre concepita. Semplicisticamente si potrebbe dire che la Microsoft sta imparando dall’esperienza di Apple nel mondo dei tablet, degli smartphone e delle apps.
    In effetti il nuovo Windows 8 è progettato per funzionare sui tablet così come sui PC da tavolo: si è puntato molto sul concetto che tipi diversissimi di computer – dal tablet con microprocessore ARM alla workstation professionale o per il gaming estremo – facciano comunque girare lo stesso Windows 8 con la stessa interfaccia.
    L’interfaccia appunto non è più basata sul binomio Desktop/Menu Start, ma su una schermata piena di active tiles, piastrelle che rappresentano apps, ovvero applicazioni di ogni genere o parti dell’interfaccia di una applicazione. (altro…)

  • Un Italiano, un Russo e un Francese

    Nel campo astronautico, ultimamente sono più le notizie di cui rammaricarsi, rispetto a quelle di cui gioire. Per questa ragione, ci pare importante segnalare un traguardo tutto sommato importante raggiunto dall’Europa e dalla Russia nel campo della collaborazione scientifica internazionale.
    Anche i giornali hanno dato spazio alla recente notizia del lancio di una Soyuz da Kourou con i primi due satelliti della costellazione per il cosiddetto programma In-Orbit Validation. Con la solita superficialità dei media generalisti, gli articoli si sono limitati a rettangolini in fondo a pagina 15 o giù di lì, celebrando questo Galileo senza spiegare cosa sia ed evitando accuratamente di discutere del razzo vettore.

    Partiamo allora dall’inizio per fare un po’ di chiarezza.
    Il razzo vettore Soyuz è un missile derivato direttamente dal primo ICBM della storia, il R-7 Semyorka, inventato in Unione Sovietica nel 1957.
    Pur trattandosi di un progetto molto vecchio, risulta essere estremamente economico ed affidabile. In conseguenza  a queste due caratteristiche, ha volato oltre 1700 volte, raggiungendo un picco di produzione nei primi anni ’80 di 60 unità all’anno. (altro…)

  • Standardizzazione: cui prodest?

    Siamo nel 2011, ma a giudicare da alcuni avvenimenti sembra proprio che qualche entità, anche di grosse dimensioni sia rimasta negli anni ’40… del secolo scorso.
    Mi riferisco in particolare alla recente vicenda che ha contrapposto il veterano del caffè in Italia, l’azienda Vergnano, al colosso alimentare elvetico Nestlè.
    Per riassumere molto brevemente la vicenda, pochi giorni fa il produttore italiano ha lanciato una linea di cialde monodose per caffè compatibili con il sistema Nespresso (What else?).
    La pubblicità recita così:

    E’ arrivato.
    E’ italiano.
    E’ al supermercato.
    Èspresso le capsule sono compatibili con le macchine da caffè Nespresso

    Il mercato delle cialde monouso al momento rappresenta poco più del 3% del consumo di caffè in italia, ma l’azienda Vergnano ha deciso di buttarsi in questo mercato visto i tassi di crescita di questo – solo per ora – piccolo mercato. Con intelligenza, l’azienda italiana ha deciso di non reinventare la ruota e di non sfidare il gigante – come ha fatto Lavazza – inventandosi la ruota daccapo, ma si attaccata invece al carro dei vincitori, quelli che a colpi di boutiques e spot milionari (girati a Milano, ma  con cast Hollywodiani) dominano il mercato del caffè “semplice da fare”.

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  • OGM, questi sconosciuti

    Prima di tutto è necessaria una premessa, una introduzione all’autore di cui andrò a parlare a breve.
    Spero che molti lettori di questo blog già conoscano Dario Bressanini, di professione Docente di scienze chimiche e ambientali all’Università dell’Insubria, ma noto al grande pubblico per altre ragioni.

    Da diversi anni, infatti è autore della rubrica di cucina “Pentole e provette” sulla rivista Le Scienze, così come del relativo blog “Scienza in cucina” sul sito dello stesso periodico.
    E’ inoltre un ottimo divulgatore,  autore di due libri sull’argomento nutrizione e tecniche agricole (con appunto gli OGM al centro della discussione) oltre che di un testo di giochi matematici.
    A parte la sua professione, è anche un appassionato sperimentatore dilettante, come si evince facilmente dai numerosi esperimenti in cui si cimenta a casa sua, puntualmente riportati nel già citato blog.

    Da un po’ di tempo avrei voluto scrivere qui un post sugli OGM, sulle loro caratteristiche e sulle infinite discussioni – che spesso nascono dalla disinformazione – che scatenano a ogni livello.
    Tuttavia mi sono reso conto che mai avrei potuto fare meglio di quanto Bressanini abbia già scritto.

    Non mi dilungo quindi con questa premessa e invece vi rimando a un post del suo blog in cui riassume tutta una serie di articoli e interventi su argomento OGM trattati in maniera del tutto obiettiva, chiara ed equilibrata.
    Non mi resta che augurarvi buona lettura.

  • Uno sguardo attraverso le nubi

    Non diversamente da molti altri veicoli che l’hanno preceduta, anche la sonda Juno ha dovuto faticare non poco per farsi strada nello striminzito budget della NASA, ma – con poco più di due anni di ritardo rispetto al piano originale – da ieri pomeriggio si trova finalmente in viaggio per la sua destinazione finale.
    Questa sonda robotizzata è la seconda nel programma New Frontiers: dopo essere stata lanciata da un razzo Atlas V in configurazione 551, viaggerà per cinque anni e raggiungerà Giove nell’Agosto 2016, dopo aver effettuato anche un flyby con la Terra nell’Ottobre 2013.

    Juno si inserirà poi in una orbita polare con un periodo di 11 giorni terrestri intorno al pianeta più grande del Sistema Solare.
    I suoi strumenti sonderanno l’interno dell’atmosfera gioviana per misurare i rapporti di abbondanza tra idrogeno e ossigeno per dedurre quindi la quantità d’acqua.
    La sonda misurerà anche con precisione la gravità e il campo magnetico del pianeta, cercando ulteriori dati per avvalorare e raffinare la teoria della dinamo che cerca di spiegare la generazione della magnetosfera intorno a pianeti e stelle.
    Gli strumenti a bordo sonderanno il nucleo del pianeta (che si ritiene contenga idrogeno metallico) e cercheranno più informazioni sulla genesi del pianeta nel periodo di giovinezza del nostro Sistema Solare. Dato che si ritiene che Giove sia stato il primo pianeta a formarsi, si presume anche che una migliore comprensione dei meccanismi che hanno portato alla sua aggregazione ci possa aiutare anche a comprendere meglio le basi della planetologia. (altro…)

  • Il secondo dovrà aspettare

    E’ ufficiale solo da un paio di giorni, anche se ormai la necessità di posticipare la data di uscita del prossimo film di Star Trek era evidente a chiunque avesse un minimo di raziocinio.

    Il sequel del reboot 2009 era previsto in pratica fin dal primo giorno di uscita del precedente film, vista l’immediata reazione positiva del botteghino al nuovo corso della saga. In poco tempo si andò poi profilando la data di uscita del 29 Giugno 2012, tenendo una certa distanza da The Dark Knight Rises, previsto per la seconda metà di Luglio.

    Per mantentere la data originale, il film avrebbe dovuto entrare nella fase di pre-produzione all’inizio del 2011: mentre pare che il team di scrittori (Bob Orci, Alex Kurtzman, e Damon Lindelof) fosse effettivamente nei tempi previsti, la casa di produzione Bad Robot, nelle persone dei soliti JJ Abrams e Bryan Burk, avevano semplicemente troppa carne al fuoco – specificamente Super 8 in piena fase realizzativa, oltre al nuovo capitolo di Mission Impossibile – per impegnarsi contemporaneamente su un ulteriore fronte.
    Per questa ragione, il film si trova ora in ritardo di almeno sei mesi: solo ora che Super 8 è nelle sale, tutte le persone coinvolte nella produzione di Star Trek 2 (il titolo definitivo ancora non è stato reso noto) sono effettivamente impegnate a tempo pieno in questa pellicola. (altro…)

  • Ultimo giro – Parte 3

    Con una sceneggiatura ancora una volta degna di un film, ecco che siamo arrivati all’ultimo capitolo della storia.
    Perché ieri, per l’ultima volta, abbiamo fatto la lunga camminata che porta la Space Shuttle dalla rampa di lancio allo spazio, per l’ultima volta gli SRB sono caduti in mare e per l’ultima volta i gli SSME si sono spenti.
    E’ iniziata così la missione STS-135, l’ultimo volo dell’Atlantis che rappresenta anche l’ultimo volo in assoluto dello Space Transportation System.

    All’inizio della giornata si prospettava un rinvio piuttosto scontato, dato solo il 30% di possibilità favorevoli al lancio a causa non di un problema tecnico, ma a condizioni meteorologiche non favorevoli. Contrariamente alle previsioni, invece il tempo si è rivelato benigno, mentre il colpo di scena questa volta si è manifestato a pochissimo dal lancio. (altro…)