Categoria: Aeronautica

Tutto ciò che si stacca da terra e non riesce a raggiungere lo spazio

  • Scoperto un video amatoriale del disastro dello Space Shuttle Challenger

    Un video inedito del disastro dello Space Shuttle Challenger è emerso da una cantina della Florida dopo quasi un quarto di secolo. Il filmato amatoriale è stato registrato da Jack Moss con la sua nuova videocamera la mattina del 28 gennaio 1986.

    I quattro minuti del filmato catturano il momento del disastro, 73 secondi dopo il lancio dal Kennedy Space Centre (Florida), in cui morirono i sette gli astronauti a bordo del Challenger. La flotta degli Shuttle rimase a terra per quasi tre anni ed il programma spaziale della NASA fu modificato e ridimensionato.

    Non credo che il signor Moss abbia pensato che fosse qualcosa di importante. Lo ha messo nel suo scantinato con altri nastri e se ne è dimenticato“, ha detto Marc Wessels, executive director dello Space Exploration Archive, gruppo che raccoglie cimeli spaziali per scopi didattici.

    Ci volle un po’ per trovare qualcuno con un vecchio lettore video Betamax, poi ho dovuto guardare ore di gameshows e sit-com degli anni ’80, ma quando ho trovato il filmato ho pensato che le persone dovevano vederlo

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=41jq_5ltkno&w=480]

    In memoria di Dick Scobee (Comandante), Michael J. Smith (Pilota), Judith Resnik (Specialista di missione 1), Ellison Onizuka (Specialista di missione 2), Dr. Ronald McNair (Specialista di missione 3), Greg Jarvis (Specialista del carico 1) e Christa McAuliffe (Specialista del carico 2). 28 gennaio 1986

    [via Gravità Zero]

  • Un Italiano, un Russo e un Francese

    Nel campo astronautico, ultimamente sono più le notizie di cui rammaricarsi, rispetto a quelle di cui gioire. Per questa ragione, ci pare importante segnalare un traguardo tutto sommato importante raggiunto dall’Europa e dalla Russia nel campo della collaborazione scientifica internazionale.
    Anche i giornali hanno dato spazio alla recente notizia del lancio di una Soyuz da Kourou con i primi due satelliti della costellazione per il cosiddetto programma In-Orbit Validation. Con la solita superficialità dei media generalisti, gli articoli si sono limitati a rettangolini in fondo a pagina 15 o giù di lì, celebrando questo Galileo senza spiegare cosa sia ed evitando accuratamente di discutere del razzo vettore.

    Partiamo allora dall’inizio per fare un po’ di chiarezza.
    Il razzo vettore Soyuz è un missile derivato direttamente dal primo ICBM della storia, il R-7 Semyorka, inventato in Unione Sovietica nel 1957.
    Pur trattandosi di un progetto molto vecchio, risulta essere estremamente economico ed affidabile. In conseguenza  a queste due caratteristiche, ha volato oltre 1700 volte, raggiungendo un picco di produzione nei primi anni ’80 di 60 unità all’anno. (altro…)

  • Ultimo giro – Parte 3

    Con una sceneggiatura ancora una volta degna di un film, ecco che siamo arrivati all’ultimo capitolo della storia.
    Perché ieri, per l’ultima volta, abbiamo fatto la lunga camminata che porta la Space Shuttle dalla rampa di lancio allo spazio, per l’ultima volta gli SRB sono caduti in mare e per l’ultima volta i gli SSME si sono spenti.
    E’ iniziata così la missione STS-135, l’ultimo volo dell’Atlantis che rappresenta anche l’ultimo volo in assoluto dello Space Transportation System.

    All’inizio della giornata si prospettava un rinvio piuttosto scontato, dato solo il 30% di possibilità favorevoli al lancio a causa non di un problema tecnico, ma a condizioni meteorologiche non favorevoli. Contrariamente alle previsioni, invece il tempo si è rivelato benigno, mentre il colpo di scena questa volta si è manifestato a pochissimo dal lancio. (altro…)

  • Ultimo giro – Parte 2

    I diversi rinvii da parte della NASA sono infine risultati in un lancio in un momento assolutamente sconveniente per i lavoratori a tempo pieno.  Così molti di noi si sono persi la diretta del lancio, tuttavia non manchiamo qui una breve cronaca di quello che sarà l’ultimo viaggio della Endeavour nella missione STS-134.

    Nel primo tentativo di lancio, il conto alla rovescia venne interrotto a causa di un guasto a due riscaldatori delle condutture dell’idrazina nella APU numero uno, oggi si è verificato un problema minore con un piccolo danno ad alcune delle piastrelle isolanti vicine al portello di accesso.
    Mentre il primo problema è risultato appunto nello slittamento di due settimane del lancio, il secondo problema è stato invece risolto in breve tempo in loco grazie a un apposito kit di riparazione. (altro…)

  • Foto panoramiche dei cockpit

    Quattordici fotografie panoramiche sferiche navigabili con zoom di altrettanti cockpit di aerei.

    Disponibili qui.

  • Spazio commerciale o commercio dello spazio?

    In tempi di relativa calma nel mondo di Star Trek, sulla mailing list ItaTrek spesso escono discussioni un po’ border-topic, ma non per questo meno interessanti.
    Qualche settimana fa (sì, ormai il topic è freddo, cadavere, ma io ho i miei tempi per scrivere…) c’è stato un interessante scambio di battute tra alcuni di noi sull’argomento dell’esplorazione spaziale in generale e sull’idea di affidare a imprese commerciali in particolare.

    Tutto il discorso nasce originariamente da una battuta, notando che nonostante si sia ormai a 2010 inoltrato, letteralmente il futuro non è quello che ci sarebbe aspettato, soprattutto per quanto riguarda la tecnologia pesante. Se pensiamo agli anni ’60 (nascita di Star Trek, conquista della Luna e via dicendo), mentre i progressi in alcuni campi della scienza sono stati enormi – vedete elettronica, informatica in genere – in campo aerospaziale si è fatto ben poco. Addirittura nel campo dell’aviazione civile, i progressi sono stati miseri: qualcuno ha fatto uno sforzo per ampliare gli aerei (vedi la Airbus con l’A380), ma per la maggior parte si è solo pensato alla economia dei singoli aviogetti.

    Anche l’unico aereo supersonico civile – il celeberrimo Anglo-francese Concorde – è andato fuori mercato; quindi l’idea di statoreattori supersonici è appunto solo una idea e un gruppo di disegni schizzati da qualche disegnatore futurista. Non esiste niente che sia anche lontanamente commerciabile.
    Non parliamo neanche di spazioplani (preferibilmente con il logo Pan-Am) che avrebbero dovuto portarci dalla terra alla Luna con la facilità di un volo di linea attraverso l’Atlantico negli anni ’60.

    Fatta questa lunga premessa, scriviamo ora qualcosa a proposito dello spazio, che sarebbe il punto vero del post.
    Come ogni buon Geek sa, l’epoca dello Space Shuttle è ormai giunta al termine: anche con un volo in più per AMS02 e i ritardi accumulati nei mesi precedenti, tutti gli indizi portano ormai a una chiusura dei lanci entro la fine del 2011, più probabilmente nell’estate di quest’anno.

    (altro…)

  • Un caffè rovesciato

    Il 3 gennaio il volo UA-940 da Chicago a Francoforte operato dal Boeing 777-200 N223UA ha dovuto compiere un atterraggio di emergenza a Kingston, Canada.

    Secondo la compagnia di volo, il velivolo avrebbe avuto dei problemi alla strumentazione di comunicazione e il comandante avrebbe deciso di atterrare in Canada anziché affrontare l’Atlantico con la strumentazione difettosa.

    (altro…)
  • Join the Army!

    In questo video di una ventina di minuti intitolato The Call of the Air (è muto, per cui se non sentite niente, non preoccupatevi, il vostro driver audio non vi ha abbandonato), l’esercito degli Stati Uniti si rivolge ai giovani uomini che possono trovare una grande opportunità di lavoro e formazione nel Servizio Aereo.

    La parte interessante di tutto quanto è vedere Washington e altre parti degli USA dall’alto di questi dirigibili e alcuni dettagli degli stessi.

    Nella descrizione del video, su You Tube, si legge:

    THE CALL OF THE AIR
    Department of Defense. Department of the Air Force. (09/26/1947 – )

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=of1r-Apbb0Q&w=480]

  • In volo sopra New York

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=M9cSxEqKQ78&w=480]

    (via Aaron M. Renn)

  • Geek power: Space Shuttle Enterprise

    Space Shuttle Enterprise
    Space Shuttle Enterprise

    Il 17 settembre 1976 a Palmdale lo Space Shuttle Enterprise faceva la sua prima apparizione pubblica. Gran parte del cast di Star Trek, assieme a Gene Roddenberry (creatore della serie) era presente alla cerimonia d’inaugurazione e il tema musicale della serie fu eseguito come colonna sonora.

    L’Enterprise (OV-101) è stato il primo Space Shuttle costruito. Senza motori e senza scudo termico funzionante non era capace di operare realmente nello spazio senza ulteriori modifiche.

    Destinato a chiamarsi Constitution (in onore del bicentenario della costituzione degli Stati Uniti d’America), in seguito ad una massiccia campagna organizzata da Bjo Trimble oltre 200.000 lettere furono inviate dai fan di Star Trek direttamente al Presidente Gerald Ford e fu cambiato nome. La campagna ha anche dimostrato che i geek quando vogliono sanno rompere le scatole.

    Oggi l’Enterprise è esposto al Smithsonian National Air and Space Museum presso il Washington Dulles International Airport dove è uno dei pezzi pregiati della space collection.

  • La NASA partecipa a The Commons

    Albert Siepert Points Out Highlights of Apollo 10 Liftoff to Belgium King and QueenLa NASA si aggiunge ai vari enti che partecipano a The Commons di flickr.

    The Commons è l’iniziativa di flickr che ha lo scopo di rendere pubblici i contenuti degli archivi fotografici pubblici; inoltre gli utenti del social network fotografico vengono invitati a descrivere con tag o con esperienze dirette le foto pubblicate per renderle ancora più visibili e note a tutti.

    Per il momento l’account della NASA di The Commons contiene tre set: Building NASA, Launch/Takeoff e NASA Center Namesakes; altri set di foto seguiranno.

  • Up up and away!

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=EKSEktPHjJc&w=480]

    Ve lo ricordate? Era il 1992, siamo a Bucarest e quello è Michael Jackson che al termine di uno dei suoi grandissimi spettacoli lascia il pubblico con il suo Jet Pack, volando via verso l’infinito!*
    Il gesto stesso per l’epoca ha colto il pubblico di sorpresa… da quel momento generazioni di Geek hanno almeno una volta sognato di utilizzare una perla di tecnologia simile.

    Cosa è cambiato oggi? Grazie a Popular Mechanics scopriamo che finalmente due modelli di Jet Pack da parte di due società differenti sono finalmente disponibili per l’acquisto!
    La “modica cifra” è di 155.000$ per il JET PACK H202 e 250.000$ per il TAM ROCKET BELT.

    Entrambi gli Zaini intrisi di Geekness vi permetteranno di volare per 30 secondi.
    Come come come? E’ forse una limitazione per gente che pone la creatività, il divertimento ed un’ossessione per la tecnologia davanti a tutto?
    Non temete! Verso fine anno è attesa l’uscita di un nuovo prototipo capace di utilizzare carburante d’aerei, migliorando così il rendimento dello zaino e garantendo (almeno sulla carta) 19 minuti di Nerdvana.

    Concludendo, se per voi è finalmente arrivata l’ora di rompere qualche migliaio di porcellini di ceramica, fateci un pensiero ! 😉

    *In realtà è uno Stuntman di MJ (lui è fuggito al trentaduesimo secondo) , ma nessuno intaccherà la poesia di quest’apertura di articolo!