Categoria: Commenti

Commenti a fatti o notizie

  • La zuppa di petali di rosa

    Ogni tanto qualcuno pensa che una zuppa di petali di rosa sia migliore di una zuppa di cipolle perché le rose sono più belle delle cipolle.

    Stefano Quintarelli segnala la notizia che il Comune di Monaco farà dietrofront e rimetterà Windows sui suoi PC su cui aveva messo LiMux, una distribuzione Linux creata da loro.

    Ci sono molte cause, a mio modo di vedere, del fallimento di questo progetto.

    La prima è l’approccio autarchico al problema. Linux fa parte di un ecosistema collaborativo che permette a tutti di non inventare la ruota ogni mese, ma di prendere la ruota migliore possibile, apportare piccole modifiche o migliorie, utilizzarla per sé e condividerla con gli altri. Monaco ha avuto l’arroganza di voler gestire una distribuzione Linux, ma non è il mestiere di un ente pubblico, meglio lasciarlo fare a chi è capace. LiMux è stato addirittura certificato ISO9241: un approccio open e collaborativo sarebbe stata la proposta di patch a KDE e la certificazione ISO di KDE. In questo modo ne avrebbero beneficiato tutti e, magari, la comunità avrebbe lavorato per migliorare ulteriormente KDE, facendo in modo che anche Monaco ne traesse un beneficio. (altro…)

  • Pubblicità… regresso

    PIù del 100% di fruttaQualche giorno fa ho incrociato su facebook questa foto e, trovandola esilarante, ho pensato bene di condividerla immediatamente.
    Sono però rimasto colpito da alcuni commenti che cercavano di “trovare una “giustificazione” a questa immane castroneria “markettara” e, in modo particolare, dal tentativo di paragonarla alle tipiche bugie che caratterizzano il mondo della pubblicità.

    Che la pubblicità tenda spesso a manipolare la verità, cerando di disegnarne una che sia più interessante ed accattivante è un dato di fatto. In molti casi la cosa non è fastidiosa ed è quasi capibile (come nel caso dell’arrotondamento delle cilindrate di auto e moto, npa) in altri le bugie possono arrivare a celare o modificare informazioni fondamentali sino ad arrivare a generare dei veri e propri casi, che possono prendere anche direzioni giudiziarie.

    Ma questa foto non è solo una bugia, è qualcosa di molto più grave… affermare che una marmellata contenga “più del 100% di fruttaè insultare la matematica, la logica… non è una “possibile” manipolazione della realtà, ma è un tentativo di far passare un messaggio di superiorità… e accettare che questo sia “solo pubblicità” è come accettare l’esistenza delle scie chimiche o delle altre bufale che ultimamente vengono promosse con una facilità impressionante.

    Forse sarò troppo pragmatico, ma pensare che ci sia gente che, meravigliandosi, comperi questo prodotto per quel motivo, mi fa veramnente pensare male delle persone.

     

     

  • Effetto Streisand

    elaborazione di AppFigures
    elaborazione di AppFigures

    Le persone che non conoscono uno strumento e pensano di imporre le loro regole a ciò che non conoscono finisco sempre sconfitte.

    Questa è una conclusione che si può trarre guardando la cronaca degli anni passati, ma tutti sanno che l’unica cosa che la Storia insegna è che nessuno impara dalla Storia. Uno degli effetti più eclatanti dell’ignoranza di uno strumento o della poca lungimiranza delle persone è il cosiddetto effetto Streisand.

    I taxisti sono bravi a guidare i taxi e a portare i clienti a destinazione, meno bravi nelle relazioni pubbliche

    A meno che non sia pagato dal titolare o dal cliente, l’utente quadratico medio non occasionale del taxi non è un giovane smanettone, ma una persona che, appunto, si può permettere un taxi al posto di un mezzo pubblico o di un passaggio di un amico o collega. Questa persona non conosce Uber, se non per sentito dire, ma non è uno stupido.

    Considerate ora una persona che apprende la notizia che i taxisti di tutta Europa fanno sciopero contro un programma gratuito che permette di risparmiare sui taxi. Qual è la reazione ovvia e immediata di questa persona? La risposta l’ha data AppFigures in un articolo sintetizzato con efficacia dall’immagine qui sopra.

    Con ciò non voglio entrare né nel merito del problema dei taxi né di quello sociale della perdita di lavoro a causa delle tecnologie. Uno dei problemi che vengono spesso taciuti da tutti è che i taxisti spesso fanno notevoli sforzi economici per comperare (googlare acquisto licenze taxi nero) una fetta di monopolio che si sta rivelando una promessa non mantenuta da parte di chi quel monopolio lo mantiene in forza di legge.

  • #ricerchiAMO… un evento per conoscere la ricerca

    Non sono un amante dei cross-post, ma ci sono momenti in cui trovo personalmente giusto farlo. Quello che segue è qualcosa che ho scritto per MCC Post e che tratta di un argomento importante, strettamente legato a quello che ho scritto qualche giorno fa in relazione alla disinformazione dilagante sui Social Network, per pubblicizzare un evento che si svolgerà a Milano il prossimo 14 Giugno 2014.

     

    “La nostra conoscenza, se paragonata alla realtà, è primitiva e infantile. Eppure è il bene più grande di cui disponiamo.” Albert Einstein.

    Una delle cose più belle che ho imparato nel corso della mia vita è il non credere immediatamente a qualsiasi cosa mi venga detta, indipendentemente da quale sia la fonte. Ho imparato a pensare con la mia testa, a non dare tutto per scontato, a non assumere che qualcosa debba essere così solo perché me lo ha detto Tizio o Caio. Qualcuno lo chiama, non sempre in modo positivo, “materialismo” altri utilizzano termini più crudi ma pur sempre negativi per un motivo molto semplice: l’idea che qualcuno non abbracci un qualcosa subito, all’istante e senza informarsi, è per molti piuttosto destabilizzante in quanto convinti che quello che loro dicono, che quelle “battaglie” che hanno fatto proprie e che portano avanti siano sempre giuste. Ed è facile constatare che questo succede con maggiore frequenza quando queste “battaglie” derivino da un’informazione limitata, incompleta o persino assente.

    Accade, ultimamente un po’ troppo spesso, che chi dovrebbe essere fonte di informazione corretta decida di prendere una posizione chiara, trasformando il proprio dovere di informare in modo completo ed obiettivo in un qualcosa di diverso, in una lotta ad armi impari, fornendo dei quadri parziali della realtà, impedendo alle persone di valutare correttamente tutti gli elementi e, quindi, formarsi un’opinione personale.
    L’esempio più lampante è quello di una trasmissione televisiva (“Le Iene”) che se da una parte si pone a paladina dei cittadini contro maghi e stregoni, dall’altra intraprende un percorso pericolosamente antiscientifico trattando in modo assolutamente superficiale e dannoso argomenti come le diete e le cure miracolose in grado di curare i tumori, la correlazione tra vaccini e autismo o, peggio, il caso Stamina, cercando di mettere pressione su quella parte di popolazione facilmente suggestionabile affinché gli ospedali italiani possano applicare qualcosa di sconosciuto che non ha alcun fondamento scientifico e che potrebbe trasformarsi in pericoloso con il passare del tempo.

    #ricerchiAMOSe a tutto questo aggiungiamo anche che il nostro paese corre il rischio di intraprendere un percorso contro la ricerca, violando, oltretutto, la normativa europea a riguardo, diventa immediato comprendere quando sia fondamentale informarsi il più possibile in modo corretto su questi argomenti e, in particolare, proprio sull’importanza vitale della ricerca stessa così da poter avere tutti gli elementi necessari per poter farsi una propria opinione su un argomento così importante.

    Per questo motivo “Pro-Test Italia” ha organizzato a Milano un evento con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e, si spera, anche le istituzioni, sull’importanza di difendere la ricerca sottolineando quel concetto che è diventato lo slogan della manifestazione, ossia che grazie alla ricerca che ogni anno vengono salvate milioni di vite, anche quelle di chi si batte, spesso in modo incivile, per ostacolarla.

    L’appuntamento è per Sabato 14 Giugno alle 15:30 in Piazza Mercanti a Milano.

  • I Social network e la ricerca delle pagliuzze

    @Flaviaventosole su TwitterE’ da un paio di giorni (ossia dalla data di pubblicazione) che sta spopolando su Twitter e, soprattutto su Facebook, il tweet di Flavia Vento nel quale la… hem… la… (qualcuno mi trova una definizione per favore?) si chiede cosa sia il MOSE.
    I toni dei retweet o dei post su Facebook sono tutti simili: sgomento totale, commenti sbigottiti e un generale sconcerto per questa semplice domanda.

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  • OpenSSL e software open

    Sono state scoperte e corrette altre sei vulnerabilità di OpenSSL. Enfasi su “corrette”.

    Dopo Heartbleed qualcuno ha dubitato della bontà del software open, altri hanno visto quel problema come un argomento a favore di una circolazione limitata dei sorgenti.

    Sono argomenti facilmente confutabili con l’esperienza della storia e le basi della sicurezza informatica.

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  • Conformità non significa sicurezza

    Molte aziende valutano l’opzione di certificarsi secondo alcuni standard per poter acquisire nuovi clienti.

    Alcuni manager presumono che la conformità a leggi, linee guida (come ad esempio ITIL) o standard industriali di qualità sia da sola sufficiente per garantire la sicurezza del sistema informativo.

    In realtà l’introduzione delle procedure e dei comportamenti previsti da leggi, standard o best practice è il punto di partenza per arrivare ad una sicurezza informatica accettabile.

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  • Approccio differente

    Fatto di cronaca: un idiota tira ad un giocatore di calcio una banana e questo se la mangia.

    Reazione di una persona normale: sottolineare e plaudire all’azione di scherno contro un idiota.

    Reazione di chi si occupa di sicurezza informatica: pensare subito che la prossima banana lanciata in campo contenga un potente lassativo.

    Questo caso esemplifica l’approccio necessario quando ci si occupa di sicurezza. Un tecnico pensa di norma a come funzionano le cose, chi si occupa di sicurezza pensa sempre a come le cose si possono rompere.

    Ok, ok: il vero paranoico avrebbe pensato subito che la banana potesse esplodere, ma questo è un altro discorso.

  • Prendere senza dare

    Per alcuni capi progetto avidi l’open source e assimilati rappresentano solamente una cornucopia da cui attingere a piene mani.

    In pochi tra i big della tecnologia hanno scelto di non utilizzare software con licenze GPL o similari; tra questi, ovviamente, Microsoft, anche se è impossibile resistere alla tentazione di rubare (RUBARE!) senza rispettare i termini di licenza. Anche una società come Sony ha fatto largo uso negli anni di software GPL e ha rispettato i termini della licenza.

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  • L’infrastruttura

    Unable to connectDurante questo weekend di Pasqua ho trascorso un paio di giorni in una nota località turistica delle Alpi lombarde.

    Sabato 19 avevo la necessità di inviare via mail un allegato di 30.270 byte. Dal momento che ho una chiavetta dati con il mio fornitore di connettività cellulare (contratto business) ho pensato di utilizzare quella per connettermi a Internet e inviare l’allegato. Povero illuso. (altro…)

  • Cosa ci serve?

    La definizione chiara delle necessità è uno degli aspetti più trascurati quando si progetta di cambiare parte del sistema informativo.

    La ragionevolezza vorrebbe che quando si decide di cambiare o aggiornare una parte del sistema ICT si faccia un’attenta analisi della situazione attuale, delle necessità e dei fondi disponibili. Con questi dati si valutano assieme ai professionisti e ai fornitori le soluzioni tecniche disponibili che soddisfano le necessità, rientrano nel budget e si integrano il più possibile con la situazione attuale. Questa valutazione produrrà un elenco di una o più soluzioni tra cui verrà scelta quella da adottare.

    Sembra una procedura abbastanza ragionevole e lineare, anche se qui sopra è stata espressa per sommi capi e in maniera molto succinta.

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  • Di informatica, burocrazia, sicurezza

    La burocrazia (etimologicamente: il potere dell’ufficio) è da più parti considerata un male; molti scritti autorevoli dimostrano anche che sia un fattore criminogeno.

    Tra IT e burocrazia è stata subito guerra aperta perché sono due discipline le cui filosofie stanno più che mai agli antipodi. Le caratteristiche di determinismo, rapidità e tracciabilità mal si sposano con chi inventa regolamenti per il puro gusto di farlo e tira in lungo per esercitare un potere meschino che non può durare.

    E non pensate che queste cose si verifichino solamente nel settore pubblico.

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