Il produttore di hard disk Western Digital ha acquistato SanDisk per 19 miliardi di dollari.
SanDisk è probabilmente nota al pubblico per le memorie delle macchine fotografiche, ma dietro le quinte c’è ben altro. (altro…)
Il produttore di hard disk Western Digital ha acquistato SanDisk per 19 miliardi di dollari.
SanDisk è probabilmente nota al pubblico per le memorie delle macchine fotografiche, ma dietro le quinte c’è ben altro. (altro…)
Ennesima notizia di multa salatissima ad una società.
Questo giro è Apple che deve pagare 234 milioni di dollari all’Università del Wisconsin.
Ma quanto incide sul bilancio di Apple? Un accidente, vediamo perché. (altro…)
L’acquisizione di EMC² da parte di Dell per circa 67 miliardi di dollari è un evento che coinvolge diversi brand e probabilmente ridisegna l’assetto dell’ICT.
Dietro al marchio Dell, oltre a PC, server, apparati di rete e storage, ci sono SonicWall (apparati di sicurezza di rete), gli storage Equallogic e la fascia di gaming PC Alienware.
EMC², forse meno nota al grande pubblico, è una società che produce storage di alta gamma e controlla VMware e RSA. (altro…)
Nel 2011 Google aveva acquisito Motorola per 12,4 miliardi di dollari.
La mossa aveva fatto alzare non poche sopracciglia, dal momento che Google rischiava di entrare in concorrenza con alcuni suoi clienti (tra cui HTC e Samsung) nel campo della produzione di hardware per telefonia mobile.
Dopo due anni e mezzo BigG rivende Motorola a Lenovo per 2,91 miliardi, una settimana dopo che Lenovo si era aggiudicata la fascia x86 dei server IBM per 2,3 miliardi di dollari.
E gli altri 9,49 miliardi?
Come ogni romanzo di Charles Stross, anche Neptune’s Brood è un vulcano di invenzioni e idee.
Siamo in un distante futuro di transumani in cui la velocità della luce non solo non è superabile ma viene utilizzata per elaborare sofisticate frodi finanziarie.
In questo contesto la popolazione si sposta trasmettendo la propria personalità da un sistema stellare ad una altro attraverso trasmissioni laser.
In questo racconto Stross pone molto l’accento sul lato economico-finanziario, infatti la protagonista Krina Alizond-114 proviene da una famiglia di banchieri per conto dei quali sta facendo un pellegrinaggio di studio in vari mondi.
La trama non è certo povera di colpi di scena che rendono il libro unputdownable; a questi si affiancano le consuete invenzioni strossiane che vanno dai pipistrelli assicuratori ai calamari socialisti alla setta religiosa per cui una Soyuz rappresenta un’icona di culto.
L’unico appunto che mi sento di fare è che il finale mi ha dato l’impressione di essere un po’ troppo frettoloso, ma per il resto è un racconto godibilissimo.
Ieri Cisco ha annunciato di aver raggiunto l’accordo per l’acquisizione di Sourcefire al prezzo di 2,7 miliardi di dollari.
Le azioni di Sourcefire verranno acquistate a 76 dollari l’una, il 29% in più del loro valore di chiusura del giorno precedente, 59,08; l’acquisto vero e proprio verrà perfezionato entro l’anno dopo il via libera delle autorità di vigilanza.
Sourcefire dispone di alcuni prodotti di difesa informatica (IDS, firewall, antimalware) che fanno gola a Cisco, in quanto l’offerta della società di San Jose era carente sotto questo punto di vista.
Sourcefire gestisce anche tre progetti opensource: Snort, ClamAV e RazorBack. C’è il fondato timore che Cisco faccia fare una brutta fine a questi progetti o comunque non dedichi più tutta l’attenzione di prima.
Belkin ha annunciato di aver completato l’acquisizione di Linksys da Cisco.
L’intenzione di Belkin è di mantenere, per ora, il brand Linksys assieme a quello Belkin. Anche il supporto dei prodotti Linksys esistenti e futuri dovrebbe essere mantenuto attraverso il sito del brand.
Con questa acquisizione Belkin si pone allo stesso livello di altri produttori home/SOHO come D-Link, Netgear, Asus, Trendnet e TP-Link.
Cisco aveva acquisito Linksys nel 2003, mantenendo il brand per i prodotti home e SOHO; la vendita rientra, come al solito, nelle intenzioni di concentrarsi sul core business: quando acquisti dici che espandi il mercato, quando vendi dici che ti concentri sul core del tuo business.
Carissima (in tutti i sensi) $finanziaria$, tu hai tutti i miei dati compreso l’indirizzo di posta elettronica (son sicuro visto che ogni tanto mi scrivi).
Mi spieghi la logica di inviarmi una lettera *cartacea* per chiedermi se sono interessato ad un prodotto che *non mi spieghi* (e che probabilmente non mi serve) di cui *non* mi fornisci un sito web da consultare?
Mi spieghi la logica secondo cui se sono interessato a ricevere informazioni via *e-mail* devo riempire l’apposito modulo *cartaceo* allegato alla lettera, *comprare* una busta, un *francobollo*, cercare una *buca delle lettere* (quella sotto casa mia l’hanno tolta!) ed affidare la mia risposta alle *Regie Poste Italiane* sperando che te la consegnino?
Mi spieghi la logica secondo cui tu devi pagare un esercito di scimmie ammaestrate ad aprire buste che arrivano via posta, controllarne il contenuto ed inserire i miei dati (che tu hai già!) nel tuo database (con possibilità altissime di errori) per inviarmi una e-mail!
Ma tu vuoi vendermi veramente un servizio o “facite ammuina“?
Ma tu non ce l’hai un sito web? (Ok questo implica la domanda successiva se sai a cosa serve e come sfruttarlo)
Ma le noccioline per le scimmie ammaestrate le devo pagare io o mi fai uno sconto? (Te certo non vorrai essere mica pagata in noccioline)
Qualcuno dovrebbe spiegarvi la filosofia del “don’t make me think” se volete continuare a vendere qualcosa…
Oggi MC-link entra in borsa, prima IPO del 2013 del mercato italiano.
Il titolo verrà ammesso al listino AIM Italia della Borsa di Milano.
MC-link viene da lontano: il progetto telematico è nato nel 1986 (lo stesso anno in cui io stesso ho iniziato a frequentare le BBS) in parallelo alla rivista MC Microcomputer, disponibile interamente online grazie al paziente lavoro di Andrea de Prisco. In quegli anni era normale che una rivista fosse affiancata da un servizio telematico, come BIX, nato l’anno prima, per Byte.
MC-link negli anni 80 e 90 è diventato un sistema telematico molto variegato, grazie all’opera di Bo Arnklit, che ha scritto gran parte del software. Il servizio, unico nel suo genere con quelle dimensioni in Italia, è stato per anni il punto di aggregazione telematica della Capitale. Nei primi anni 90 MC-link si collega a Internet e mette a disposizione degli iscritti i servizi email e FTP in batch (la famosa vaschetta).
Con l’esplosione del fenomeno Internet il servizio in modo terminale diventa via via meno utilizzato e viene utilizzato prevalentemente dagli amici che si sono sempre trovati lì.
Dopo una parentesi di proprietà di maggioranza in carico a SEAT Pagine Gialle, MC-link torna indipendente e inizia a vendere connettività, servizi Internet di qualità e diventa operatore telefonico. A partire dal 2005 inizia a creare una propria rete per non dipendere dall’incumbent e dal 2011 fornisce connettività in fibra su cavi propri.
Al momento dell’ingresso in Borsa questi sono i principali azionisti: Paolo Nuti (23,6%), Bo Arnklit (22,8%), Dedagroup S.p.A. (15,2%), Melior Trust S.p.A. (9,7%), Giovanni Falcone (7,7%), Silvano Fraticelli (7,3%), Dolomiti Energia S.p.A. (1,6%), Autostrada del Brennero S.p.A. (1,0%).
In bocca al lupo!
La Disney ha acquistato la Lucas Film sborsando poco più di 4 miliardi di dollari in contanti e azioni, che vanno nelle tasche dell’unico proprietario e fondatore, George Lucas.
Nel pacchetto di aziende di proprietà della Lucas ci sono anche la ILM, la Lucas Arts e il ricco business di merchandise collegato alla saga di Guerre Stellari, un settore commerciale che ha fatto la fortuna di George Lucas negli anni successivi l’uscita del primo Star Wars.
George Lucas ha commentato “It’s now time for me to pass `Star Wars’ on to a new generation of filmmakers.”
Contestualmente con l’annuncio dell’acquisizione, la Disney ha comunicato che Episodio 7 uscirà nel 2015.
Dice Holdings ha annunciato di aver acquisito la parte online media business di Geeknet.
Nel pacchetto dell’acquisizione figurano Slashdot, Sourceforge e Freecode.
Geeknet ha dichiarato che la cessione consente di dedicarsi con maggiore attenzione al sito di vendite online Think Geek, in forte espansione.
La notizia passa un po’ in sordina anche tra gli addetti al settore… il NIC ovvero il registro italiano dei domini .it ha deciso che dal 12 luglio aprira’ la registrazione di domini con caratteri in UTF8.
La nuova versione del Regolamento Assegnazione v6.2 introduce la possibilita’ di registrare nomi di dominio sotto il TLD .it con lettere accentate, nello specifico saranno ammessi i seguenti caratteri:
Al di la’ delle considerazioni economiche del mercato che c’e’ dietro l’acquisto di domini, e al di la’ delle mie considerazioni personali sull’uso di lettere accentate (basta vedere come sono scritte in questo articolo)… si sono resi conto dell’enorme buco aperto al phishing?
Chi di voi e’ in grado di distinguere un link a prima vista tra bancaìntesa.it e bancaintesa.it o fineco.it e fìneco.it o unicredìt.it e unicredit.it ?
Quando dovra’ spendere la singola azienda per mettersi al riparo da danni economici e di immagine nonche’ da possibili azioni legali?