Categoria: IPv6

  • Tunnel IPv6 di HE via Raspberry Pi

    Era un po’ che non tiravo fuori la mia fissa con IPv6…

    Dopo oltre due mesi di trasferta per finire l’infrastruttura di una nave, eccomi tornato alla carica con IPv6.

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  • ARIN ha esaurito gli IPv4

    ARIN ha annunciato di aver esaurito gli IPv4.

    Purtroppo ci sono ancora tanti IPv4 disponibili negli USA e le cose potrebbero peggiorare per chi vuole degli indirizzi.

    ARIN ha finito gli indirizzi v4 liberi, quindi da ora inserisce le richiesta in una lista d’attesa.

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  • Scrivere in IPv6

    Dal momento che gli indirizzi IPv6 sono in esadecimale è possibile esercitarse il proprio hexspeak.

    Chi vuole uscire dalle solite parole può far lavorare le RegEx al posto della fantasia:

    egrep -e "^[a-flos]{4}$" /usr/share/dict/words

    Quel comando prende come input una lista di parole separate da un a-capo, considera solamente quelle di 4 lettere e stampa quelle che sono rappresentabili in esadecimale.

    Nell’esempio sono state incluse anche la l (1), la o (0) e la s (5), ma si può espandere ulteriormente il range con, ad esempio, la z (2) e la g (6).

  • Tunnel IPv6 di HE con OpenWRT

    OpenWrtDopo l’esperienza di Fabrizio, mi sono deciso ad usare un OpenWRT per il tunnel IPv6 di Hurricane Electic.

    Avevo a disposizione un Netgear DG834GT gentilmente donato da Riccardo per questo scopo e ho deciso di metterlo finalmente in pista.

    Avevo installato OpenWRT Backfire tanto tempo fa, ma non avevo ancora avuto l’occasione di provarlo seriamente sul campo. Dopo alcuni disservizi della linea ADSL di casa ho riconfigurato la rete casalinga eliminando la VM con pfSense e semplificando un po’ la configurazione. Tuttavia questo mi aveva fatto perdere la possibilità di usare pfSense come gestore del tunnel IPv6. (altro…)

  • DHCPv6: il DUID

    Il DHCPv6 è un chiaro esempio di come IPv4 e IPv6 siano differenti tra loro, non solo nell’ampiezza degli indirizzi.

    Una di queste differenze sostanziali è il metodo con cui viene determinata l’univocità di un host ai fini del rilascio di un IPv6.

    In IPv4 il DHCP (figlio del bootp) utilizza il MAC address di una scheda di rete per riconoscere univocamente un host. Due conseguenze abbastanza seccanti sono che un host cambia l’identificativo univoco se viene sostituita una scheda di rete (o viene realizzato un team di schede) e che un host ha tanti identificativi univoci quante sono le porte di rete. Alcuni driver permettono di sovrascrivere il MAC Address, ma la cosa esula dalla trattazione.

    DHCPv6, descritto in RFC3315, utilizza il DUID (DHCP Unique Identifier), che è univoco per tutte le porte di rete e viene calcolato una volta sola nella vita dell’installazione di un sistema operativo. Va da sé che, essendo memorizzato su un supporto riscrivibile, il DUID può essere alterato.

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  • IPv6 schizofrenico

    Quando si comincia ad utilizzare IPv6 in produzione su una configurazione LAN eterogenea iniziano i comportamenti a cui non siamo abituati.

    Con IPv4 un host impostato per la configurazione automatica si assegna un indirizzo link-local (169.254.0.0/16, RFC3927) contatta il server DHCP per avere un indirizzo e, quando lo ottiene, scarta l’indirizzo link-local e avrà sempre solamente quell’indirizzo fino alla scadenza dell’affitto dello stesso.

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  • Tunnel IPv6 con HE e pfSense

    pfSenseHo deciso di cambiare qualcosa nelle configurazione casalinga introducendo un po’ di virtualizzazione, un firewall standalone e un tunnel IPv6 (spero) finalmente stabile.

    Seguendo le istruzioni di Fabrizio ho configurato il Linux casalingo di frontiera con KVM e una VM su cui gira la versione 2.1 di pfSense. Alla fine la configurazione è (per scelta di non complicarmi troppo la vita per ora) la più classica e semplice: WAN<->firewall<->LAN con i servizi pubblicati in LAN nattati (per IPv4) 1:1, senza DMZ, per ora.

    Questo mi ha permesso di togliere i mezzo dal Linux host la gestione del tunnel e altri servizi legati alla rete (come il DHCP e radvd).

    Quello che serve per lo scopo di questo articolo è un tunnel IPv6 gratuito con Hurricane Electric (un solo /64 è sufficiente), una connessione con IP fisso e un firewall pfSense. Negli esempi che seguono gli IP sono ovviamente inventati (per IPv4) o del blocco /32 utilizzabile per la documentazione (per IPv6).

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  • Postfix: forzare IPv4 o IPv6 con un dominio

    Questo articolo spiega come forzare la connessione IPv4 o IPv6 verso un dominio specifico utilizzando Postfix.

    Se si imposta inet_protocols = all con un MTA che ha sia un record A sia un record AAAA Postfix sceglie di volta in volta a caso se utilizzare IPv4 o IPv6 per minimizzare i problemi di recapito.

    Durante il primo periodo di adozione dell’IPv6 ci possono essere degli MTA con il record AAAA nel DNS ma con dei problemi a ricevere mail via IPv6. Oppure semplicemente si vogliono fare dei test con un dominio specifico senza modificare la configurazione generale di Postfix.

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  • Rischi dell’implementazione di IPv6

    Mentre il conto alla rovescia dell’esaurimento dell’IPv4 continua, è opportuno valutare i rischi correlati all’adozione di IPv6.

    Il NIST ha pubblicato un utilissimo documento in cui vengono dettagliate le linee guida per l’adozione sicura dell’IPv6 nelle organizzazioni.

    Il documento è molto corposo e la prende veramente alla lontana, ma è utile a tutti perché non dà nulla per scontato; chi conosce già i dettagli dei protocolli IP può saltare i primi capitoli.

    Nella guida vengono spiegati i meccanismi di passaggio da v4 a v6 e i rischi correlati.

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  • IPv6: attacco RA flood

    Sam Bowne ha scoperto e verificato sul campo che molti sistemi operativi sono vulnerabili ad un attacco di RA flood.

    L’attacco, che si verifica solamente se sono attivi lo stack IPv6 e l’assegnamento automatico dell’indirizzo, consiste nel bombardare la vittima con dei pacchetti RA creati appositamente con un numero tale di informazioni da mandare in crash i sistemi.

    I sistemi interessati da questo problema sono moltissimi: Microsft Surface, Android, tutti gli iPad (incluso il mini), Mac OSX, Windows 7, Windows 2008 e Windows 2008 R2.

    Se viene installato l’IPv6 Readiness Update su Windows il problema viene leggermente mitigato, anche se il sistema si congela durante l’attacco, per riprendersi una volta che l’invio di pacchetti termina.

    Linux Ubuntu ha passato indenne questo tipo di attacco.

    Non è la prima volta che viene dimostrata una vulnerabilità dei sistemi di autoconfigurazione di IPv6. Eventuali test in un ambiente non controllato dovrebbero essere condotti per il momento senza attivare questi automatismi sugli host per evitare che qualche buontempone si diverta con uno dei tanti script che sono in circolazione.

  • Rete parallela

    Sono sempre di più i prodotti e i sistemi operativi che supportano IPv6.

    La quasi totalità di questi host è configurata per default in dual stack con DHCP su IPv4 e SLAAC su IPv6. Chi esegue l’installazione del dispositivo raramente si cura della parte IPv6 e procede solamente alla configurazione di IPv4, lasciando IPv6 attivo in SLAAC.

    Purtroppo l’attuale implementazione di SLAAC non prevede alcuna forma di autenticazione o di validazione preventiva, posto che l’IT si sia già posto il problema dell’IPv6 nella sua LAN.

    Il risultato è che a tutti gli host IPv6, inclusi i server, può essere assegnato un indirizzo IP da un software come radvd con lo scopo di creare una LAN parallela a quella esistente con delle regole di routing e di accesso completamente diverse. Piazzare una macchina Linux con radvd e un tunnel IPv6 con 2^64 indirizzi pubblici è più semplice di quello che sembra; una volta attivato il gateway, gli host con un IPv6 sarebbero accessibili da qualsiasi parte di Internet.

    In questa fase transitoria è bene configurare correttamente gli host, disabilitando IPv6 (o lo SLAAC) dove non è ancora necessario. Agire solamente sul firewall di frontiera non è sufficiente perché nel caso indicato sopra il Linux potrebbe avere un punto di uscita diverso verso Internet.

  • Come e quando passare a IPv6

    Voglio segnalarvi una guida gratuita pubblicata da 01net.it su IPv6.

    Alcuni argomenti sono condivisibili, altri meno ma l’importante è che se ne parli.

    01net.it: Come e quando passare a IPv6

    Ovviamente non si discute “SE passare a IPv6” ma del “COME passare a IPv6” essendo un passaggio obbligatorio e scontato. Quando? Prima possibile…