Categoria: Spazio, ultima frontiera

  • ALMA – Atacama Large Millimeter Array

    Lo scorso lunedì ha iniziato ad operare l’Atacama Large Millimeter Array.

    L’osservatorio, in questo momento la più estesa installazione astronomica sulla superficie del nostro pianeta, è collocato nell’altopiano Chajnantor in un’area a 5.000 metri d’altitudine all’interno del deserto di Atacama, uno dei posti più secchi della Terra.

    Il supporto tecnico e logistico è garantito dalla Operations Support Facility situata a quota più bassa, a soli 2.900 metri sul livello del mare.

    Le altitudini inusuali hanno posto non pochi problemi ingegneristici e biologici. Per lavorare a 5.000 metri le persone devono portare con sé una scorta di ossigeno per integrare l’atmosfera molto rarefatta.

    I 66 radiotelescopi, di cui solo un terzo attivi in questo momento, di ALMA lavorano congiuntamente secondo le regole della radioastronomia interferometrica. Le sfide tecnologhe poste da ALMA sono state molteplici e non banali.

    Le antenne riceventi sono sincronizzate con una precisione dell’ordine di un picosecondo.

    ALMA è stato realizzato grazie alla collaborazione di varie organizzazioni, tra cui anche ESO a cui appartiene anche l’Italia.

    flickr ospita una serie di foto scattate sull’altopiano del Chajnantor.

     

  • Qualcuno ha visto Snoopy?

    Non il cane, ma il modulo lunare (LM) dell’Apollo 10.

    La missione che ha preceduto quella che ha portato i primi uomini sulla Luna prevedeva una separazione dal modulo comando (CSM) del LM e una discesa dello stesso fino a 14 chilometri dalla superficie del nostro satellite.

    Una volta risalito verso il CSM, Snoopy si è riagganciato per trasferire gli astronauti ed è stato in seguito espulso in un’orbita circumsolare.

    Gli ultimi dati orbitali di Snoopy risalgono al 1969, ma un gruppo di appassionati si sta attivamente dedicando alla sua ricerca.

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  • ISS tracker

    Ci sono molti programmi che tracciano la posizione della IIS in tempo reale, sia via web sia per smartphone.

    Questo tracker dell’Ente Spaziale Europeo merita di essere segnalato.

    A schermo normale mostra la posizione della ISS sul planisfero e il dettaglio su Google Maps dell’area che sta sorvolando la ISS.

    Le indicazioni AOS e LOS indicano rispettivamente la presenza o l’assenza di collegamento con la ISS.

    Se si seleziona la modalità a schermo intero, si vede solamente il planisfero e la pagina può essere lasciata attiva su un computer, magari in uno schermo della computer room… (via Matthijs R. Koot)

     

  • Newton al comando

    Ieri ho assistito alla conferenza che Paolo ha tenuto al Brallo (PV) e alla successiva serata di osservazione organizzata da Astrobrallo: guardare le stelle è sempre un’emozione, se poi lo si fa in amicizia e con persone simpatiche l’emozione viene elevata al quadrato.

    Sia durante la conferenza che durante la grigliata che ha accompagnato l’osservazione astronomica ho notato che qualcuno spesso non tiene conto dell’ineluttabilità delle leggi fisiche del moto. Probabilmente ciò è anche colpa del fatto che utilizziamo lo stesso termine per spiegare un fenomeno fisico e per definire un insieme di regole stabilite da un organo dello Stato. Ma purtroppo non c’è nessun TAR del Lazio che può annullare una legge fisica in uno spazio newtoniano: quella è, che vi piaccia o no.

    Benché la meccanica newtoniana sia un pochino più complessa di quella classica per via del calcolo infinitesimale, è pur sempre una disciplina deterministica, che ha dato, per qualche secolo, agli uomini l’illusione di vivere in un mondo assolutamente deterministico.

    Nello spazio, sempre a velocità e sulle scale dei mezzi di trasporto umani, in cui non c’è la variabile dell’atmosfera planetaria a complicare la vita, le leggi fisiche sono assolutamente deterministiche e prevedibili, ed è proprio questo che ha portato il LEM dell’Apollo XII ad allunare esattamente (con un trascurabile margine di errore) dove era stato stabilito che allunasse. È anche per questo che gli americani nelle missioni Gemini sono riusciti a compiere nel 1966 in rendezvous con un veicolo in orbita lanciato in precedenza. Alla fine è solamente una questione di fare dei rilievi e dei calcoli.

    Certamente, negli anni ’60 del secolo scorso la possibilità di macinare i numeri nelle quantità e nei ritmi richiesti da una missione spaziale non era da tutti. Secondo alcuni (Gene Kranz o Chris Kraft nei loro libri, non ricordo esattamente chi dei due) uno dei fattori determinanti che ha fatto vincere agli USA la corsa verso la luna è stato proprio il fatto di avere a disposizione computer molto potenti in grado di eseguire i calcoli necessari per risolvere le equazioni newtoniane.

    Per ora, nei voli spaziali umani Newton è e rimane al comando e i piloti devono per forza parlare con lui per scegliere dove andare.

  • Uno sguardo attraverso le nubi

    Non diversamente da molti altri veicoli che l’hanno preceduta, anche la sonda Juno ha dovuto faticare non poco per farsi strada nello striminzito budget della NASA, ma – con poco più di due anni di ritardo rispetto al piano originale – da ieri pomeriggio si trova finalmente in viaggio per la sua destinazione finale.
    Questa sonda robotizzata è la seconda nel programma New Frontiers: dopo essere stata lanciata da un razzo Atlas V in configurazione 551, viaggerà per cinque anni e raggiungerà Giove nell’Agosto 2016, dopo aver effettuato anche un flyby con la Terra nell’Ottobre 2013.

    Juno si inserirà poi in una orbita polare con un periodo di 11 giorni terrestri intorno al pianeta più grande del Sistema Solare.
    I suoi strumenti sonderanno l’interno dell’atmosfera gioviana per misurare i rapporti di abbondanza tra idrogeno e ossigeno per dedurre quindi la quantità d’acqua.
    La sonda misurerà anche con precisione la gravità e il campo magnetico del pianeta, cercando ulteriori dati per avvalorare e raffinare la teoria della dinamo che cerca di spiegare la generazione della magnetosfera intorno a pianeti e stelle.
    Gli strumenti a bordo sonderanno il nucleo del pianeta (che si ritiene contenga idrogeno metallico) e cercheranno più informazioni sulla genesi del pianeta nel periodo di giovinezza del nostro Sistema Solare. Dato che si ritiene che Giove sia stato il primo pianeta a formarsi, si presume anche che una migliore comprensione dei meccanismi che hanno portato alla sua aggregazione ci possa aiutare anche a comprendere meglio le basi della planetologia. (altro…)

  • Space Shuttle: addio e grazie per averci fatto sognare

    Poco più di un’ora fa Atlantis ha toccato terra e ha posto fine al capitolo degli Space Shuttle.

    Ricordo ancora quando nella primavera del 1981 ero corso a casa da scuola per poter vedere il lancio del Columbia. Pensavamo che gli Shuttle potessero aprire la porta verso le stelle, rendendo un po’ più verosimile quello che raccontava la letteratura fantascientifica.

    Purtroppo così non è stato: adesso siamo qui a dire no ad ogni cosa, troppo pavidi e troppo attenti a quello che succede nel nostro giardino dietro casa per osare di andare al di là della nostra atmosfera.

    Troppo attenti anche alle PR, non riusciremmo nemmeno a portare due uomini sulla luna e a riportarli indietro salvi.

    La ISS orbita a 350 chilometri sopra la nostra testa, la luna si trova a 400.000 chilometri dalla Terra: dalle missioni Apollo abbiamo ristretto i nostri orizzonti anziché espanderli.

    Forse non siamo ancora pronti per le stelle o forse aveva ragione Sette di Nove quando diceva a Chakotay “You lack harmony… cohesion… greatness. It will be your undoing.” (Voyager, Scorpion Part II)

    Space Shuttle 1981 – 2011

  • Ultimo giro – Parte 3

    Con una sceneggiatura ancora una volta degna di un film, ecco che siamo arrivati all’ultimo capitolo della storia.
    Perché ieri, per l’ultima volta, abbiamo fatto la lunga camminata che porta la Space Shuttle dalla rampa di lancio allo spazio, per l’ultima volta gli SRB sono caduti in mare e per l’ultima volta i gli SSME si sono spenti.
    E’ iniziata così la missione STS-135, l’ultimo volo dell’Atlantis che rappresenta anche l’ultimo volo in assoluto dello Space Transportation System.

    All’inizio della giornata si prospettava un rinvio piuttosto scontato, dato solo il 30% di possibilità favorevoli al lancio a causa non di un problema tecnico, ma a condizioni meteorologiche non favorevoli. Contrariamente alle previsioni, invece il tempo si è rivelato benigno, mentre il colpo di scena questa volta si è manifestato a pochissimo dal lancio. (altro…)

  • Missione Cassini

    [vimeo http://vimeo.com/24410924 w=480]

    Chris Abbas ha pubblicato questo magnifico filmato ottenuto montando le immagini inviate a Terra dalla sonda Cassini.

  • Time-lapse dall’European Southern Observatory

    Serie di riprese time-lapse prese dall’European Southern Observatory in Cile:

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=wFpeM3fxJoQ&w=480]

    I raggi laser che si vedono ogni tanto servono a calibrare l’ottica adattiva.

  • Rendering di Marte

    L’olandese Kees Veenenbos ha sviluppato con Terragen una serie di immagini di Marte, alcune delle quali sono state pubblicate sul sito della NASA e su National Geographic.

    Kees, che utilizza Terragen da oltre dieci anni, è partito dalle immagini del Mars Global Surveyor per creare un modello tridimensionale del paesaggio marziano che ha poi elaborato con Terragen.

    Trigger Pit ha pubblicato alcune di queste immagini, le altre le trovate sul sito di Kees.