Categoria: Storie di geek

Storie di persone geek o di persone che si comportano come un geek

  • Farewell, Atari.

    La settimana scorsa la divisione americana dell’Atari ha fatto la richiesta per il “Chapter 11”, dichiarando, quindi bancarotta.  Una notizia passata in sordina perchè questo nome evoca sorrisi e bellissimi ricordi solo in pochi ‘diversamente giovani‘.

    La società, nata nel 1972, fu senza dubbio una delle società pioneristiche nel mondo dei videogiochi da casa e divenne famosa grazie alla sua console Atari 2600 che iniziò a spopolare tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni ’80 grazie, tra le altre cose, ad una notevole varietà di giochi a disposizione degli utenti.

    Atari, dopo essere passata di mano più volte, è attualmente di proprietà di una società francese che non sta per nulla navigando in buone acque ed è per questo che la divisione americana vuole cercare, con questa operazione, di staccarsi dalla casa madre francese nella speranza di trovare un investitore privato.

    Io quella console l’ho avuta ma, come molti, nei 1981 mi sono dedicato al mio primo Vic-20. Ma ho comunque ottimi ricordi del tempo che ci ho “perso” giocandoci da solo e con amici.

     

  • Partizioni ed esperimenti natalizi

    hard-drive-partitions

    In questo post vi racconto le mie ultime avventure ed esperimenti in ambito di storage per condividere qualche risultato che trovo interessante.

    Parto dall’inizio raccontandovi che il mio desktop è dotato di una scheda madre con chipset del southbridge ICH8R: avevo quindi originariamente optato per montare due dischi da 250GB configurati in RAID1 (comunemente chiamato anche mirroring).
    Inizialmente avevo creato due partizioni: la prima da 80GB per contenere sistema operativo e applicazioni mentre l’altra serviva come archivio di tutti i dati. La doppia partizione è una idea che non mi ha mai entusiasmato, ma è una scelta molto utile quando il sistema operativo ogni tanto gradisce una “formattata e reinstallata” per tornare a funzionare bene, come purtroppo è spesso il caso di Windows.
    Con l’aumento continuo della richiesta di spazio da parte degli applicativi e dei file di contenuti come le fotografie digitali – con tutti il loro contorno di panoramiche, HDR, meta-dati e via dicendo – già all’inizio del 2012 la situazione dello spazio libero stava diventando critica.
    Come soluzione (purtroppo solo temporanea), qualche mese fa avevo quindi scelto di recuperare due piccoli dischi da 160GB inutilizzati per creare un altro array in RAID1 e così suddividere ulteriormente i dati utente su un altro disco. Lascio immaginare la lettore la totale impraticità del setup, ma per qualche mese mi sono accontentato e arrangiato.
    Poche settimane fa, lo spazio libero sulla partizione del OS è sceso sotto il 10% dello spazio totale: a quel punto mi è suonato in testa il campanello di allarme generale.
    Dovevo trovare una soluzione più elegante, più funzionale e più a lungo termine: qui inizia la parte interessante del racconto.

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  • Torri di mattoncini LEGO

    Quanto potrebbe essere alta al massimo teorico una torre di mattoncini LEGO?

    Per rispondere a questa domanda bisogna sapere qual è il carico massimo in peso che può reggere un mattoncino prima di collassare.

    La risposta a questa domanda è stata calcolata dalla Open University britannica con una serie di esperimenti compiuti su alcuni mattonicini 2×2: in media 4.240 N.

    Per dare un senso a quel dato, 4.240 N corrispondono ad un peso statico di 432 kg; con un po’ di calcoli si scopre che il tutto equivale a 375.000 mattoncini 2×2 che, disposti l’uno sopra l’altro arrivano a 3.500 metri.

    Per ovvie ragioni, una torre simile non può essere realizzata, ma dà l’idea della solidità dei mattoncini LEGO. (via BBC)

  • 13 Settembre 1999

    Sì è un repost, ma per molte persone della mia generazione, Spazio 1999 è arrivato prima di Guerre Stellari e prima di Star Trek

    Assieme a UFO, a Il Prigioniero e a pochi altri, è il telefilm che ha forgiato il mio immaginario visuale della fantascienza e quindi mi sento in dovere di rendere omaggio a questa serie unica.

    Se nei negozi o gallerie di arredamento Kartell o Artemide vedete oggetti che vi ricordano la base Alfa è perché sono stati usati proprio quegli oggetti; c’è addirittura qualcuno che li ha catalogati.

    Era un modo nuovo di vedere l’esplorazione spaziale: lo spazio veniva considerato esattamente come un’abitazione da decorare e abbellire.

    Un grazie infinito ai coniugi Anderson, alla coproduzione RAI, alle belle storie, ai bravissimi attori e ai tecnici degli effetti visuali. Sappiate che è tutta colpa vostra!

  • L’incompetenza non è mai troppa

    Non è la prima volta che si discute su questo argomento, ma, si sa, al peggio non c’è mai limite.

    In settimana sono stato a Roma, tra le altre cose per l’installazione di una ADSL da usare come connessione per un apparato di videoregistrazione fornito da una delle più grandi aziende di sorveglianza in Italia. Il DVR è a loro carico, mentre è mio compito provvedere alla connetività.
    Ho incontrato sul luogo i tencici di Telecom che hanno effettuato il collaudo della linea e l’installazione del router. Chiedo loro di configurarlo con indirizzamento statico pubblico (il tipo di fornitura che scelgo abitualmente comprende una subnet /29) e di non attivare firewall sulla rete interna. Mi faccio dare i 5 indirizzi utili e chiudo la pratica.
    Torno in ufficio e scrivo tutti i dettagli del collegamento al responsabile del settore perché istruisca a dovere chi interverrà in loco.

    Venerdì mattina mi chiamano i tecnici che stanno configurando il DVR.
    Nonostante le mie spiegazioni via e-mail, mi aspettavo la chiamata, dato che non è la prima volta che facciamo questa esperienza. Già conoscendo lo spettro delle domande che mi possono fare, ripeto tutta la configurazione al tecnico e gli chiedo se è tutto chiaro.
    Risponde di sì e chiudiamo, mi richiama mezz’ora dopo. (altro…)

  • Non così sporco come potrebbe sembrare

    Qualche settimana fa ho potuto partecipare ancora una volta alla edizione Milanese del convegno Converged, organizzato da DataCenter Dynamics.
    Come al solito, la conferenza è risultata mediamente molto interessante: solo una presentazione è stata veramente inguardabile mentre una mi ha colpito per freschezza e intelligenza.

    Si tratta dell’intervento del capo del Data Centre Development presso Yahoo, Derek  Webster.
    La sua prima slide riportava, stranamente, un doppio titolo “Benefits of Bringing the Data Centre to the Power” e “Challenging Data Centre Build Norms“: con questo però non manifestava confusione di idee, ma piuttosto intendeva mostrare alla platea come la ricerca per la costruzione di un nuovo datacenter abbia costretto l’azienda a rivedere molti dogmi reiterati spesso dall’industria del settore.

    Lo scopo di Yahoo era appunto quello di costruire un nuovo datacenter in un tempo limitato – ovvero in feriore ai 18-24 mesi normalmente necessari – in maniera economica – contro lo standard industriale di 10 MUS$/MW – con un PUE molto piccolo – drasticmente inferitore al “buon” 1,5.
    Per ottenere tutti questi risultati, Yahoo ha deciso di costruire il datacenter lontano da quello che sono definite “cities of the internet“: questo significa terreni, energia e mano d’opera poco costosi, in una zona economicamente depressa in modo da poter beneficiare di tassazione ridotte da parte del Governo. (altro…)

  • Invasione di campo

    Si sa, questo blog è un vero covo di entusiasti del tool IFTTT, se ne è parlato più volte ed è universalmente riconosciuto come uno degli strumenti più utili sul web

    Forse, però, non tutti sanno che da qualche settimana IFTTT è uscito dal mondo software dei servizi internet per una invasione nel mondo hardware.
    Dal 20 Giugno, infatti, IFTTT supporta anche le regole create verso dispositivi WeMo, una recente tecnologia introdotta da Belkin.

    Ovviamente non è la prima volta che vediamo un prodotto di domotica, tanto più dispositivi relativamente “basici” come quelli disponibili ora; è però interesante notare come Belkin abbia preso al balzo la palla del social, del mobile e del web 2.0 per proporre un uso innovativo di tecnologie già esistenti.

    WeMo, oltre che come servizio di IFTTT è disponibile anche come App per dispositivi iOS.

  • Reazione dei tecnici NASA all’atterraggio della sonda Curiosity

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=AkJnkQCJ8P4&w=480]

    [via Lega Nerd]

  • Ristrutturata la casa di Luke

    Copyright (C) Mark Dremul – www.savelars.com

    Il belga Mark Dermul è riuscito a ristrutturare la casa di Owen LarsBeru Whitesun in cui Luke Skywalker ha abitato fino alla morte dei due zii.

    Mark lavora da anni come guida turistica nelle location cinematografiche del nordafrica. Lo stato di rovina della costruzione utilizzata per rappresentare parte della casa degli zii di Luke lo ha colpito al punto da avviare un’iniziativa per il suo recupero allo stato originale.

    Lo scorso anno Mark è riuscito a raccogliere i fondi necessari, ma gli eventi collegati alla Primavera Araba hanno ritardato la concessione dei permessi necessari per la ristrutturazione.

    Nell’ottobre del 2011, dopo l’insediamento del nuovo governo tunisino, Mark è riuscito ad ottenere tutti i permessi necessari e in magio ha iniziato i lavori di restauro, conclusi alla fine dello stesso mese.

    Il risultato finale è, a dir poco, stupefacente ed ha un’accuratezza che solamente un fan potrebbe garantire. (via NPR, Inhabitat)

  • Il geek e le ferie

    Ferie greche anche quest’anno: ritorno a Creta con “vacanze fai da te” organizzate via Internet.

    L’esperienza dello scorso anno ci aveva insegnato che oramai i pacchetti dei tour operator, per quanto comodi dal punto di vista delle preoccupazioni, erano oramai troppo limitanti per noi, così abbiamo deciso di crearci, complice una certa familiarità con l’isola, il nostro tour personalizzato di Creta, comprensivo di una notte a Fira (Santorini).

    Alle indicazioni dello scorso anno si aggiungono le esperienze maturate nella gestione fai da te.

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