Riordinando librerie e assimilati si trovano due cose in particolare: tanta polvere e tante cose dimenticate.
In questo periodo di pulizie casalinghe ho trovato tanti di entrambi.
Un pacchettino di fogli riesce a riassumere il concetto di obsolescenza nel mondo informatico e dintorni.
La copertina del pacchetto di fogli è qui riprodotta e ricorda tempi, media e abitudini superati.
Innanzi tutto, le stampanti che usano risme di carta perforata vengono utilizzate sempre meno spesso anche in ambito professionale. Numeri come 80,132, 66 e 72 che prima erano sulla bocca di tutti ora sono sostituiti da 210, 297, A4, A5, 12, 14 eccetera. Prima 6 righe per pollice era praticamente l’unica regola, ora si tende sempre meno a stampare (per fortuna).
A parte il formato carta, quelle stampanti utilizzavano la rumorosissima tecnologia della stampa ad aghi, i cui comandi variavano da stampante a stampante ed erano raggruppati per famiglie di dialetti (IBM ProPrinter, EPSON, Diablo e tanti altri).
Le stampanti erano collegate generalmente tramite l’interfaccia parallela, tramite la quale il PC sapeva generalmente ben poco della stampante, a parte le informazioni “sono pronta a stampare” e “ho finito la carta”. Altro che plug’n’play!
Da ultimo, le agende a sei anelli, che resistono ancora, anche se con le ore contate. Ricordo l’ultima che ho avuto, comperata nel 1999 al MIT, rimasta in fedele servizio per 10 anni e pensionata in favore dell’agenda a rubrica integrate nel telefono. Quell’agenda e tutti i suoi fogli mobili colorati riposano da qualche parte nella libreria. Altra carta risparmiata.
Negli ultimi due fine settimana ho dedicato qualche ora alla visione delle sessioni registrate durante la
Siamo nel 2011, ma a giudicare da alcuni avvenimenti sembra proprio che 
