Tag: distribuzione

  • Passare a Rocky Linux

    Non è più una novità che RedHat abbia deciso di fatto di trasformare CentOS in una sorta di Fedora, ovvero una distribuzione in cui vengono testati i pacchetti prima di passarli in produzione.

    Gregory Kurtzer, fondatore del progetto CentOS, ha deciso quindi di rifondare un progetto analogo con alcune modifiche derivate dalle lezioni imparate dagli errori commessi con CentOS.

    Ed ecco che è nato Rocky Linux.

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  • Ubuntu 16.10 Yakkety Yak

    È uscita la versione 16.10 (Yakkety Yak) di Ubuntu.

    È una release appena successiva una LTS e contiene pochi cambiamenti significativi. (altro…)

  • Ubuntu 16.04 LTS

    È uscita la versione 16.04 (Xenial Xerus) di Ubuntu.

    Questa versione è una LTS (Long Term Support), quindi le edizioni Desktop, Server, Core e Kylin (per la Cina) di questa release saranno supportate per cinque anni.

    Le versioni LTS il cui supporto è ancora attivo sono la 12.04 e 14.04; per le altre versioni non LTS il supporto termina generalmente tre mesi dopo il rilascio della successiva versione. (altro…)

  • Ubuntu 15.04 Vivid Vervet

    UbuntuAltra maintenance release rispetto alla 14.04 LTS.

    Versione caratterizzata da correzione di bachi e piccole migliorie dell’usabilità.

    Unity 7.3 ha abilitato per default il posizionamento del menu applicativo all’interno della finestra (stile Windows) e non più nella barra di menu nella parte alta dello schermo (stile MacOS). A differenza delle altre piattaforme citate, un utente può sempre scegliere dove vanno i menu (System Settings | Appearance | Behaviour). C’è finalmente l’opzione per rendere i menu sempre visibili e non visibile solamente al mouseover. (altro…)

  • Problemi di sicurezza per Tails

    TailsTails è una distribuzione Linux basata su Debian che permette di ridurre la tracciabilità di chi la utilizza.

    Dopo che sono state segnalate alcune vulnerabilità, il team di Tails ha rilasciato la versione 1.1. In questo momento è assolutamente sconsigliabile utilizzare versioni di Tails minori della 1.1, anche se la procedura di aggiornamento automatico dalla versione 1.0.1 alla 1.1 non è disponibile.

    Ieri sono state segnalate altre vulnerabilità della versione 1.1, questa volta nel pacchetto I2P. Il programma non viene avviato automaticamente, quindi chi non lo utilizza non è a rischio. C’è la possibilità che una pagina web creata ad arte utilizzi I2P. In una nota il team di Tails consiglia di disinstallare I2P per avere il massimo della protezione.

    Dal momento che non è possibile aggiornare automaticamente alla versione 1.1, se si utilizza una chiavetta con dei dati persistenti, è necessario installare Tails 1.1 su un altro supporto e aggiornare la chiavetta USB di lavoro selezionando l’opzione Clone and upgrade dell’installer di Tails. Questa opzione non cancella i dati persistenti, anche se è necessario reimpostare eventuali password delle reti WiFi che sono state salvate.


    Aggiornamenti:

    • 27/7/2014 Modificato il paragrafo relativo alla vulnerabilità di I2P.
  • Tails

    TailsTails è una distribuzione Linux basta su Debian che mette in primo piano la sicurezza e la privacy dell’utente.

    Una volta scaricato l’ISO la soluzione più pratica è creare una chiavetta USB avviabile.

    All’avvio si può scegliere l’opzione di utilizzare un tema del desktop simile a Windows XP per evitare di attirare troppo l’attenzione di curiosi, anche se con la fine del supporto di XP questa funzione diventa sempre meno utile; per default, Tails cerca di randomizzare il MAC address della scheda di rete utilizzata. (altro…)

  • Ubuntu 14.04 LTS Trusty Tahr

    UbuntuVersione importante in quanto si tratta di una Long Term Support.

    A differenza delle versioni normali, il cui supporto termina dopo nove mesi, le LTS vengono supportate per cinque anni, sia nella versione desktop sia nella versione server. Sono concepite per chi vuole un ambiente stabile e non è interessato alla corsa per installare sempre l’ultima versione disponibile. Le versioni di Ubuntu escono ogni sei mesi, ogni due anni una di queste è LTS.

    Trusty Tahr potrebbe essere una buona occasione per dare nuova vita ad un PC casalingo con XP (o anche con Vista) che non si vuole buttare via. In questo caso sarebbe buona cosa installare Ubuntu su un hard disk diverso da quello con su Windows assistiti da qualche smanettone che vi può seguire nell’operazione. Gli hard disk hanno prezzi accessibili e se si conserva il vecchio disco è sempre possibile tornare indietro a Windows nel caso in cui qualcosa vada male.

    Chi arriva dalla 12.04 LTS dovrà prima leggere attentamente tutte le note di rilascio e di aggiornamento dei software che ha installato, in quanto le novità sono davvero tante.

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  • CentOS diventa parte di RedHat

    La scorsa notte Karanbir Singh ha annunciato che CentOS entra a far parte della famiglia RedHat.

    È ancora troppo presto sia per stracciarsi le vesti urlando al Gombloddo!!1!1! sia per tirar fuori una bottiglia di quello buono per festeggiare.

    Ricordo di aver utilizzato RedHat praticamente da quando è nata come progetto pubblico, quello che mi è piaciuta da subito è un’organizzazione uniforme tra i pacchetti dell’uso delle directory, cosa che altre distribuzioni del periodo non avevano e hanno adottato più tardi.

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  • RedHat 7 beta 1: prova di installazione

    Ho fatto la prima installazione di prova di una RedHat 7.0 beta 1.

    Dopo aver scaricato l’ISO, ho creato una macchina virtuale su VMware Workstation 9 con queste caratteristiche: 2 Gb RAM, 20 Gb disco, singolo processore 64 bit a un core, NIC in bridge, sistema operativo Linux 2.6.x a 64 bit generico.

    Il boot da CD lascia 30 secondi di tempo per decidere se partire subito, attivare il rescue mode oppure cambiare i parametri del kernel.

    Red Hat 7 Beta 1 - Welcome

    Anaconda ha un nuovo aspetto grafico, la procedura di installazione non è più in formato wizard ma propone tutti gli elementi da configurare in una schermata riassuntiva unica e lascia decidere al SysAdmin cosa configurare e in che ordine. Nota: il partizionamento dei dischi è l’ultimo dell’elenco e potrebbe essere necessario utilizzare le scroll bar per visualizzarlo.

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  • RedHat 7.0 beta 1

    RedHat ha annunciato la disponibilità di RedHat Enterprise Linux 7 Beta 1.

    La versione beta è liberamente scaricabile da tutti per la valutazione e per segnalare anche eventuali problemi.

    A differenza dalla precedente versione 6, sarà possibile effettuare un aggiornamento in place della versione 6.5 senza la necessità di riformattare o reinstallare da zero.

    Non è più possibile installare la versione 7 su processori a 32 bit, il cui supporto è garantito attraverso la virtualizzazione oppure un layer di compatibilità software.

    Le nuove installazioni della distribuzione avranno per default il file system xfs, anche se sono comunque supportati i file system ext.

    Tra le novità e i limiti di Red Hat 7 si possono annoverare:

    • 3 Tb di RAM massima, 1 Gb di RAM minima (per la versione x86_64);
    • file system di massimo 500 Tb e singolo file di massimo 16 Tb con xfs;
    • kernel 3.10.0;
    • systemd sostituisce gli script di init e altri aspetti di avvio del sistema;
    • ext2 ed ext3 sono sconsigliati e dovrebbero essere sostituiti in place da ext4;
    • webalizer, thunderbird e compiz sono stati rimossi;
    • MariaDB ha sostituito MySQL;
    • sendmail è sconsigliato, anche se non ci voleva Red Hat…

    Questo è solamente un assaggio della novità che sono elencate in dettaglio nelle note di rilascio.

    Chi utilizza o amministra RedHat o CentOS dovrebbe familiarizzare con la versione 7 prima di metterla in produzione perché alcune novità, come systemd, sono davvero strutturali.

    Il team di CentOS sta già lavorando per costruire l’ambiente della versione 7.

  • CentOS 6.5

    CentOSÈ stata rilasciata la versione 6.5 di CentOS, la distribuzione linux gratuita compatibile anche a livello binario con RedHat.

    Come di consueto, i sistemi su cui era attiva la Continuous Release (CR) hanno di fatto ricevuto tutti gli aggiornamenti la scorsa settimana.

    Tra le novità si possono segnalare:

    • pieno supporto del Precision Time Protocol, precedentemente classificato come technology previrew. Il PTP è un protocollo che permette una precisione maggiore di NTP per i contesti dove è necessaria la sincronizzazione ad altra precisione senza dover installare un ricevitore GPS su ogni host;
    • OpenSSL è stato aggiornato a 1.0.1 e supporta TLS 1.1 e 1.2;
    • KVM è stato migliorato e supporta l’hotplug delle CPU;
    • sono stati aggiornati i driver di Hyper-V;
    • Evolution 2.32;
    • LibreOffice 4.0.4.

    Si possono scaricare le immagini ISO delle installazioni via torrent (i386, x86_64) oppure da uno dei mirror.

  • Ubuntu 13.10 Saucy Salamander

    UbuntuSeconda versione di Ubuntu per quest’anno.

    Non ci sono grosse novità, sembra quasi una versione di preparazione per la prossima 14.04 LTS.

    Questa volta ho provato ad aggiornare da command line anziché via interfaccia grafica con il comando sudo do-release-upgrade e non ho notato sostanziali differenze, visto che essenzialmente fa le stesse cose della versione grafica.

    In questa versione è stato rimosso il downloader per Windows. Chi volesse provare Ubuntu può utilizzare una versione live su CD o chiavetta USB.

    Tra gli aggiornamenti si possono citare:

    Non è stato introdotto il display manager Mir, che slitta di 12 mesi almeno. Sembra che in questa versione sia stato corretto il problema della copia dei file via gvfs.

    Da segnalare la comparsa dell’indicatore del linguaggio della tastiera sulla barra del menu da cui è possibile richiamare le funzioni relative e la mappa caratteri.

    Come al solito, questa versione verrà supportata per i prossimi 9 mesi, arrivederci al 17 aprile 2014 con la 14.04 LTS Trusty Tahr.