Tag: Internet

  • Internet e la sottile arte del plagio…

    Nell’agosto scorso avevo raccontanto in un post la ridicola vicenda di un famoso locale di Milano che aveva utilizzato per un evento che stava organizzando il nome e la locandina di un altro evento simile organizzato tempo prima da un altro locale. La cosa si è poi risolta in modo positivo con le scuse e la rimozione di quello che era stato plagiato.

    bressanini-vs-superdiiperdi-1Qualche giorno fa, però, mi imbatto nuovamente in una situazione molto simile (altro…)

  • Turchia e cellulari

    La notte appena trascorsa ha visto un tentativo di golpe da parte dell’esercito turco.

    I golpe in Turchia non sono cosa nuova, nella storia recente ci sono stati nel 1960, 1971 e 1980. La novità che sta facendo notizia è che Erdogan sia stato intervistato da CNN Türk via Apple Facetime e in quell’intervista abbia detto ai cittadini di riversarsi nelle piazze per dare un segnale. (altro…)

  • No, la colpa non è degli altri…

    Pizzeria (no pubblicità), Milano(Versione aggiornata a seguito di una segnalazione)

    Qualche giorno fa un mio contatto su Facebook (ps: grazie Dario) ha pubbllicato una foto presa dalla vetrina di una pizzeria milanese (che è meglio non nominare per evitare di far loro pubblicità).
    La foto ritrae un cartello che dichiara che in quella “struttura è vietato l’ingresso Agli Utenti di TRIPADVISOR” in quanto, letteralmente, “Siamo qui per lavorare BENE al 100%… non per subire le FRUSTRAZIONI di Utenti di tale portale Web Per tanto siete pregati di sfogare la vostra rabbia interiore e il vostro malessere altrove“.

    Tralascio l’italiano, un po’ carente, perchè preferisco focalizzare la mia attenzione sull’assurdità dell’intero messaggio (altro…)

  • NCSI

    No, non si tratta di una nuova serie TV della CBS.

    L’acrostico è Network Connectivity Status Icon: per chi non lo sapesse, si tratta dell’etichetta con cui si identifica l’insieme delle procedure tramite le quali Windows – da Vista in poi – stabilisce se la macchina su cui gira sia collegata a internet o meno.

    Quando il nostro computer non dispone di una connessione cablata o WiFi, Windows semplicemente comunica che non siamo connessi ad alcuna rete.
    La faccenda si fa più complicata se in effetti abbiamo una connessione a una rete locale e di conseguenza il sistema operativo deve stbilire se questa rete sia collegata a sua volta a internet e ne consenta la navigazione. (altro…)

  • L’Internet delle cose insicure

    L’elettrodomestico e la casa in rete è un ritornello più vecchio della diffusione di massa di Internet.

    A questa promessa abbastanza inutile si sono aggiunte negli ultimi anni e nelle ultime settimane le promesse che tutti gli oggetti saranno online: termostati, orologi, frigoriferi, lampadine, calzini…

    Bisogna riconoscere che adesso la tecnologia c’è quasi tutta per rendere veritiere queste promesse: ogni casa tecnologica ha una connessione a Internet con un access point. Il prossimo protocollo IPv6 permetterebbe, allo stato attuale, di assegnare non meno di 264 indirizzi univoci ad ogni abbonamento residenziale.

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  • Punti di vista – I Chindōgu

    Siamo diventati troppo tecnologici o troppo pigri? Sia come sia, trovo che questa sia una genialata e permette anche di ovviare all’acquisto di un guanto di coppia 😀

    Fonte

    E’ molto che non posto ma mi piace iniziare il 2014 con una di quei gadget che sono assolutamente inutili al di fuori della specifica funzione per cui sono stati creati. I Giapponesi ne hanno fatto un’arte: si chiamano Chindōgu e gli esempi più classici si sono visti decine di volte in rete.
    Stando a Wikipedia i Chindōgu devono avere specifiche caratteristiche:
    “1. un chindōgu non può avere un utilizzo reale;
    2. un chindōgu deve esistere fisicamente;
    3. in ogni chindōgu è insito uno spirito di anarchia;
    4. i chindōgu sono strumenti per la vita quotidiana;
    5. i chindōgu non sono in vendita;
    6. l’umorismo non dev’essere la sola ragione per creare un chindōgu;
    7. il chindōgu non è pubblicitario;
    8. i chindōgu non trattano mai temi scabrosi;
    9. il chindōgu non si può brevettare;
    10. i chindōgu non hanno pregiudizi.”

    A seguire alcuni dei miei preferiti (e che userei… se sapessi dove comprarli!!): (altro…)

  • Marco “FunkyProfessor” Zamperini (1963 – 2013)

    Marco ZamperiniLa mente è come un paracadute, perchè funzioni bisogna aprirla.

    Ho avuto l’onore di conoscerti un anno fa, dopo che “digitalmente” ci eravamo incontrati diverse volte.
    Quella volta ho scoperto che i tuoi gusti musicali non collimavano con i miei e per questo preferivo ascoltare le tue idee e cercare di rimanere il più contagiato possibile da quel tuo fantastico entusiasmo di vivere la rete.

    Un grosso abbraccio a chi, da oggi, dovrà fare a meno della tua splendida presenza, a partire da Paola, Blanca e Rebecca.

    Ciao Marco.

  • Viviamo nel futuro

    Provate ad immaginare di sedervi alla scrivania la mattina con il caffè, accendere il computer e leggere i giornali del mattino

    Più o meno lo facciamo tutti (tutti noi che leggiamo o scriviamo le pagine di questo blog), qualcuno lo fa anche su dispositivi che dieci anni fa non esistevano nella forma attuale.

    Quelle parole però vengo dal video di un servizio giornalistico del 1981. Cosa stavamo facendo nel 1981?

    Nel 1981 (vado a memoria) stava nascendo il fenomeno degli home computer: tastiera, CPU, qualche migliaio di byte di RAM, un generatore sonoro e un modulatore per il collegamento alla TV. C’erano i primi videoregistratori, ma non erano ancora diffusi. In molti avevano ancora la televisione in bianconero perché in Italia le trasmissioni a colori esistevano da pochi anni.

    Nel 1981 la Hayes metteva sul mercato il suo primo modem con il set comandi AT, che sarebbe diventato poi lo standard ancora in uso adesso.

    In quegli anni a San Francisco qualcuno provava a far leggere il giornale da casa con un accoppiatore acustico, verosimilmente a 300 baud, che equivalgono a livello applicativo a meno di 30 byte al secondo. Il solo testo non formatto di questo articolo impiegherebbe 65 secondi per essere trasmesso. Secondo la giornalista, l’intero testo di un quotidiano veniva trasmesso in almeno due ore di collegamento (con le tariffe telefoniche a tempo); mantenendo l’ipotesi dei 300 baud sarebbero oltre 216.000 byte di testo.

    Va notato che nel servizio non si fa riferimento ad alcuna funzione di ricerca che, avremmo imparato negli anni successivi, è una delle funzioni killer dell’elettronico.

    Eppure adesso ci siamo in quel futuro del 1981; forse i giornali si sono già pentiti per aver fatto quelle sperimentazioni agli inizi degli anni 80. Adesso il giornalismo si interroga sul proprio futuro, a volte scrutando l’orizzonte e abbracciando un’ampia visuale, a volte osservandosi tediosamente l’ombelico.

  • I nuovi superamenti dei limiti dei tatuaggi

    Un giovine decide un bel dì di farsi un tatuaggio. Oggidì non c’è più niente di sorprendente a riguardo visto lo sdoganamento di quest’arte ormai da decenni. Tuttavia il nostro baldo giovinotto ha deciso che non di tatuaggio normale dovesse trattarsi ma di uno munito di Qr Code. Enjoy!

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=f3qv2dSXQXk&w=480]

  • Il mondo a due velocità

    Mi sto accorgendo che ci sono due realtà che vivono esperienze parallele con pochissimi punti di contatto.

    Per quanto possa sembrare l’incipit di una storia come I mondi dell’Impero di Keith Laumer, è quello che mi capita spesso di vivere tutti i giorni.

    Da un lato c’è la velocità delle persone che utilizzano le comunicazioni elettroniche: problemi risolti con quattro mail (ringraziamenti inclusi), dati in tempo reale, informazioni reperite online con relativamente pochi problemi. Il tutto indipendentemente dal fatto che l’interlocutore si trovi a 10, 100, 1000, 10.000 chilometri di distanza, anzi ignorando del tutto dove sia l’interlocutore.


    L’altra realtà parallela, che magari è quella del mio vicino di casa o della persona che sta davanti a me alla fila del supermercato, è quella simile a 20, 30 o 40 anni fa. Notizie un paio di volte al giorno (TG e quotidiano oppure TG e GR), informazioni che viaggiano sulla scala dei giorni anziché dei minuti e forte dipendenza dalla posizione fisica o dai ritmi giornalieri dell’interlocutore per poter scambiare informazioni.

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  • Come funziona Internet?

    Molto bene, grazie!

    Grazie al Centro Nexa del Politecnico di Torino ora è possibile dare una risposta più sensata alla domanda.

    È stato, infatti, tradotta in italiano la guida basilare alla comprensione di Internet redatta da Joe McNamee, Kirsten Fiedler, Marie Humeau e Sophie Maisuradze.

    La guida è pensata per essere fruita dai policy-maker digiuni di di tecnologie, ma è un utile strumento di comprensione per chiunque voglia avere delle idee basilari, ma chiare su Internet. (via Stefano Quintarelli)

  • Virtuale mica tanto

    Prendo spunto da un post di Stefano per dire la mia sull’abuso della parola virtuale riferita alle attività che hanno a che fare con Internet e assimilati.

    Si sa che il parlar comune e il giornalismo sguazzano come maiali nel fango nei cliché al punto che di quando in quando leggiamo articoli di giornale che si scagliano contro l’abuso di quello o quell’altro cliché da parte dei giornalisti stessi.

    Tra i termini oramai logori per riferirsi ad Internet e dintorni se ne annoverano due un po’ fastidiosi.

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