Nell’agosto scorso avevo raccontanto in un post la ridicola vicenda di un famoso locale di Milano che aveva utilizzato per un evento che stava organizzando il nome e la locandina di un altro evento simile organizzato tempo prima da un altro locale. La cosa si è poi risolta in modo positivo con le scuse e la rimozione di quello che era stato plagiato.
Qualche giorno fa, però, mi imbatto nuovamente in una situazione molto simile: Dario Bressanini, chimico, scrittore e uno dei più importanti divulgatori scientifici italiani, scrive un post sulla propria bacheca Facebook nella quale accusa di plagio una catena italiana di supermercati evidenziando come abbiano plagiato un suo post all’interno del loro sito.
Il post a cui fa riferimento lo scrittore risale all’Ottobre 2007 e si intitola “Il segreto di una buona bistecca (ma non solo) si chiama Maillard” ed è un testo nel quale l’autore racconta e spiega in modo molto preciso come sia possibile sfruttare in cucina la “Reazione di Maillard“, risultato di uno studio effettuato dal medico francese Louise Camille Maillard e che è stato descritto per la prima volta nel 1912.
Oltretutto poichè questa reazione è molto adatta nella cottura della carne, è trattata anche a partire da pagina 82 dell’ultimo libro di Bressanini, “La Scienza della Carne“, pubblicato quest’anno.
Il giorno dopo il post, l’azienda dei supermercati “SuperDì e IperDi” difende l’articolo della propria pagina (ne potete trovare una copia nel Web Archive) con un commento alquanto interessante e che viene poi modificato qualche ora dopo e che afferma che i due articoli “non sono autoriferiti” anche perchè questo metodo di cottura della carne è molto noto. Ma è proprio la modifica della risposta, fatta dopo 4 ore dalla prima versione, che mi ha colpito molto.
Nella prima versione, infatti, il commento di SuperDì e IperDi mette in evidenza come siano state altre pagine in rete ad aver plagiato il testo (citando come strumento di controllo il sito www.plagium.com), ma non loro.
In effetti i due testi non sono perfettamente identici ed è per questo che, come fa notare in modo intelligente un contatto, il sito di verifica non abbia segnalato il plagio da parte del post della catena di supermercati. Lo stesso contatto, oltretutto, riporta due frammenti di testo presi dall’articolo dell’azienda e da quello di Bressanini e, leggendoli, diventa molto difficile non pensare ad un plagio. L’articolo originale, infatti, utilizza un termine molto specifico, ossia “strizzare” che nasce da una analogia con degli asciugamani. L’articolo della catena utilizza lo stesso identico termine, senza spiegare il perchè di quella scelta, ma utilizzando poi bene o male gli stessi concetti del frammento del post originale.
Lo stesso Dario Bressanini, poi, interviene sottolineando come anche se con una forma di poco diversa, “La struttura a punti è identica e il resto è tutto o un riassunto o una parafrasi oppure una copia diretta.“. E a conferma di questa affermazione anche lui posta il confronto tra alcuni frammento del suo post originale con quelli del post della catena dei supermercati e, leggendoli, le similitudini sono incredibili. I concetti sono espressi con la stessa sequenza e con gli stessi appunti, inclusi, ad esempio, i suggerimenti per come sfruttare il “prodotto” della reazione di Maillard: entrambi, infatti, suggeriscono di usare acqua, vino o birra o dei succhi per generare il “succo di bistecca” (come lo chiama Bressanini) o “nettare di bistecca” come lo chiama il sito dei supermercati.
Ed è proprio dopo queste risposte al commento dell’azienda dei supermercati, il testo della “difesa” viene modificato eliminando tutta la parte relativa al plagio verificato con l’apposito sito.
Onestamente non so come questa vicenda stia proseguendo, ma presumo che l’azienda abbia contattato Dario Bressanini per cercare di risolvere questa situazione.
Certo è che ancora una volta si evidenzia una pratica che è sempre molto (troppo) diffusa in rete, ossia quella del plagio.
Come evidenziato anche da Dario in uno dei commenti, il fatto che una cosa sia in rete non significa che tutti se ne possano appropriare liberamente e se lo fanno sarebbe almeno corretto, rispettoso, educato… insomma, sarebbe civile riportare (con un link) la fonte originale, magari verificando prima se questo sia lecito o meno. A parte alcuni casi, nessuno impedisce l’utilizzo di testi provenienti da altri siti, ma prima di farlo bisognerebbe contattare l’autore per chiedere il permesso, indicando il tipo di utilizzo.
E provare a mascherare il plagio modificando lievemente l’articolo, magari cambiandone la forma grammaticale e usando dei sinonimo non può essere il modo per aggirare una regola.
Anzi.
Nel 1984 durante un’intervista un famoso markettaro (tale Steve Jobs) disse “i buoni artisti copiano, i grandi rubano“. Quella stessa persona, però, è anche diventata molto famosa perchè quando gli altri hanno iniziato a mettere in pratica quella frase, copiando o rubando il suo operato, lui ha iniziato a squinzagliare tutti i suoi avvocati che hanno di certo dovuto fare un lavoro extra con citazioni in tribunale.
La rete non può e non deve diventare un luogo dove vige una totale anarchia.
3 risposte a “Internet e la sottile arte del plagio…”
Ieri leggevo un articolo su wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/David_Gerrold#La_guerra_contro_gli_Chtorr
poi mi sono imbattuto in un articolo su un altro sito: http://www.fantascienza.com/378/i-mondi-di-gerrold
L’articolo di wikipedia sembra un riassunto con gli stessi concetti spiegati nello stesso ordine (ma solo meno dettagliati) di una parte del secondo.
Credo che il plagio in rete sia qualcosa di inevitabile, le informazioni sono troppo facilmente reperibili e ricondivisibili per poterlo evitare.
Attenzione ad una cosa pero’: Wikipedia e’ per propria stessa definizione una fonte secondaria, ovvero Wikipedia impone a se stessa come regolamento di citare altre fonti.
Naturalmente si puo’ rilevare che in questo caso la fonte potrebbe essere stata utilizzata, ma non citata.
Attualmente la difesa migliore per le proprie immagini (senza obbligare l’odiosa iscrizione al sito) è solo il “watermark”, la scritta semitrasparente sulle foto, con l’autore o sito originale.
Se vuoi la foto “pulita”, mi contatti e paghi. Devo suggerirlo al buon Dario.