Tag: mail

  • Come gestisci la tua mail?

    Negli anni ho visto tante modalità di gestione della posta elettronica.

    Grazie alle nuove versioni di Outlook, al fatto che altri programmi gestiscono serenamente mailbox voluminose e alla sempre maggiore diffusione di IMAP, adesso è facile tenere molti messaggi, ma ciascuno ha un proprio metodo di archiviazione.

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  • Bambini, andate a giocare altrove!

    Un cliente decide di attivare una linea Internet di terra (SHDSL) con Vodafone.

    A livello di pure linee di terra business per il collegamento a Internet sono abbastanza neutrale: una volta che ho la mia classe di IP pubblici non nattata sulla porta ethernet dell’apparato del provider e non ho filtri sulle porte o cazzate come il bandwidth throttling a me vanno bene tutte. È più un problema commerciale del cliente che altro.

    Il /29 che è stato assegnato probabilmente faceva parte di un vecchio blocco pubblico ad assegnamento dinamico che è stato riciclato perché due o tre mail server rifiutano di ricevere la posta dal mail server aziendale dietro la nuova connessione.

    Dal momento che sono abituato a questo comportamento, avevo lasciato come al solito Postfix con il soft bounce attivo in modo tale da poter intervenire guardando la coda della posta in uscita reindirizzando a botte di transport la mail che rimaneva in coda sul mail relay del provider indicato nella documentazione allegata all’attivazione della linea.

    Dopo due giorni la cosa si è normalizzata. Qualche giorno più tardi un utente mi dice che la posta verso Alice.it rimbalza e mi inoltra questo:

    while talking to smtp.aliceposta.it.:
    >>> MAIL From:<xxx@xxx.it> SIZE=63750 BODY=7BIT
    <<< 550 mail not accepted from blacklisted IP address [91.80.36.102]
    <<< 554 5.0.0 Service unavailable

    91.80.36.102 non è un IP della classe /29 assegnata al cliente, ma l’IP del relay esterno di Vodafone che mi è stato detto di utilizzare e che ha funzionato correttamente fino a poche ore prima anche con Alice.it

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  • Email: come aumentare la produttività in azienda

    La posta elettronica può rappresentare un pericolo alla produttività aziendale, ecco tre semplici regole per evitare che ciò avvenga.

    1. Le mail intra-aziendali vengono recapitate con un ritardo casuale base che va dai 400 agli 800 secondi; la stocasticità del recapito evita che qualcuno ne tragga beneficio.
    2. Per ciascun destinatario (to) o destinatario in copia palese (cc) dopo il primo si aggiunge un ritardo casuale dai 40 agli 80 secondi; per ciascun destinatario in copia nascosta (bcc) si aggiunge un ritardo casuale dai 300 ai 600 secondi. Contano solamente i destinatari della medesima azienda, non contano i contatti esterni.
    3. Se il messaggio viene inviato entro i 90 minuti che precedono l’inizio dell’orario di lavoro o entro i 90 minuti che seguono il termine dell’orario di lavoro si applica un ulteriore ritardo casuale da 200 a 400 secondi; i messaggi inviati fuori dell’orario di lavoro oltre quei limiti verranno recapitati all’inizio dell’orario di lavoro del primo giorno disponibile. Anche in questo caso le regole si applicano ai messaggi intra-aziendali.

    Chi utilizza il proprio account personale per aggirare le regole è passibile di lettera di richiamo.


    Aggiornamenti dopo la prima pubblicazione:

  • Salvare in un PST le singole cartelle di Exchange

    Può capitare di voler fare un backup supplementare rispetto a quello canonico di alcune cartelle di Exchange per alcuni utenti.

    Lo scopo di quanto segue è fornire uno strumento schedulabile con il servizio integrato di Windows che consenta di salvare con cadenza regolare tutta o una parte di una mailbox di Exchange su un file PST.

    Questa procedura non sostituisce il normale backup, ma lo affianca, in quanto potrebbe essere eseguita con una frequenza diversa rispetto al backup e il file generato può essere aperto dall’utente in maniera autonoma o con un minimo di supporto.

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  • Non avete ricevuto alcun MMS

    Si avvicina il Natale, che porta con sé innumerevoli messaggi di posta elettronica inutili con allegate immagini oppure programmi che installano malware.

    L’ultima notizia riguarda un messaggio di posta elettronica che sembra provenire da Vodafone U.K. che contiene l’avviso del presunto recapito di un messaggio MMS.

    Come è successo in altri casi, è facile supporre che, se questo scherzetto avrà seguito oltre Manica, potrebbero diffondersi alternative in altre lingue o con altri operatori telefonici.

    Al solito, se non avete delle SIM del presunto operatore telefonico che vi starebbe scrivendo, è difficile che abbiate ricevuto un MMS; inoltre diffidate sempre di mail sgrammaticate o con errori grossolani. (via Naked Security)

  • Interbusiness chiude il mail relay

    Come annunciato nei mesi scorsi, dal prossimo 15 ottobre mail.cs.interbusiness.it non sarà più operativo.

    Nei nuovi contratti business di Telecom il servizio di mail relay è a pagamento.

    Chi ha dei mail server dietro una linea Interbusiness che sfruttano come relay mail.cs.interbusiness.it dovrebbe recapitare direttamente la mail ai destinatari o contattare il servizio clienti business e concordare un’alternativa, preparandosi, ovviamente, ad aprire i cordoni della borsa.

    Nel comunicato inviato ai clienti Telecom adduce come motivazione della chiusura una non meglio precisata “obsolescenza tecnologica della piattaforma”.

  • Mail server in IPv6

    Questo articolo spiega come passare in IPv6 un mail server Linux con Postfix, Amavisd-new e Dovecot.

    Il sistema di partenza è un Linux con il dual stack IPv4/IPv6 attivo e funzionante con un indirizzo pubblico IPv4 e uno IPv6. Anche il sistema di posta elettronica è perfettamente funzionante in IPv4 con le ultime versioni dei programmi indicati sopra installati da sorgente, non da pacchetto della distribuzione Linux. Ciò perché con IPv6 è sempre meglio avere le ultime versioni, anche se la maggior parte delle istruzioni che seguono dovrebbero funzionare anche con le versioni distribuite nei pacchetti standard.

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  • IDN? No grazie… (almeno per il momento)

    Dalle ore 14:00 dell’11 luglio 2012 il NIC italiano (l’ente preposto a regolamentare e gestire la registrazione dei domini con estensione .it) consente di registrare domini IDN (internationalized domain name) ovvero domini contenenti lettere accentate ed altri caratteri speciali che prima non erano consentiti nei domini italiani.

    Peccato che nessuno si è preso la briga di controllare se i vari programmi in uso dagli utenti o in funzione sui server siano compatibili e supportino i nuovi domini.

    Lo standard per i nomi di dominio non permette normalmente caratteri non ASCII ma alla fine un metodo per internazionalizzare i nomi di dominio in un formato ASCII standard è stato trovato, salvaguardando con ciò la stabilità del Domain Name System. La prima bozza di IDN è stata proposta nel 1996 ed implementata nel 1998. Nel marzo 2008 l’Internet Engineering Task Force ha formato un nuovo IDN Working Group per rimodernare il corrente protocollo IDNA.

    Attualmente diverse decine di domini di primo livello supportano la registrazione gli IDN. Anche il dominio di primo livello .eu, dal 10 dicembre 2009, supporta gli IDN.

    Ovviamente perché tutto funzioni tutte le varie tessere del mosaico di software che costituisce Internet deve essere aggiornato e compatibile. E quì cominciano i problemi.

    Ho eseguito personalmente dei test di invio mail da alcuni dei più grandi (come numero utenti) sistemi webmail verso delle mailbox appositamente create con domini IDN ed i risultati a parer mio sono sono disastrosi.

    Gmail e Tiscali non supportano gli IDN e non consentono l’invio del messaggio. Yahoo prima lo accetta poi manda un messaggio d’errore perché uno dei suoi server non riesce ad inviare il messaggio a destinazione. V’invito ad effettuare dei test con altri account, se lasciate un commento, indicando la vostra mail vera nell’apposito campo, con il quale chiedete di collaborare al test vi contatterò personalmente per indicarvi un paio di indirizzi verso cui inviare i test. I risultati saranno pubblicati su questo blog.

    ATTENZIONE! Non indicate la mail nel commento ma nell’apposito spazio del form. In questo modo io potrò vedere la vostra mail e contattarvi ma questa non sarà pubblicata sul sito.

  • Quando gli spammer strappano un sorriso

    Ogni tanto qualche mail di spam riesce a penetrare le difese e ogni tanto butto un occhio alle mail di spam per ragioni professionali.

    Questa settimana una mail di spam mi ha divertito, ve la riporto in formato testuale non formattato:

    From: "Welcome to Western Union®"
    Subject: SPAM VICTIMS COMPENSATION NOTICE !

    Welcome to Western Union®
    Send Money Worldwide
    www.westernunion.com

    Attention: E-mail Address Owner

    The International Monetary Fund (IMF) is compensating all the spam victims and your email address was found in the spam victim's list. This Western Union® office has been mandated by the IMF to transfer your compensation to you via Western Union® Money Transfer.

    However, we have concluded to affect your own payment through Western Union® Money Transfer, $5,000 twice daily until the total sum of $200,000.00USD is completely transferred to you.

    We can not be able to send the payment with your email address alone, thereby we need your information as to where we will be sending the funds, such as;

    Seguono le richieste dei dati la firma e altri yadda yadda.

  • Archiviazione della posta elettronica

    È fuori discussione che l’archiviazione della posta elettronica sia una necessità e, alcune volte, un obbligo.

    Il SysAdmin deve risolvere in un modo o in un altro questa necessità degli utenti, senza decidere ex auctoritate che si tratta di un vezzo o della conseguenza della pigrizia di chi utilizza la mail. Nella posta elettronica ci sono le tracce con riferimenti temporali delle interazioni con clienti o fornitori esterni e alcune volte c’è la storia evolutiva di un’organizzazione.

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  • Email privacy tester

    Mike Cardwell ha aggiornato il suo email privacy tester.

    Si tratta di un sito che ospita un’applicazione (i cui sorgenti sono disponibili) per verificare quando un client di posta elettronica riveli a terzi.

    Un normale messaggio di posta elettronica senza oggetti incorporati o richieste di conferme non può rivelare molto perché l’azione di apertura del messaggio da parte del client di posta elettronica (Outlook, Thunderbird, un webmail o altro) non comporta alcuna interazione aggiuntive con Internet che non sia l’atto di scaricare il messaggio stesso, azione che avviene con il proprio mail server, senza che il mittente abbia traccia di alcunché.

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  • Dovecot 2.1.0

    Timo Sirainen ha rilasciato la versione 2.1.0 del server IMAP/POP Dovecot.

    Il rilascio avviene, come di consueto, dopo una lunga serie di versioni alfa, beta e sette release candidate, a garanzia di una ragionevole stabilità del software.

    Le novità di questa versione rispetto alla 2.0.0 riguardano molte migliorie nel funzionamento interno, l’aggiunta di alcune estensioni IMAP e il miglioramento del supporto della multi istanza.