Tag: sopa

  • La SOPA de noartri

    Mentre negli USA la SOPA ha subito una battuta d’arresto, in Italia c’è il pericolo che venga silenziosamente introdotta una norma simile.

    Stafano Quintarelli segnala che una commissione parlamentare ha dato parere positivo ad una modifica normativa del DLGS 70 del 9/4/2003.

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  • Internet, politica, ignoranza

    Mi addentro raramente in temi politici probabilmente per i motivi espressi in questo articolo.

    Il Washington Post ha un bell’articolo (via Stefano Quintarelli) in cui si analizzano i motivi per i quali Internet e la politica non si capiscono.

    Le due frasi topiche dell’articolo sono (grassetto anche nell’originale):

    Washington targets isolated, static problems.

    On the Web, everything is connected and changing quickly.

    Le circostanze che vengono elencate nell’articolo sono, ovviamente, americane, ma potremmo trovarne di analoghe qui da noi, o in ogni altro Stato.

    L’autoreferenzialità e la paura dell’ignoto mascherate spesso come necessità del mantenimento dei diritti acquisiti o altre argomentazioni analoghe portano determinate categorie ad essere percepite come antiche, fuori dal tempo, anacronistiche. Sono spesso quelli che si autodefiniscono progressisti ad essere i più conservatori del gruppo e mi rendo conto di aver appena enunciato un’ovvietà.

    Purtroppo per chi sta rimanendo indietro, il popolo di Internet è numericamente superiore ed in constante aumento.

    Fatevi due conti.

  • TED – Clay Shirky: Perché la SOPA è una pessima idea

    È meglio che io non commenti: riflettere su tali questioni mi mette di cattivo umore.

    Vorrei solo far notare le categorie in cui ho infilato quest’articolo: le ricadute sono ampie.

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  • ByeDaddy

    A partire dalla notte tra il 22 e il 23 dicembre (ora europea) GoDaddy ha sperimentato sulla propria pelle cosa significa prendere posizioni impopolari.

    Il registar si era, infatti, apertamente schierato a favore del SOPA, contro cui sono stati spesi terabyte di testi.

    Se, da un lato, ognuno è libero (e deve esserlo) di esprimere le proprie opinioni, si deve anche aspettare che i suoi clienti agiscano di conseguenza e scelgano se continuare o meno ad essere tali. Azione e reazione: è fisica.

    La reazione non ha tardato a manifestarsi. Già ieri mattina, 23 dicembre, alle 5 (ora europea) Twitter brulicava di messaggi a sfavore con l’hashtag #BoycottGoDaddy che invitavano a trasferire i domini altrove.

    Io stesso ho trasferito tutti i domini, incluso questo, che avevo su GoDaddy altrove. Il blackout del sito è stato causato proprio dal trasferimento e dal fatto che GoDaddy ha sconfigurato le zone dai suoi DNS immediatamente dopo la mia conferma di trasferimento senza attendere il completamento dello stesso.

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