Anno: 2012

  • Un’ulteriore idiozia dei DRM

    Molti illustri nomi della scienza e della letteratura hanno iniziato a studiare nella biblioteca paterna.

    Per qualche oscura ragione, in questo momento mi viene in mente solamente l’esempio del piccolo Giacomo che passava le ore sui libri del padre, il Conte Monaldo Leopardi.

    Io stesso sono cresciuto in una casa piena di libri acquistati dai miei genitori, che potevo liberamente sfogliare e leggere, alcuni dei quali sono in questo momento in casa mia.

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  • Neil Armstrong (1930-2012)

    Queste sono notizie che non si vorrebbero mai dare perché gli eroi, quelli veri in carne ed ossa, sono per loro natura immortali.

     

  • Una Moleskine digitale

    Non c’è bisogno che io ripeta qui quanto l’informatica, soprattutto nel suo aspetto social, stia diventando eprvasiva a un ritmo accelerato. Aziende più tradizionali legate a un mondo ancora “carta e penna” stanno lottando per sopravvivere, alcune senza troppa fortuna.
    Una compagnia che sta tenando di conigare una storia fatta di taccuini e agende con una società sempre più digitale è la Italianissima (Milanesissima, per la precisione) Moleskine.

    Per quei pochi che non avessero mai sentito parlare di questa società, possono leggere unpo’ della sua storia originale nel sito internet; la sua rivitalizzazione da parte di Modo & Modo e la conseguente proliferaizone di prodotti, fa invece parte della quotididiantà da ormai più di un decennio.
    Moleskine da quelche tempo sta cercando di ritagliarsi uno spazio anche nel mondo dell’informatica, rilasciando applicazioni per iOS, e cercando di convicncere gli utenti a creare contenuti digitali da stampare in formato cartaceao, ritaglaire e inserire nei taccuini, tutto tramite l’applicazione MSK. (altro…)

  • Linux e numeri casuali

    L’importanza della generazione dei numeri random in un sistema operativo server è tale che non può più essere lasciata al caso.

    Linux utilizza /dev/random e /dev/urandom per fornire ai programmi una fonte di numeri pseudo-casuali. L’entropia di /dev/random deriva dall’interazione dell’utente (mouse e tastiera), dall’attività del disco e dagli interrupt di sistema. Purtroppo nei server headless parte delle fonti di entropia non sono disponibili, diminuendo la casualità dei numeri generati.

    Una delle caratteristiche di /dev/random è che può essere anche scritto per alimentare il generatore con dell’entropia. Esistono alcune soluzioni che si basano su dispositivi hardware esterni, sul rumore termico della scheda audio, o su altri sistemi che generano grandezze non deterministiche legate a fattori esterni. La dipendenza da un hardware dedicato o specifico e la scarsa disponibilità di questi tipi di soluzioni sui server virtuali o in hosting ha portato Gary Wuertz e Jirka Hladky a trovare una soluzione alternativa.

    I due hanno creato havaged, un programma che si basa su HAVEGE per alimentare /dev/random con la giusta dose di entropia al fine di migliorare la casualità dell’output.

    Su un normale Linux CentOS la sequenza configure-make-make install funziona alla perfezione; il processo di make crea anche lo script da mettere in init.d per poter avviare il programma in modalità demonica.

    La pagina di man di haveged contiene anche alcuni esempi di utilizzo interattivo del programma per generare password o per sovrascrivere file o partizioni con dati veramente casuali.

  • Il ritorno di Melissa

    Melissa è un macro virus di Word che ha infettato la Rete nella primavera del 1999.

    Tredici anni dopo Melissa torna sui nostri vostri schermi sotto forma di un malware molto subdolo.

    La nuova Melissa non si replica inviando se stessa ai primi 50 contatti di Outlook. Questo nuovo malware a base sessuale non è dannoso per le vittime come il Sex Ladies che ha causato qualche problema agli utenti Macintosh nel 1988.

    All’apparenza, la Melissa del 2012 vuole solamente mostrarvi le sue grazie dopo che voi avete risolto alcuni CAPTCHA, e qui casca l’asino, o, meglio, il porco.

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  • VMware Workstation 9

    VMware ha annunciato la nuove versione del sistema di virtualizzazione desktop.

    A partire dalla versione 8, VMware Workstation può eseguire automaticamente delle VM all’avvio del sistema operativo ospitante senza interventi da parte dell’utente, rendendo definitivamente obsoleto l’oramai vetusto VMware Server 2.0, ancora utilizzato da chi non vuole o non può installare VMware ESXi.

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  • PaperBack

    PaperBack è un programma di backup per Windows un po’ inusuale.

    Questo software converte un file in uno schema di pixel monocromatici come quelli riportato a fianco.

    È possibile selezionare la densità, la dimensione e la ridondanza dello schema di pixel che viene stampato per adattare il risultato alla tecnologia di stampa utilizzata.

    Con una stampante a 600 dpi si possono salvare 500.000 byte di dati su un singolo foglio A4; se si decide di utilizzare una stampante a getto d’inchiostro è bene ridurre la densità dei pixel.

    Le stampe di PaperBack possono essere lette con uno scanner e date in pasto al programma per essere riconvertite in un file.

    Il programma è completamente gratuito e open source, quindi è possibile analizzare il tipo di algoritmo utilizzato per la codifica dei dati.

  • Non così sporco come potrebbe sembrare

    Qualche settimana fa ho potuto partecipare ancora una volta alla edizione Milanese del convegno Converged, organizzato da DataCenter Dynamics.
    Come al solito, la conferenza è risultata mediamente molto interessante: solo una presentazione è stata veramente inguardabile mentre una mi ha colpito per freschezza e intelligenza.

    Si tratta dell’intervento del capo del Data Centre Development presso Yahoo, Derek  Webster.
    La sua prima slide riportava, stranamente, un doppio titolo “Benefits of Bringing the Data Centre to the Power” e “Challenging Data Centre Build Norms“: con questo però non manifestava confusione di idee, ma piuttosto intendeva mostrare alla platea come la ricerca per la costruzione di un nuovo datacenter abbia costretto l’azienda a rivedere molti dogmi reiterati spesso dall’industria del settore.

    Lo scopo di Yahoo era appunto quello di costruire un nuovo datacenter in un tempo limitato – ovvero in feriore ai 18-24 mesi normalmente necessari – in maniera economica – contro lo standard industriale di 10 MUS$/MW – con un PUE molto piccolo – drasticmente inferitore al “buon” 1,5.
    Per ottenere tutti questi risultati, Yahoo ha deciso di costruire il datacenter lontano da quello che sono definite “cities of the internet“: questo significa terreni, energia e mano d’opera poco costosi, in una zona economicamente depressa in modo da poter beneficiare di tassazione ridotte da parte del Governo. (altro…)

  • PDF: non solo Adobe Reader

    I file in formato PDF sono diventati da tempo un subdolo veicolo di diffusione del malware.

    Il problema non sta tanto nei file medesimi, ma nel modo in cui vengono aperti e trattati dal programma di visualizzazione (reader). Il reader più popolare è senza dubbio Adobe Reader (già Acrobat Reader), ma è anche il più vulnerabile ai problemi di sicurezza, soprattutto perché molti utenti non lo aggiornano come dovrebbero e non percepiscono i file PDF come minacciosi.

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  • Lunga vita ai (lunghi) nastri

     

    In un complesso progetto di conservazione di un archivio di dati, 110.000 (centodieci mila) cassette a nastro di diversi tipi e diverse epoche, contenenti 11 Pb di dati derivanti da prospezioni geosismiche sono stati convertiti in circa 8000 cassette a nastro IBM 3592, suppongo usando quelle di massima capacita`: 4 TB per cassetta, in 880 metri di nastro. E incidentalmente per la prima volta sono state fatte due copie (quindi ora c’e` anche un backup) di questi dati. (altro…)

  • Fantascienza, ma non troppo…

    Quello che volgarmente chiamiamo “progetto SETI” è in effetti un nome collettivo che identifica tutta una serie di attività volte alla ricerca di vita senziente nello spazio.
    Una grande parte di questa ricerca è fatta, come tutti ben sapete, tramite l’analisi dello spettro elettromagnetico, in particolare utilizzando radiotelescopi per la rierca di segnali che potrebbero indicare, non una trasmissione dovuta a qualche fenomeno naturale, ma un messaggio codificato indice appunto di una trasmissione artificiale.

    Da qui il passo è breve, nell’immaginario collettivo, alla ricerca di un vero messaggio spedito da una civiltà aliena verso la Terra.
    Per quanto la scienza sia ancora lontana dallo scoprire un tale messaggio, la fantascienza abbonda di esempi a riguardo.
    A partire dai semplici messaggi di saluto, fino ad arrivare alla spedizione di veri e propri progetti verso di noi per farci costruire o sintetizzare qulcosa che, nei racconti di fantascienza, finisce inevitabilmente per procurarci diversi grattacapi.

    Questa appunto è fantascienza e nessuno crede veramente che gli alieni ci possano spedire qualche importante informazione, tanto meno mandare un virus nei nostri computer e conquistare la Terra senza muoversi dai loro terminali nella Galassia di Andromeda.
    Infatti, Indipendence Day è solo un film e nessuno crede veramente alla possibilità di collegarsi a un sistema informativo alieno e contaminarlo con la semplicità con cui stabilivamo una connessione dial-up a internet negli anni ’90. (altro…)

  • La storia di LEGO

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    La storia di Ole Kirk Christiansen, del figlio Godtfred e dei mattoncini che entusiasmano i bambini di ogni età.