Melissa è un macro virus di Word che ha infettato la Rete nella primavera del 1999.
Tredici anni dopo Melissa torna sui nostri vostri schermi sotto forma di un malware molto subdolo.
La nuova Melissa non si replica inviando se stessa ai primi 50 contatti di Outlook. Questo nuovo malware a base sessuale non è dannoso per le vittime come il Sex Ladies che ha causato qualche problema agli utenti Macintosh nel 1988.
All’apparenza, la Melissa del 2012 vuole solamente mostrarvi le sue grazie dopo che voi avete risolto alcuni CAPTCHA, e qui casca l’asino, o, meglio, il porco.
Questo malware, battezzato da Sophos Troj/CAPTCHA-A, è un modo molto subdolo per permettere ai malfattori di aggirare i blocchi che alcuni siti mettono attraverso il CAPTCHA per evitare che i sistemi automatici riescano a fare quello che non sarebbero autorizzati a fare.
Il malware sembra non essere molto diffuso, ma è la prova pratica di come sia possibile utilizzare un po’ di fantasia per scavalcare i blocchi del CAPTCHA.
In sostanza, in cambio di un paio di tette e un paio di chiappe si aiutano dei malfattori. Meglio cercare tette e culi altrove, se interessati. (via Naked Security)
2 risposte a “Il ritorno di Melissa”
Da quello che sapevo da tempo esistono degli “sweat shop” dove degli umani sottopagati (o pagati in porno) risolvono captcha a tutta manetta. Io avevo 20 iscrizioni di spammer al giorno nel forum che seguo. Mi sono rotto e sono passato alle domande in linguaggio naturale, inserite da me stesso medesimo. Da quel giorno non ho MAI PIU` avuto uno spammer iscritto.
Insomma, si parla tanto di usare le risorse della rete in maniera cooperativa, e ve la prendete con questo ottimo esempio? 😉