Un anno dopo il rilascio della versione 7.0.0, il Consorzio Unicode ha annunciato il rilascio della versione 8.0.0
Unicode è uno standard di codifica dei caratteri e un insieme di regole l’utilizzo dello stesso.
Lo scopo di Unicode è quello di superare le codifiche locali nate durante l’evoluzione dell’informatica per arrivare ad un metodo unico di codifica dei testi.
Tralasciando altri sistemi di codifica alieni come EBCDIC, all’inizio era l’ASCII, un sistema di codifica a 7 bit. Siccome i computer erano ad 8 bit, lo spazio dei rimanenti 127 caratteri veniva utilizzato da ogni piattaforma e/o da ogni nazione a modo proprio, creando una vera e propria babele, che andava benissimo finché non era necessario scambiare delle informazioni con computer differenti.
Il Giappone, addirittura, ha (avuto) quattro tipi diversi di codifica di caratteri, ovviamente incompatibili tra loro, al punto tale che in giapponese esiste una parola che descrive i caratteri illeggibili.
Alla fine degli anni ’80 la situazione stava diventando insostenibile e qualcuno (Joe Becker di Xerox, Lee Collins e Mark Davis di Apple) getta le basi di Unicode. In breve tempo anche Sun, NeXT, Microsoft si uniscono al gruppo e all’inizio del 1991 viene fondato il Consorzio Unicode.
Unicode si propone lo scopo di codificare ogni possibile glifo passato, presente e futuro, per questo nasce a 16 bit per passare poi a 32.
I primi 127 caratteri di Unicode rispecchiano la codifica ASCII.
La versione 8 di Unicode aggiunge 7.716 caratteri allo standard, che ne include ora oltre 22.000.
Tra gli aggiornamenti di questa versione:
- supporto di 50 nuovi Emoji e dei modificatori per il colore della pelle;
- aggiunta di alcune sillabe minuscole della lingua Cherokee;
- ideogrammi delle lingue dell’est asiatico;
- simbolo della valuta georgiana;
- supporto della lingua Ik dell’Africa centrale.
L’aggiornamento dello standard deve essere ora recepito da chi produce i font, quindi si andrà avanti comunque a vedere ogni tanto ���
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