Ho visto Astrosamantha di Gianluca Cerasola e mi è piaciuto moltissimo.
Nulla di banale o posticcio, ma spaccati della vita di un Capitano dall’Aeronautica Militare che è riuscita ad andare nello spazio non per caso, ma per merito.
Il Capitano Cristoforetti ci accompagna lungo i suoi tre anni finali dell’addestramento; in questo documentario condivide con garbo e misura alcune sue esperienze di lavoro e di vita quotidiana.
Seguiamo l’astronauta dalla NASA di Houston all’ESA Colonia, poi alla sede dell’ASI di Roma e finalmente a Star City in Russia. Durante questo viaggio si alternano esperienze di lavoro a momenti ed episodi di vita quotidiana.
Questo documentario è un lavoro ben fatto, con un suo stile che non copia goffamente gli standard di racconto e di ripresa di moda adesso, spesso banalmente brutti.
Le riprese sono in alcuni momenti giustamente maestose, la fotografia è di tutto rispetto e sempre di qualità elevata.
Condivido in toto la scelta di non fare doppiaggi voiceover o altre traduzioni simili quando ci sono le persone che parlano in inglese, tedesco o russo. Quello che serve davvero viene spiegato da Samantha Cristoforetti, il resto sarebbe stato solamente un inutile sovraccarico informativo.
E poi c’è la voce narrante dell’Imperatore Shaddam IV di Giancarlo Giannini. E ho detto tutto.
Il documentario è rimasto solamente due giorni nelle sale. Da un lato sono pochissimi, dall’altro è un successo essere riusciti a convincere la distribuzione a programmarlo anche solo per pochi giorni. Se questo lavoro verrà distribuito in altro modo, non perdetevelo e cercate di vederlo sullo schermo più grande che avete a disposizione perché ne vale davvero la pena.
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