Cosa ci serve?

La definizione chiara delle necessità è uno degli aspetti più trascurati quando si progetta di cambiare parte del sistema informativo.

La ragionevolezza vorrebbe che quando si decide di cambiare o aggiornare una parte del sistema ICT si faccia un’attenta analisi della situazione attuale, delle necessità e dei fondi disponibili. Con questi dati si valutano assieme ai professionisti e ai fornitori le soluzioni tecniche disponibili che soddisfano le necessità, rientrano nel budget e si integrano il più possibile con la situazione attuale. Questa valutazione produrrà un elenco di una o più soluzioni tra cui verrà scelta quella da adottare.

Sembra una procedura abbastanza ragionevole e lineare, anche se qui sopra è stata espressa per sommi capi e in maniera molto succinta.

Capita non di rado che i responsabili dell’IT capovolgano la procedura e scelgano un prodotto, spesso uno trendy, e adattino le esigenze alla soluzione scelta.

I rivenditori sono abilissimi a toccare le corde giuste di “yes” men, amanti delle mode e pavoni assortiti e utilizzano vari strumenti di persuasione come quadrati più o meno magici, citazione di numeri iperbolici, promesse di felicità, presentazioni demoniache di PowerPoint e altre amenità simili.

Del resto moltissime società hanno campato per anni vendendo prodotti normali o anche mediocri che facevano pensare allo “yes” man di turno frasi che iniziano con “nobody has ever been fired for choosing…”

Dal lato opposto, ma non meno pericolose, ci sono le persone che scelgono un prodotto solamente per “andare contro”, o perché è alternativo, o perché non ha costi di licenza. Queste scelte sono tanto acritiche quanto lo sono quelle degli “yes” men o dei modaioli.

È indubbio che l’ecosistema dell’ICT sia molto complesso e richieda notevoli sforzi anche solamente per restare aggiornati e riuscire a distinguere vaporware e meteore da prodotti affidabili con una base solida. Le aziende, anche quelle con prodotti validi, ci mettono del loro e sfornano bancali di fogli di alberi morti patinati con fotografie attraenti ma fuori tema, diagrammi incomprensibili e fiumi di parole che non dicono nulla scritte da persone brave nel marketing ma ignoranti in merito ai temi che stanno trattando.

È proprio la deliberata fumosità delle documentazione di prevendita a costringere il personale IT a rivolgersi a consulenti o a rivenditori di fiducia. Ma anche il professionista più bravo o il rivenditore più onesto non saranno in grado di dare risposte chiare se le domande non sono altrettanto chiare e queste domande deve porle il cliente dopo le analisi indicate in apertura.


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