Quando la protezione del copyright diventa trolleggio

Da vent’anni a Southampton c’è un pub che si chiama The Hobbit.

Pochi giorni fa il proprietario di questo locale è stato accusato di violazione dei diritti d’autore dagli avvocati che tutelano i diritti mondiali dei lavori di JRR Tolkien (morto nel 1973, giova ricordarlo).

Il locale utilizza i nomi dei personaggi per identificare le bevande che vengono servite e i fan delle opere di Tolkien trovano divertente ordinare un Gandalf in un locale con un nome che richiama la loro opera letteraria preferita.

L’attore Stephen Fry si è schierato contro la decisione degli avvocati, definendo questa azione “pointless, self-defeating bullying”.

Se volete supportare l’iniziativa o desiderate essere informati sull’evoluzione di questa storia potete andare sulla pagina di Facebook oppure  seguire l’account di Twitter.

Aggiornamento 17 Marzo 2012 – Dopo che anche Sir Ian McKellan si è unito alle voci di protesta contro questa azione legale definendola “unnecessary pettiness” e dopo la pessima pubblicità mediatica, il produttore Paul Zaentz ha dichiarato di essere disponibile a risolvere la cosa in modo amichevole. Questa azione ha molto il sapore di un tentativo postumo di controllo danni; sarebbe più opportuno valutare l’entità di queste azioni prima di farle, non dopo, magari ascoltando anche gli esperti di pubbliche relazioni, non solamente i consulenti legali.

Aggiornamento 24 marzo 2012 –  Sir Ian McKellan e Stephen Fry hanno deciso di pagare di tasca loro il costo della licenza.


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Commenti

Una risposta a “Quando la protezione del copyright diventa trolleggio”

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