Autore: Luca Mauri

  • Site survey, fatta in casa

    Che la connessione in mobilità sia un argomento imprescindibile nel discorso informatico è ormai un dato di fatto.
    In luoghi chiusi dotati di connettività in banda larga, trovarsi una connessione Wifi è più una normalità che una stranezza: se, fino a una manciata di anni fa, anche per una azienda non era strano non avere copertura WiFi in tutti gli uffici, ora sembra impensabile non poter navigare dal lavandino del bagno.

    Le connessioni radio sono per loro natura soggette a interferenza ed è importante che gli access point WiFi vengano posizionati in luoghi ottimali e in numero sufficiente. Per effettuare questa valutazione è possible affidarsi alla intuizione e alla sorte, se si vuole, ma è preferibile invece affrontare il problema in maniera scientifica.

    Ecco che negli ultimi anni sono diventate quasi imprescindibili le WiFi Site Survey. Si tratta, riassumendo, di una attività che normalmente viene fatta piazzando AP in posizioni strategiche nel luogo che si vuole valutare, effettuando modifiche sulla copertura della rete camminando con uno strumento di misurazione, riposizionando o aggiungendo se necessario gli AP e ripetendo il processo.
    La site survey serve ad assicurare prima di tutto una copertura sufficiente della superficie di lavoro, dopodiché una misura della qualità del segnale da comparare con le necessità di banda degli utenti.

    Alcuni sedicenti Professionisti IT prendono sottogamba tutto questo processo e semplicemente piazzano qualche AP agli angoli sperando che tutto vada bene.
    Altri invece si affidano solo ad aziende che effettuano questo lavoro in maniera professionale con strumentazione dedicata.

    Io da qualche anno faccio parte della seconda categoria, per prima cosa perché penso che ognuno debba fare il proprio mestiere specifico, consegnarne il risultato al cliente ed essere pagato come si deve. In secondo luogo perché ero stanco di sentire gli utenti lamentarsi che qualsiasi cosa non funzionasse a causa del WiFi “insufficiente”.

    Recentemente, però, mi è capitato di dovermi occupare di un appartamento privato disposto su due piani dove integrare una infrastruttura IT necessaria oltre che per l’intrattenimento domestico avanzato anche per qualche applicazione che ricade nella fascia cosiddetta Small Office / Home Office.
    Oltre a una piccola zona tecnica dedicata e al classico cablaggio strutturato (argomenti di cui potremmo forse parlare in futuro) il WiFi è stato ovviamente un argomento di discussione per il quale mi sono chiesto: se la site survey ha senso in un ufficio, perché non in una casa?

    Da qui in poi è una tipica Storia di Geek: a livello basilare, cos’è una site survey e come si affronta? (altro…)

  • Fatevi un favore e #SupportLetsEncrypt

    Non è la prima volta che se ne parla, vale la pena ripeterlo.

    La privacy è una cosa importante ed è un diritto inalienabile: HTTPS aiuta a mantenerla nella nostra vita online, un luogo in cui passiamo sempre più tempo e svolgiamo sempre più attività.

    Let’s Encrypt è una Certification Authority gratuita, automatica e aperta. Non è di proprietà di nessuna azienda, ma opera nell’ambito della Linux Foundation ed è una organizzazione 501(c)
    Il suo scopo è appunto fornire certificati digitali semplici da usare per arrivare a un 100% encrypted web. (altro…)

  • We’ve been listening to the feedback

    Nonostante tutto lo sforzo fatto dalla Scuola italiana per farmela odiare, nemmeno il maledetto flauto dolce o lo schifoso libro di testo sono riusciti a farmi odiare la musica.
    Mi piace molto, la ascolto quando posso e so che la posso usare per aiutarmi a cambiare umore quando le cose non vanno bene.

    Quando ho scoperto Spotify, ho capito che non avrei potuto farne a meno. Piuttosto costoso, vero, ma tuttavia mi da la possibilità di ascoltare quello che voglio, quando voglio, su tutti i dispositivi che voglio.
    Difficilmente potrei chiedere di più, se non forse una maggiore attenzione verso il cliente. (altro…)

  • Fotografia digradante

    Tutti i fotoamatori avranno almeno sentito parlare del cosiddetto filtro a densità neutra graduato o, più semplicemente, filtro digradante (qualcuno lo chiama in inglese filtro GND, Graduated Neutral Density).
    Non tutti ne avranno usato uno, molti forse non hanno idea delle sue possibilità.
    In questo post, racconto un po’ la mia esperienza con lo strumento in modo che possa tornare utile ad altri.

    Io non ho un filtro digradante e mai avrei pensato di volerlo comprare, pensando che la sua utilità fosse limitata.
    Questo prima di iniziare ad utilizzare la sua controparte digitale.

    La mia vacanza estiva ai fiordi norvegesi è purtroppo stata parzialmente rovinata da un meteo per la maggior parte inclemente.
    Al ritorno, tuttavia mi sono reso conto che gli scatti non solo mostravano un cielo brutto, il che era perfettamente comprensibile, ma risultavano in generale più piatte di quello che ricordavo.
    Dopo un po’ di ragionamenti, è risultato chiaro che il problema delle fotografie fosse proprio il cielo.
    Come probabilmente tutti sapete, il sensore di una fotocamera digitale non ha la gamma dinamica dell’occhio umano, di conseguenza non riesce a rendere su file tutte le sfumature del sentiero, del prato, del bosco, della strada, del cielo e del sole. Una soluzione a tutto questo è l’utilizzo della tecnica del HDR che però spesso è scomoda da usare quando si è in viaggio e spesso si rivela anche un overkill.
    Il filtro graduato viene in aiuto in situazioni in cui la perfetta esposizione del terreno e del panorama porta a una sovraesposizione del cielo che risulta molto spesso biancastro o uniformemente grigio. (altro…)

  • Oltre Star Trek

    Quando ho commentato per la prima volta Star Trek Beyond ero seriamente preoccupato che si sarebbe rivelato una porcata senza fine.
    La mia impressione originale era che avremmo assistito a un incrocio fra BasicsFast and Furious.

    Per quanto in definitiva il film non mi sia comunque piaciuto – per ragioni che chiarirò nel resto del post – devo per prima cosa ammettere obiettivamente che il risultato è molto migliore di quanto immaginassi.
    Il film è piuttosto ben confezionato, ricco di azione e non annoia mai. Peccato solo che, come ormai siamo abituati dal 2009, è solo un lontano cugino dello Star Trek che noi tutti abbiamo amato.
    Nel resto dell’articolo farò una breve recensione del film: non ne racconterò la trama nei dettagli, ma non mi farò problemi a spoilerare dove necessario. Se non volete rovinarvi la sorpresa, non continuate a leggere.

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  • Ci risiamo: ecco #DROWNAttack

    Sono passati dodici mesi da quando il cosiddetto FREAK Attack ha scatenato il panico su internet: oggi parliamo di un altro rischio nella sicurezza di portata simile.

    Si chiama DROWNAttack, ovvero Decrypting RSA with Obsolete and Weakened eNcryption, è un attacco che sfrutta una debolezza nella versione 2 del protocollo SSL. Questa debolezza non è frutto di un errore, ma di una scelta progettuale dovuta alle restrizioni esistenti negli anni ’90 sulla esportazione di tecnologie crittografiche dagli USA verso l’estero. La storia di come queste restrizioni siano state concepite e di quale danno abbiano provocato dovrebbe essere già noto a tutti, segnalo comunque al lettore interessato la esaustiva pagina su Wikipedia.

    Il funzionamento di DROWN è spiegato in questo documento tecnico completo, tuttavia riassumeremo qui di seguito il suo modus operandi a grandi linee. (altro…)

  • Se non password, allora #PassaFrase

    PassaFraseIconSu questo blog si è discusso a profusione di password, del loro utilizzo e della sicurezza. In questo post, vi presento un progetto opensource che ho recentemente lanciato con lo scopo di aiutare gli utenti finali nella scelta della password.
    Prima di partire con le premesse, premetto 🙂 che non sono un esperto di sicurezza, ma mi interesso al campo così come ogni buon professionista nel campo IT dovrebbe fare e sto usando questo progetto non solo per offrire un servizio all’utente, ma anche per imparare qualcosa, possibilmente per trasmettere le lessons learned e per approfondire il dibattito sulla sicurezza, a tutti i livelli.

    La necessità di password lunghe e complesse, come sapete già bene, è parecchio antica in termini informatici: fino a qualche anno fa andavano di moda password formate da sequenze casuale di lettere maiuscole e minuscole, numeri e qualche volta segni di interpunzione o similari. Queste password erano difficili da memorizzare tanto che alcuni le appuntavano: nella migliore delle ipotesi sulla agendina personale o nel portafoglio, nella peggiore in un post-it incollato sotto la tastiera. La loro presunta robustezza, tuttavia, ci convinceva che il gioco valesse la candela. (altro…)

  • The powers that be

    La coincidenza è curiosa.
    Nei commenti a un mio precedente post si è citato Axanar e lo si è lodato in quanto vero Star Trek in contrapposizione a Star & Furious che uscirà nella sale la prossima estate.

    Per chi non lo conoscesse, Axanar è un cosiddetto fan film ovvero una produzione cinematografica non associata a CBS/Paramount che però è ambientata nell’universo di Star Trek.
    Come molti altri prodotti simili, si è affidato al crowdfunding per evolvere da un progetto su carta a un prodotto di intrattenimento vero e proprio.
    Diversamente dalle altre produzioni simili, intende produrre intrattenimento a un livello professionale ovvero impiegando attori e lavoratori esperti nell’industria hollywoodiana.

    Axanar ha avviato due campagne su Kickstarter: la seconda è servita per aprire lo Ares Studio ovvero un capannone ricondizionato a sound stage funzionale di alto livello per un totale di poco meno di 640.000 USD.

    Più interessante per il pubblico è stata la prima raccolta fondi che, per poco più di 100.000 USD, ha prodotto questo corto che serve come preludio al film.
    Dura 20 minuti: non perdetevelo.

    Personalmente non ero molto interessato ad Axanar prima di aver visto questo video, in parte perché ho sempre trovato i fan-film di qualità esageratamente bassa ed ero rimasto scottato da una esperienza non molto positiva con una iniziativa apparentemente simile – Star Trek Renegades – che ha prodotto un risultato tutto sommato modesto. (altro…)

  • La X non indica mai il punto dove atterrare

    Landing Zone 1

    Qualcuno ha detto che ho esagerato nel definire questo un traguardo storico nella storia dell’umanità e sicuramente è vero che non si tratta dello sbarco sulla Luna o su Marte.
    Nonostante questo, il traguardo raggiunto da SpaceX la scorsa notte è qualcosa di straordinario.

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  • No ship, no crew

    Non mi piace, non mi piace per niente.
    Non lo scrivo perché mi aspetto che la mia opinione vi influenzi, tutto il contrario, lo scrivo per spiegare la ragione di un post così impulsivo e violentemente negativo come quello che sto scrivendo.
    In passato, al rilascio di un trailer di Star Trek, ho sempre sostenuto di dover aspettare l’uscita del film, ho sempre sostenuto che non si può valutare una pellicola da quei pochi secondi.
    Questa volta no: questa volta sono altri a dire di aspettare.
    Io no, non ne posso più.

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  • Lo scatto migliore

    Quello che vedete qui a sinistra è un mosaico delle migliori immagini catturate dalla sonda New Horizons durante il suo flyby verificatosi lo scorso 14 luglio. La risoluzione dell’immagine è intorno agli 80m/pixel e copre una lunghezza di circa 800km della superficie dell’ex pianeta Plutone.

    Le foto sono state acquisite tramite lo strumento LOng Range Reconnaissance Imager da una quota di 17km: rappresentano un miglioramento di circa 6 volte nella risoluzione rispetto alla mappa globale di Plutone raccolta dalla sonda nel complesso del suo avvicinamento. Ricordiamo che – per ragioni di meccanica orbitale, di economia del propellente e a beneficio del resto della missione nella Fascia di Kuiper – non era possibile per la sonda entrare in orbita intorno a Plutone, di conseguenza tutti i dati sono stati raccolti in corsa mentre la sonda gli sfrecciava vicino.

    Data l’impressionante mole di informazioni raccolte dagli strumenti scientifici della sonda e considerata la ridicolmente piccola velocità di trasmissione (circa 1,5kbps) ottenibile a quattro ore luce e mezzo di distanza, ci vorranno approssimativamente altri nove mesi per avere tutti i dati nei centri di ricerca sulla terra: per questa ragione ci possiamo aspettare altre sorprese come questa pubblicata oggi, mano a mano che i dati vengono ricevuti, elaborati e poi diffusi.
    Per maggiori informazioni, potete leggere questo articolo sul sito ufficiale della Johns Hopkins University.

  • Riproviamoci…

    Qualcuno di voi ha un ricordo di un network chiamato Paramount Television Service?
    Se non ve lo ricordate, nessun problema: era un progetto per creare il quarto network televisivo americano nel 1978, progetto mai andato in porto.
    Il suo prodotto di punta? Ovviamente uno dei gioielli della corona di Paramount: Star Trek: Phase II! Anche questa, una serie che non ha mai visto la luce è che è stata parzialmente riutilizzata in Star Trek: The Motion Picture.

    Bene, dopo la parentesi di Star Trek Voyager – andata in onda sulla UPN, un network nato con le stesse velleità della PTS e poi finito non molto bene – nel 2017 arriverà la prima original series della TV in streaming dell’attuale proprietario dei diritti televisivi di Star Trek: CBS All Access.
    Quale serie sarà?
    Esatto avete indovinato: una nuova serie TV basata sull’universo di Star Trek!

    Per il momento le notizie non sono molte: potete leggere l’annuncio sul sito ufficiale oppure i commenti su TrekMovie o su TrekNews.net

    Sarà l’ennesimo tentativo di spremere soldi dal nostro franchise preferito, oppure possiamo sperare in una utilizzazione ragionevole e strutturata, per esempio come suggerito in questo articolo?

    Aggiornamento 2015-11-08
    Il Presidente e CEO di CBS Les Moonves in settimana ha dichiarato che Star Trek ha:

    done exceedingly well in streaming… Even the ones that were done 30 or 40 years ago still resonate today.

    Inoltre si è espresso dicendo che la nuova serie renderà

    all Star Trek fans very proud… We can see millions of them joining All Access

    Sul secondo punto abbiamo pochi dubbi, nel senso che ci possiamo ragionevolmente immaginare molti dei fan, soprattutto gli appartenenti allo zoccolo duro, che sottoscrivono il servizio come regalo di natale 2016 proprio per essere pronti alla trasmissione del gennaio successivo.
    D’altra parte, ci sembra lecito dubitare del primo punto: a quale titolo parla il Presidente? E’ già sicuro che la nuova produzione avrà una qualità eccellente e metterà d’accordo pubblico e critica, oppure in base alle ricerche di mercato andrà incontro ai desideri più sfrenati dei Trekkers?
    O più semplicemente è solo uno specchietto per le allodole con il solito fine di spremere ancora soldi dal francise?