Autore: Luca Mauri

  • 10 cose su Windows

    Qual’è il dovere di ogni buon Geek nel fine settimana immediatamente successivo all’uscita di un nuovo sistema operativo?
    Naturalmente installarlo, giocarci e soprattutto condividiere: ecco quindi un breve hands-on su Windows 10, installato su un paio di macchine di test.
    Non è senz’altro un post esauriente e non è molto approfondito, principalmente per il poco tempo a disposizione per testare l’OS, ma cerco di offrire informazioni di prima mano e qualche spunto per ulteriori approfondimenti.

    Aggiornamento 2015-08-09: Dopo qualche giorno di ulteriori test con Win10 e dopo essermi documentato ulteriormente, ho deciso per una revisione di questo post. Perchè resti un articolo utile e non solo prematuro, ho corretto alcuni errori e fatto delle aggiunte. (altro…)

  • Child not found

    Dopo aver letto qualche giorno fa un articolo su The next web a proposito di pagine dedicate all’errore HTTP404 curiose o semplicemente divertenti, mi sono deciso a rivedere questa pagina di errore anche per il mio sito.

    Per quei pochi che non lo sapessero o per chi volesse approfondire, vi ricordo che questo errore – colloquialmente descritto come Page not found – segnala all’utente che il browser ha correttamente comunicato con il server web, ma che quest’ultimo non ha trovato la risorsa desiderata. Questo normalmente a causa di un banale errore di digitazione, oppure per via di un broken link.

    La mia idea originale era appunto creare una pagina di errore che fosse utile, oppure divertente o, possibilmente, entrambe le cose. Mentre riflettevo sul cosa, ho iniziato a documentarmi sul come, partendo naturalmente dalla pagina sulla Wikipedia.
    Proprio lì mi sono imbattuto sul NotFound Project una iniziativa che si propone di inserire un widget all’interno delle pagine 404 per mostrare la foto e le informazioni basiche su un bambino scomparso, sfruttando l’analogia fra la pagina e il bambino non trovati. (altro…)

  • Attenzione al #FREAKAttack

    FREAK è l’acronimo di Factoring RSA Export Keys.
    Si tratta del termine con cui si identifica un exploit di sicurezza, relativo alle chiavi pubbliche e private di una comunicazione crittografata, venuto alla ribalta solo ai primi di marzo del 2015, nonostante si basi su una vulnerabilità risalente a decenni fa. (altro…)

  • #RIPLeonardNimoy

    Ieri Luigi ha dato tempestivamente notizia della dipartita di un attore che per molti versi ha segnato le vite di tanti di noi.
    La maggior parte del pubblico lo considererà solo un attore che se ne è andato, i media italiani – come accade di consueto con le notizie non riguardanti il calcio – gli hanno dedicato un trafiletto a pagina 45, confondendo come da tradizione il suo personaggio in Star Trek con il Dottor Benjamin Spock.

    Ho pensato in questo articolo di raccogliere testimonianze più serie e profonde, di altri personaggi noti che gli hanno reso omaggio tramite social media, in puro stile geek.

    Per prima cosa, quello che rimarrà l’estremo saluto dell’attore in prima persona

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  • NCSI

    No, non si tratta di una nuova serie TV della CBS.

    L’acrostico è Network Connectivity Status Icon: per chi non lo sapesse, si tratta dell’etichetta con cui si identifica l’insieme delle procedure tramite le quali Windows – da Vista in poi – stabilisce se la macchina su cui gira sia collegata a internet o meno.

    Quando il nostro computer non dispone di una connessione cablata o WiFi, Windows semplicemente comunica che non siamo connessi ad alcuna rete.
    La faccenda si fa più complicata se in effetti abbiamo una connessione a una rete locale e di conseguenza il sistema operativo deve stbilire se questa rete sia collegata a sua volta a internet e ne consenta la navigazione. (altro…)

  • ‪#‎NASARemembers‬

    2015 NASA Day of Remembrance

    Lo scorso 28 gennaio ricorreva il Day of Remembrance della NASA, dedicato a tutti gli astronauti caduti nel tentativo di esplorare lo spazio.

    Queste persone, nelle parole del Presidente Obama

    […]have made the ultimate sacrifice in our quest to push new boundaries, and explore new frontiers.

    Nei media in generale se ne è parlato poco o niente, quindi mi sembrava quanto mai opportuno spendere due parole, almeno qui.
    Per alcuni è un giorno di discorsi pieni di retorica, per altri è un giorno del ringraziamento a persone davvero speciali. (altro…)

  • Comunque un successo

    Questa mattina è decollata dallo Space Launch Complex 40 a Cape Canaveral la missione CRS-5: appunto la quinta nella serie di lanci di rifornimento commerciale contrattualizzati dalla NASA con entità private, in questo caso con SpaceX.

    SpaceX è ormai nota anche al grande pubblico come una delle numerose creazioni di Elon Musk (da alcuni suggestivamente indicato come il real-life Tony Stark), una azienda che si occupa di lanci – e che presumibilmente si occuperà anche di esplorazione spaziale – con un occhio sempre attento all’economicità e alla innovazione.
    SpaceX usa un vettore chiamato Falcon 9 e una capsula chiamata Dragon per portare cargo sulla ISS (e, in un futuro prossimo, anche astronauti).
    La versione attuale di Falcon 9, la v1.1, ha un tasso di successi del 100% avendo completato positivamente 8 messe in orbita su 8 lanci eseguiti.

    La missione di oggi, a prima vista poteva sembrare una come tante altre, ma non lo era a causa di un importante esperimento eseguito con il razzo: per la prima volta il suo primo stadio avrebbe dovuto tentare un atterraggio morbido, addirittura su una piattaforma robotizzata galleggiante.
    Avevamo già dato notizia su questo stesso blog dell’interesse e degli esperimenti eseguiti da SpaceX per mettere in servizio un razzo riutilizzabile almeno in parte: di nuovo c’è da restare stupiti da come SpaceX faccia velocemente transitare idee e progetti dal tavolo di disegno, al laboratorio, fino all’ambiente di produzione. (altro…)

  • Addio alla CEC-PACco

    Di nuovo siamo costretti a discutere del difficile rapporto fra la PA e la tecnologia, in questo caso per quanto riguarda la “semplificazione” dei rapporti fra il cittadino e gli uffici amminsitrativi del nostro Paese.

    Molti di voi avranno sentito parlare di Postacertificat@, nome volgare di un servizio ufficialmente chiamato  CEC-PAC il cui acrostico è – in puro stile burocratese italiano – Comunicazione Elettronica Certificata tra Pubblica Amministrazione e Cittadino. Si tratta di un indirizzo di Posta Elettronica Certificata particolare: funziona infatti solo tra i privati cittadini e gli indirizzi PEC della PA, ed era fornito gratuitamente da Poste Italiane.
    Il vantaggio di essere gratuita e disponibile per ogni cittadino, previa registrazione, avrebbe dovuto portare a una sua rapida diffusione e quindi a una larga utilizzazione eliminando così la mitica Raccomandata AR che ha fatto parte della vita di tutti noi per tanti anni.
    D’altro canto, lo svantaggio di questa casella era quello di essere “zoppa” ovvero di poter comunicare solo con alcuni indirizzi specifici della PA.
    Insomma, un guazzabuglio forse appena accettabile sulla carta, ma del tutto impratico nell’uso reale.
    La necessità di contattare anche altre entità dotate di PEC oltre la PA e la costante riluttanza di quest’ultima ad abbandonare carta e bolli per sposare il digitale ha scoraggiato i cittadini a sottoscrivere la casella o ad utilizzarla una volta aperta.
    Risultato: il cittadino continua a usare carta oppure si è aperto una PEC “vera” da usare anche con la PA. (altro…)

  • L’icona preferita

    L’uso della cosiddetta favorite icon nei siti internet risale al 1999 quando, in rapida successione, Microsoft ha rrilasciatoquesta innovazone in Internet Explorer 5 e il W3C ha standardizzato la caratteristica nelle raccomandazioni del HTML 4.01.

    Tutti sappiamo di che cosa si tratta: l’icona che un web browser visualizza vicino all’indirizzo del sito che stiamo visitando e come icona del collegamento al sito eventualmente salvato, appunto, nei preferiti.

    Qualche tempo fa ci si limitava a creare una icona gradevole, magari in più formati, e salvarla nella radice del sito internet come favico.ico: la questione si chiudeva così.
    Chi voleva essere ligio alle regole, in particolare alla RFC 5988, aggiungeva anche un tag nell’head delle pagine web:

    <link rel="shortcut icon" type="image/x-icon" href="favicon.ico" />

    Recentemente la situazione è un po’ cambiata soprattutto a causa delle nuove interfacce grafiche a disposizione degli utenti: iOS, Android e Windows 8 in particolare.
    In tutti questi sistemi è possibile inserire quello che sostanzialmente è un link a un sito internet nel loro home screen: il link è visualizzato come una tile in Windows 8 e come icona negli altri sistemi operativi. (altro…)

  • Family flight

    Diversi mesi fa abbiamo dato notizia su questo blog dell’avvio del lungo iter procedurale per il lancio dell’Airbus A350 XWB.
    Dopo aver completato tutte le certificazioni e le lunghe fasi di test, Airbus ha consegnato il primo esemplare del velivolo, non prima però di filmare un impressionate show aereo

    Come scrive l’autore di un post sul blog FStoppers a proposito di questo video:

    Watching these planes fly like this is, to me, like watching the Blue Angels or Thunderbirds but for some reason ten times cooler. The sheer size and grace of these machines is just fascinating.

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  • Nove anni, 5 miliardi di chilometri

    Per chi non fosse aggiornato, questa mattina la sonda New Horizons della NASA è stata risvegliata per l’ultima volta dalla modalità ibernazione in vista del suo incontro con Plutone la prossima estate.

    L’ibernazione dei sistemi di bordo è una tecnica di cui la New Horizon è stata pioniera e consente di ridurre il consumo degli strumenti così come l’ìimpegno delle stazioni riceventi e del personale sulla Terra, contenendo così anche i costi accessori alla missione.
    La sonda è stata svegliata periodicamente due o tre volte all’anno per verificare lo stato dei sistemi di bordo, effettuare studi scientifici su oggetti astronomici incontrati lungo il viaggio – ricordiamo l’asteroide 132524_APL e la luna Callirrhoe – ma da questo momento in poi la sonda non entrerà più in ibernazione e inizierà la sua lunga analisi scientifica di Plutone e Caronte.

    Successivamente al suo incontro con questi due oggetti, scopo fondamentale della missione, la sonda potrà identificare ulteriori oggetti della Fascia di Kuiper da studiare negli anni 2016-2020, tuttavia la piccola quantità di idrazina rimasta nei serbatoi del RCS limita le sue possibilità di manovra. La missione scientifica si dovrebbe concludere nel 2026, ma nel 2038 la sonda sarà a 100AU dal Sole e potrebbe studiare la eliosfera se i suoi strumenti scientifici saranno ancora in funzione (lo RTG a bordo della sonda dovrebbe essere in grado di fornire ancora una potenza di circa 160W per quella data).

    Maggiori informazioni sulla missione sono disponibili sul sito dedicato presso NASA, nella sezione dedicata sul sito del Johns Hopkins’ Applied Physics Laboratory e sulla esauriente pagina sulla Wikipedia.

  • Uno step fisico

    Sull’utilità dell’utilizzo di verifica a due fattori per le password di accesso ai servizi abbiamo già discusso innumerevoli volte.
    Reimpostare una password, in molti casi, si rivela fin troppo semplice e un attacker che dovesse riuscire ad accedere all’indirizzo email di un utente, potrebbe potenzialmente compromettere molti, se non tutti, i suoi account. L’autenticazione a due fattori permetti di combinare una seconda informazione con la password in modo da rendere tentativi di attacco più difficili.
    Tipicamente, una autenticazione a due fattori potrebbe essere realizzata combinando una password con un codice usa e getta inviato via SMS oppure generato da una app installata sullo smartphone.

    Qualche organizzazione, tipicamente banche, usano già da qualche anno quelli che si definiscono disconnected tokens ovvero piccoli dispositivi elettronici che forniscono codici usa e getta su un display, normalmente usando una modalità time-based basata su un oscillatore al quarzo integrato (la pagina Multi-factor authentication sulla Wikipedia è molto esaustiva e interessante da leggere a questo proposito).
    Una notizia più recente è invece la possibilità di utilizzare l’autenticazione a due fattori di Google con un token fisico non proprietario e con Chrome. (altro…)