Categoria: Commenti

Commenti a fatti o notizie

  • Cautela nella scelta dei fornitori di campagne pubblicitarie ed email

    Da tempo si sentono notizie di furti di dati personali, tra le vittime gli utenti di deviantART, Honda, TiVo, Kroger, per citarne alcuni.

    Tutti questi furti hanno una caratteristica in comune: i dati sono stati sottratti a fornitori esterni rispetto alle società citate. Come sempre, la forza di una catena è determinata dall’anello più debole, che, in questo caso, è il fornitore esterno.

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  • VVBS – Abbiamo già un sito, perché dobbiamo rifarlo?

    Per evitare di finire così.

    Il software di gestione di un sito deve essere manutenuto e aggiornato periodicamente. Non per rincorrere il gadget grafico modaiolo del momento, ma per mantenere il software a livelli decenti di sicurezza.

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  • L’onda nucleare

    Un reattore nucleare NON è una bomba ANon devo dirvi io che il Giappone sta vivendo in queste ore un momento tragico della sua storia. Colpito da un sisma di proporzioni enormi, la sua popolazione ha reagito con una preparazione che noi ci sogniamo e sta già avviando la ricostruzione con una efficacia che ci lascia stupiti.
    Ricordiamo che il sisma che ha colpito il centro Italia nel 2009 era di grandezza 5,9  mentre questo è di magnitudine 8,9 . Aggiungiamo che la scala Richter qui usata è logaritmica con scala di potenza 3/2, quindi questi tre gradi di differenza in intensità caratterizzano un terremoto che ha rilasciato oltre 30.000 volte l’energia di quello che ha colpito il nostro centro.
    Questo dovrebbe dare una idea delle proporzioni della catastrofe.

    Città distrutte dal terremoto e dal relativo tsunami. Migliaia di morti e dispersi nella misura di decine di migliaia, presumibilmente tutti feriti, più o meno gravemente.
    E di cosa riescono a parlare i nostri giornali?
    Centrali nucleari, della loro insicurezza, naturalmente.

    Sì, perché come ormai sanno anche i sassi, una delle centrali con 6 reattori ad acqua bollente (di tipo BWR-3, 4 e 5) è stata colpita in maniera molto dura dallo smottamento e, nonostante lo spegnimento effettuato in maniera automatica, tempestiva e corretta, c’è qualche problema nello smaltire il calore residuo.
    Per sua stessa caratteristica, un reattore nucleare ha una grande inerzia termica e quindi, anche dopo lo spegnimento delle reazioni, va raffreddato in modo da impedire la fusione degli elementi radioattivi e di tutti gli strumenti di supporto a contatto con questi. L’arresto della reazione a catena avviene grazie all’inserimento di assortitori di neutroni (in questo caso acqua e Boro), a questo punto la centrale non produce più energia e deve usarne dall’esterno per mantenere  in funzione il raffreddamento ed evitare la fusione del nocciolo. La centrale giapponese è alimentata in casi di emergenza che è stato danneggiato dal sisma. Nell’unità 1 e 3 del reattore si sta quindi intervenendo pompando acqua di mare nel reattore.
    In questo modo il reattore oltre che raffreddato viene definitivamente avvelenato dal cloruro, quindi entrambi andranno probabilmente dismessi e sostituiti.

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  • Universalmente diversa

    Logo Stargate UniverseNo, non ne è valsa la pena.
    Sto rispondendo qui a una domanda che mi ero fatto da solo in un altro post (quando ancora questo blog non esisteva)  un paio di anni fa.
    Il post allora aveva come argomento la ragionevolezza della chiusura della serie Stargate Atlantis in favore dell’imminente lancio del secondo spinoff della saga: Stargate Universe.
    Come tutti sapete ormai, SyFy ha deciso di non rinnovare la serie per la terza stagione e, nonostante non ci siano dichiarazioni ufficiali da parte di MGM, è sostanzialmente certo che la serie sia ormai finita.
    E’ arrivato quindi il momento di parlare di nuovo di questo franchise.

    Per i non appassionati, dobbiamo forse fare un passo indietro spiegando che questa serie TV rappresenta la terza incarnazione sul piccolo schermo della saga di Stargate.
    Iniziata con il film per il grande schermo nel 1994, molto conosciuto anche presso il pubblico non specialistico grazie alla direzione del celebre Roland Emmerich e alla interpretazione di Kurt Russel, la serie è continuata poi in televisione con Stargate SG-1.
    Pur senza aver interessato particolarmente il pubblico e la critica nei primi anni, la serie è sopravvissuta per evolvere in un classico di hard science fiction raccontando in maniera ottima l’ipotetica ascesa della civiltà umana da scopritrice casuale dello Stargate a potenza di rilevanza extragalattica, capace di competere con alieni di provenienza ben più antica. Nel corso di 10 anni, SG1 è diventata la serie sci-fi americana di maggior longevità della TV (solo recentemente superata) raccogliendo un buon numero di fan insieme a giudizi molto favorevoli sia di critica che di ascolti.

    Per queste ragioni, non solo la serie ricevette un prolungamento da 8 a 10 stagioni alla metà del decennio, ma fu affiancata da Stargate Atlantis con premesse identiche, ambientazioni simili, ma basata in una diversa galassia. Costruita sui successi della serie precedente, Atlantis raggiunse ben presto interessanti livelli di narrazione e dimostrò di saper ben costruire storie con il background impostato dai predecessori.
    Dopo 5 stagioni, per motivi che non sono del tutto chiari, ma che probabilmente hanno a che fare con il cachet degli attori, anche Atlantis venne chiusa. Anche questa serie avrebbe dovuto proseguire con film direct-to-DVD con cadenza regolare, come SG1. Parallelamente sarebbe dovuto partire un nuovo spinoff, Universe, appunto.
    Il futuro di Stargate sembrava roseo, ma non tutto è andato come doveva.

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  • Le caratteristiche di un antivirus

    Ci sono molti parametri che influenzano le decisioni che portano all’adozione di uno specifico antivirus in ambito lavorativo, non tutte legate alla sicurezza informatica.

    Molti scelgono, legittimamente, un antivirus in base al costo, all’integrazione con il software installato e all’impatto sul lavoro di tutti i giorni dei client.

    Ci sono esigenze specifiche di alcune aziende, che non interessano altre. Per esempio, se qualcuno degli utenti mobili si reca in Paesi in cui ci sono limitazioni della libertà dell’utilizzo di Internet o sono state adottate misure di sorveglianza, saranno necessari antivirus in grado di individuare questi tipi di minacce.

    Se un governo imponesse agli ISP l’adozione di software come FinFisher, l’antivirus dovrebbe tentare di rilevarlo? FinFisher non costa poco, come è possibile vedere in un articolo pubblicato sul blog di F-Secure, e se lo possono permettere solamente grosse organizzazioni.

    Quando si sceglie un antivirus forse è bene controllare anche da che parte sta in casi come questi.

     

  • Corsi e ricorsi

    Ho interagito per lavoro con il sistema di messaggistica di Microsoft fin da Microsoft Mail e mi sono visto tutte le incarnazioni di Exchange, in parallelo con l’evoluzione degli MTA di *NIX.

    Dieci e oltre anni fa per aggiungere un account mail su *NIX il sistema più comune era uno script shell tipo useradd che prende come parametri una serie di dati utente. Il corrispettivo comando nel mondo Exchange era una serie di azioni WIMP non scriptabili con sistemi nativi.

    Il tempo è passato e adesso gli MTA e i server POP/IMAP si basano su database multipli per gestire gli utenti, quindi per aggiungere un account si può utilizzare sia un’interfaccia carattere sia un applicativo con interfaccia HTML o similare. Ci sono alcune interfacce amministrative, come quelle di prodotti come Plesk o CPanel, che consentono di modificare alcuni parametri degli MTA e dei server IMAP/POP, anche se i parametri più esotici restano sotto il tappeto e devono essere modificati editando il file di testo apposito.

    Exchange 2010 introduce una novità sostanziale rispetto ai predecessori, già anticipata dalla versione 2007. Con l’interfaccia grafica WIMP, infatti, si può accedere solamente ad una parte (a naso direi 1/3) delle caratteristiche e dei comandi di amministrazione, il resto è tutto command line di power shell. Benvenuti nel magico mondo dei SysAdmin che se devono fare una cosa anche due volte creano uno script per farla.

  • Voi e le vostre balle sulla sicurezza…

    Reuters ha pubblicato una notizia secondo la quale cinque grandi società multinazionali dell’energia sarebbero state penetrate da malviventi informatici cinesi.

    Gli attacchi sarebbero andati a buon fine in due giorni e sarebbero stati effettuati partendo dai siti istituzionali o da email inviate ai dirigenti delle aziende.

    I malviventi avrebbero copiato dati aziendali, finanziari e dati relativi a proprietà intellettuali delle vittime.

    I server che avrebbero ospitato la parte Internet del malware si sarebbero trovati in Cina, nella provincia dello Shandong e a Pechino.

    Questa notizia insegna molte cose a chi vuole ascoltare le lezioni (chi pensa di sapere tutto e di non aver nulla da imparare ha problemi ben più grossi della sicurezza informatica), alcune delle quali vengono riassunte di seguito.

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  • Un geniale caso di sfruttamento del blocco dello scrittore…

    Il blocco dello scrittore è una bruttissima bestia. La soluzione è vecchia come il mondo ma non ci aveva pensato nessuno (forse). Direi che non c’è molto da aggiungere se non che questo saggio accademico può dirsi allo stesso livello del racconto più breve del mondo e di 4’33’‘ quanto a genialità…

  • Il senso del meraviglioso

    Paolo ha tradotto i ricordi del Natale di John Painter, uno dei tecnici delle missioni Apollo.

    Un altro Paolo (Nespoli) è sulla ISS e continua ad inviare immagini emozionanti.

    Non sono tra quelli che sperano che un giorno arrivino gli alieni, indifferentemente su un disco volante o sotto forma di monolito, che ci permettano di fare un salto in avanti.

    Anzi spero proprio che, se faremo dei salti in avanti, questi siano solamente per merito nostro perché ogni tanto dimostriamo di potercela fare e di riuscire noi stessi a creare il senso del meraviglioso.

    Now we make our own magic. Now we create our own legends. Now we build the future. Now we stop — being afraid of shadows.

  • Sophos anti-virus, visione da non tecnica

    Allora partiamo con le cose belle:
    Sophos antivirus è questo programma qua nato per Mac OSX il primo novembre di quest’anno che si scarica facilmente ed è installabile con altrettanta facilità.
    Il suo emblema è uno scudo azzurro diviso in sezioni sulla parte sinistra e ha la simpatica caratteristica, per chi non lo volesse mettere nel doc (cosa che personalmente preferisco perché mi piace avere le cose utili a portata di mano), di produrre un fratellino più piccolo di questo scudo di colore nero che si trova nella toolbar in alto vicino al simbolo della connessione, lingua, orologio, eccetera. Questo stemmino rimane là tranquillo tranne all’attivazione quando le sue sezioni a sinistra somigliano ai tasti di un pianoforte per controllare la situazione, assume una croce bianca per avvertire che non c’è rete e se cambia colore sono cavoli (almeno così mi dicono… il mio è sempre rimasto color fuliggine, il colore più scuro del nero [cit.] e ne sono molto contenta!)
    Quando si sceglie di attivare la versione grande per fare le scansioni le opzioni sono due: la prima è usufruire del tasto > che si trova nella finestrella di dialogo che si attiva quando si clicca sullo stemma o l’alternativa è l’opzione sulla stessa finestra in cui si da la possibilità di fare scansioni localizzate. Il succo è sempre quello perchè la scansione viene fatta ma la prima, come è facilmente intuibile, è generalizzata mentre la seconda da la possibilità di fare scansioni su singoli file.
    Nell’eventualità in cui si stana qualcosa, lo stemma inizia a saltellare con un bel segnale di pericolo corredato e si apre il quarantine manager. Ti dice che bestiaccia hai preso (mi è capitato con un malware che rompe i cocomeri a windows ma non fa nulla al mac) e nelle preferenze di sistema si possono settare le opzioni per gestire la fine delle immode bestiacce. Le opzioni sono 3: elimina, metti in quarantena e segnala.
    Ed è qui che viene la cosa negativa: quando gli ho detto di gestire la bestiaccia spazzandola via mi ha detto che non ci riusciva e che dovevo procedere manualmente. Vado sulle opzioni e non c’è una spiegazione che fosse una su come fare. Seguo il link al sito ufficiale e dice queste illuminanti parole: per procedere all’eliminazione manuale procedere all’eliminazione manuale. Mi veniva da dirgli: “Maddai??” seguito presto da un “Ma come?” Alla fine ho selezionato l’opzione elimina bestiacce che ha eliminato anche i file infetti e ho proceduto a rifare la scansione sia generica che localizzata. Il processo per immettere i file localizzati è un pelo macchinosa: c’è un’opzione sulla finestra di dialogo per farlo ma quando apre la seconda finestra di dialogo ho dovuto procedere come per l’immissione di allegati in una mail. Alla fine zero bestiacce!
    Morale della favola: il prodotto è buono e lavora bene, sicuramente meglio di ClamXav che da un po’ tende ad andare in tilt quando procede all’aggiornamento giornaliero e NON aveva stanato la bestiaccia Windosiana. E ciò è male. Il sito è informativo e direi ben gestito. Spero solo che la parte sull’eliminazione manuale dei virus sia stata modificata per renderla più chiara. Sottolineo che da allora non ho + stanato bestiacce quindi non so se si stato aggiornato e che le esperienze narrate sono le mie.

  • Ci sono cose che non si possono comperare, per il resto c’è un errore HTTP 408

    Fin’ora l’attivismo su Internet è stato una pallida copia dell’attivismo del mondo reale.

    Le persone disagiate si aiutano con fatti concreti (ciascuno decida quali), non certo cambiando l’avatar o aggregandosi ad un gruppo di un social network.

    Ieri però abbiamo visto che l’attivismo online può avere una sostanza. Ci sono blog e siti che spiegano come supportare l’attacco verso i siti si organizzazioni che, per una ragione o un’altra, avrebbero causato problemi a WikiLeaks o al suo fondatore.

    I notiziari di questa mattina parlano degli attacchi DOS a questi siti Internet. La cosiddetta “protesta popolare” si è spostata sulla Rete, dove si può protestare comodamente seduti al caldo di casa propria senza nemmeno farsi otto ore di pullman per andare al corteo.

    Non è questo il luogo per dare giudizi morali (e me ne guardo bene dal farlo!), qui ci si limita a constatare che la Rete è diventata un luogo come gli altri. Era anche questo che sognavamo nel 1994 quando abbiamo iniziato a lavorarci, non è vero?

  • Quella spennellatina sulla coscienza tipica di Facebook…

    Lo so, questo post attirerà contro di me fulmini e saette… ma sono ottimista: credo nella resurrezione.

    In questi giorni sto assistendo ad un simpatico mix tra “spennellata sulla coscienza” e “pecoroni del mondo uniamoci“: il cambio della propria immagine del profilo con quella di un cartone animato della propria infanzia. Entrambi questi atteggiamenti sono tipici di Facebook e si manifestano con frequenza regolare, soprattutto il primo.

    Quando ho visto i primi “cambi” ho pensato che fosse l’idea di qualche buontempone, tanto da chiedere a un paio dei miei contatti che già avevano fatto la modifica il perchè di questa cosa e ho ricevuto risposte poco chiare, molto confuse. Con facilità sono, però, riuscito a trovare il perchè ed il percome di questa idea e… francamente sono rimasto deluso e ho deciso di non partecipare.

    La mia impressione (si, lo so, è certamente sbagliata) è che ci sia tanta ipocrisia in gesti come questi e quello che leggo in queste azioni è una cosa tipo “Hey, è la settimana dell’infanzia… e io ci partecipo attivamente… cambio la mia immagine di profilo anche io.
    Ma fare qualcosa di concreto… no? E solo in questi giorni bisogna pensare all’infanzia? Gli altro 358 giorni no?
    Lo so, sono cinico e probabilmente anche un po’ stronzo. Lo so benissimo. Ma questo è quello che penso. E, tristemente, è la stessa identica cosa che penso quando vedo cose tipo “Pinco Pallino ha aderito alla causa ‘Raggiungiamo <numero superiore a 100.000> iscritti per fermare <causa banale e ovvia>’” oppure quando vedo “Pallino Pinco si è iscritto al gruppo ‘facebook contro la [pedofilia|vivisezione|ecc. ecc.]‘.
    L’immagine è quella del vecchio barbiere che con la spazzola toglie dalla spalla i capelli rimasti… solo che in questo caso la spalla sarebbe la nostra coscienza.

    A questo poi aggiungiamo tutta quella marea di pecoroni che hanno fatto questo cambio non sapendo bene di cosa si tratta. E ce ne sono, credetemi. Provate a chiedere ai vostri contatti per verificare. Chiedete il perchè di questa iniziativa. Chiedete su cosa bisogna sensibilizzarci e non limitatevi alle frasi fatte tipo “è la settimana dell’infanzia”. Quello lo sa anche Nicole che di anni ne ha 5. Quanti sanno entrare nei particolari? Quanti sanno qualcosa della “Convenzione sui Diritti dell’Infanzia“?

    Tornare bambini per qualche minuto, per qualche ora o, ancora più ipocritamente, per qualche giorno modificando l’avatar del proprio profilo di facebook non serve a nulla.

    Più che tornare bambini, dovremmo pensare di più e con più attenzione ai bambini e, magari, porre maggiore attenzione al loro futuro.