Categoria: Cronaca

Notizie di cronaca

  • Come una grossa azienda italiana vede Internet

    Il Correre online riporta la notizia che Mediaset ha perso il nome a dominio mediaset.com

    Non l’ha perso per motivi legali o cause indipendenti dalla sua volontà, bensì perché qualcuno non solo se è dimenticato di rinnovare l’iscrizione, ma ha ignorato tutte le mail di avviso (era configurato bene il WHOIS, come da regolamento IANA, vero?), tutte le mail di scadenza e tutte le mail di avvertimento.

    Ho un po’ di nomi a dominio intestati a mio nome e solo chi è nelle mie stesse condizioni sa quanto i fornitori si adoperino per evitare che succeda un caso come quello citato e come solamente ignorando sistematicamente ogni comunicazione (o avendo il WHOIS mal configurato) sia possibile cadere in un errore così grossolano.

    Non basta dire “noi siamo Mediaset, ridateci il nome a dominio” al collegio arbitrale americano perché la risposta non è quella che ci si aspetta di ricevere in Italia.

    Ci sono aziende italiane, non necessariamente di comunicazione o del settore IT, che curano la propria presenza online più di ogni altro aspetto di marketing e PR perché hanno capito che su Internet l’audience è letteralmente mondiale. Evidentemente a Mediaset non interessano queste cose e queste sono le conseguenze, si vede che si accontentano del nome a dominio mediaset.it

  • Superato il limite di 1Tb per pollice quadrato

    Seagate ha recentemente dato l’annuncio di avere superato la vera e propria pietra miliare di 1 Terabit per pollice quadrato di densità di registrazione.

    Si tratta di una delle prime applicazioni della tecnologia HAMR.

    Questo potrebbe portare nel prossimo decennio alla realizzazione di hard disk commerciali con capacità dell’ordine dei 60 TB.
    Il supporto magnetico riguadagnerà distanza sulla memorizzazione allo stato solido?

  • L’aritmetica delle presunte perdite dovute alla pirateria

    In un breve ma interessante video con sottotitoli anche in italiano Rob Reid cerca di dare un senso alle dichiarazioni dei sostenitori dell’importanza del copyright nel mondo dello spettacolo.

    I numeri iperbolici sbandierati da Hollywood e dal mondo della musica vengono paragonati con dati oggettivi con risultati che oltrepassano il comico e finiscono nel fantasy più profondo.

    Questo video aiuta a farsi un’idea di come le cifre sulle presunte perdite dovute agli ipotetici atti di pirateria siano fuori dal mondo e debbano essere sempre prese con beneficio di inventario e paragonate con le cifre degli incassi del medesimo settore.

  • Dell acquisisce SonicWall

    Continuano le spese di Dell, questa volta la preda è SonicWall.

    Dopo l’acquisizione di AppAssure, l’intento di Dell è di andare al di là della semplice vendita di ferro, ma di mettere a disposizione dei clienti una serie di servizi. Ed è evidente che la sicurezza, nella più ampia accezione del termine sia un servizio fondamentale per l’IT.

    I dettagli finanziari dell’operazione, che dovrebbe chiudersi entro la fine di luglio, non sono stati ancora rivelati. (via BloombergBusiness)

  • Ralph McQuarrie (1929-2012)

    Ralph McQuarrie è morto ieri all’età di 82 anni.

    Ralph è stato l’illustratore che ha contribuito a creare la parte visuale della saga di Star Wars, inclusi il costume di Darth Vader e gli Star Destroyer.

    Il suo lavoro non si limita all’universo creato da Lucas, ma abbraccia una vasta gamma di creazioni, incluse alcune rappresentazioni artistiche del programma Apollo realizzate per la CBS.

    Ralph, grazie per tutto quello che hai dato alla nostra fantasia e al nostro senso del meraviglioso. Ci mancherai moltissimo, ma le tue opere saranno per sempre con noi.

  • Dell acquisisce AppAssure

    Dell ha annunciato di aver acquisito AppAssure.

    Con l’arrivo della virtualizzazione, il mercato dei software di backup (che ora vengono chiamati in altri modi più pomposi, ma quelli restano) si sta facendo interessante.

    Aveva iniziato Veeam a rompere gli equilibri consolidati dei polverosi vecchi sistemi di backup, tant’è che Symantec, attuale proprietario di BackupExec, ha recentemente sguinzagliato i suoi azzeccagarbugli.

    Quello dei backup è un mercato lucroso perché molte aziende sono disposte a spendere pur di avere la ragionevole sicurezza di ripartire e/o di ripartire velocemente in caso di disastri.

    Finalmente un po’ di movimento in un mercato che era fin troppo statico. Attenzione che potrebbe non valere più la regola nobody has ever been fired for choosing BackupExec.

  • Scoperto un video amatoriale del disastro dello Space Shuttle Challenger

    Un video inedito del disastro dello Space Shuttle Challenger è emerso da una cantina della Florida dopo quasi un quarto di secolo. Il filmato amatoriale è stato registrato da Jack Moss con la sua nuova videocamera la mattina del 28 gennaio 1986.

    I quattro minuti del filmato catturano il momento del disastro, 73 secondi dopo il lancio dal Kennedy Space Centre (Florida), in cui morirono i sette gli astronauti a bordo del Challenger. La flotta degli Shuttle rimase a terra per quasi tre anni ed il programma spaziale della NASA fu modificato e ridimensionato.

    Non credo che il signor Moss abbia pensato che fosse qualcosa di importante. Lo ha messo nel suo scantinato con altri nastri e se ne è dimenticato“, ha detto Marc Wessels, executive director dello Space Exploration Archive, gruppo che raccoglie cimeli spaziali per scopi didattici.

    Ci volle un po’ per trovare qualcuno con un vecchio lettore video Betamax, poi ho dovuto guardare ore di gameshows e sit-com degli anni ’80, ma quando ho trovato il filmato ho pensato che le persone dovevano vederlo

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=41jq_5ltkno&w=480]

    In memoria di Dick Scobee (Comandante), Michael J. Smith (Pilota), Judith Resnik (Specialista di missione 1), Ellison Onizuka (Specialista di missione 2), Dr. Ronald McNair (Specialista di missione 3), Greg Jarvis (Specialista del carico 1) e Christa McAuliffe (Specialista del carico 2). 28 gennaio 1986

    [via Gravità Zero]

  • Canone RAI per tutte le aziende con PC/smartphone e similari

    Come riportato da numerose fonti la RAI starebbe inviando bollettini alle aziende sollecitando pagamenti di importi  dai 200 ai 6000 euro dovuti come canone televisivo annuale.

    Sembrerebbe infatti che da un’interpretazione di un Regio decreto del 1938 le aziende (ma anche i liberi professionisti ed i lavoratori autonomi) sarebbero tenute al pagamento del  canone qualora in possesso di apparecchiature in grado di trasmettere o ricevere contenuti radiotelevisivi.

    In tali apparecchiature sono compresi ipad, PC e videofonini in genere in quanto, anche se destinate ad uso diverso, sono effettivamente in grado di trasmettere e ricevere contenuti multimediali.

    Le associazioni di categoria invitano a non pagare il bollettino fino a quando la situazione non sarà chiarita.

    Ne vedremo delle belle……

     

  • Quaresima 2.0: a chi giova?

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    Non sempre mi piace quello che scrive il noto giornalista italiano Giuseppe Severgnini, però leggo i suoi articoli con una certa regolarità. Stamattina mi ha attirato la sua lunga apertura su La lettura, settimanale del Corriere della Sera dedicato alla cultura, ai libri e ai media in generale.
    L’articolo intitolato Sette giorni fuori rete tratta appunto del test effettuato dalle stesso autore di rimanere disconnesso da Internet per uan settimana.
    La riproduzione dell’articolo è disponibile anche sul sito del giornale.

    Severgnini inizia il 9 febbraio a spegnere 3G e WiFi sull’iPhone, a mettere un messaggio out-of-office sulla casella di posta elettronica e a consegnare l’iPad al figlio perché glielo sequestri.
    Come potrete leggere nell’articolo, nei giorni seguenti il giornalista cerca di darsi da fare utilizzando sempre la tencologia, ma senza collegarsi a internet.
    Fa delle telefonate, si fa mandare dei fax, guarda la televisione, si fa racconare dai colleghi quello che succede e si informa come si faceva una volta: aspettando il telegiornale delle 20:00.
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  • Ok gli attacchi di Anonymous, ma…

    Necessaria premessa: non credo che se un sito sia poco protetto debba essere hackerato per il fatto stesso di essere poco protetto.

    Questo weekend molti siti hanno subito attacchi come rappresaglia alla chiusura di Megaupload, sui cui dettagli vi rimando al sito di Paolo Attivissimo.

    Le conseguenze degli attacchi sono stati di fatto di due tipi: denial of service temporaneo per sovraccarico o danneggiamento dei contenuti del sito.

    Contro il sovraccarico si può far poco ed è comunque un problema temporaneo.

    Ben più grave (per i titolari) è il fatto che i siti americani della CBS e della Warner siano stati compromessi con danneggiamento dei contenuti come se fossero gestiti da sprovveduti.

    I siti sono stati compromessi decine di ore dopo l’inizio degli attacchi e i gestori hanno avuto tutto il tempo per mettere in atto le opportune contromisure.

    Certo che se una BigCorp appalta la gestione del sito a $nota_societa_di_consulenza, la quale si avvale a sua volta di subcontractor strozzati su costi e tempistiche avvisati sempre all’ultimo momento delle modifiche con il consueto incipit “Urgente! Urgente! Urgente!” questi sono i risultati.

    Esternalizzare lavori e competenze potrebbe servire al maquillage del bilancio da presentare agli azionisti, ma sul lungo periodo fa perdere le competenze, aumenta la dipendenza dai fornitori e riduce la visibilità sulla qualità dei lavori svolti. Uno può scrivere sul contratto tutto quello che vuole, ma quando succedono questi incidenti la frittata è fatta.

  • La SOPA de noartri

    Mentre negli USA la SOPA ha subito una battuta d’arresto, in Italia c’è il pericolo che venga silenziosamente introdotta una norma simile.

    Stafano Quintarelli segnala che una commissione parlamentare ha dato parere positivo ad una modifica normativa del DLGS 70 del 9/4/2003.

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