Categoria: Tempo libero (quale?)

  • Il lato negativo

    Nel campo della fotografia digitale, tutti sanno che esistono alcuni formati standard che negli anni sono diventati ubiqui: per citare i più famosi ricordiamo il TIFF e JPEG normalmente usati per la “fotografia” come generalmente intesa.
    Per quanto questi formati siano compresi solo in maniera superficiale dagli utenti – provate solamente a menzionare la compressione lossylossless in una conversazione e i risultati saranno esilaranti – e di conseguenza spesso utilizzati a sproposito, si tratta ad ogni modo di sigle e concetti che sono più o meno entrati nel gergo comune, sia a casa che sul posto di lavoro.

    La stessa cosa non può dirsi per quanto riguarda le immagini cosiddette RAW ovvero quei formati immagine (normalmente corredati da appositi meta-dati) che memorizzano i dati grezzi provenienti dai sensori di immagini delle fotocamere digitali. Per fare un confronto con la pellicola – per quanto in termini semplicistici – potremmo dire che un file RAW rappresenta la negativa mentre una immagine JPEG è più simile a una stampa.
    L’immagine RAW contiene sostanzialmente tutte le informazioni catturate dal sensore ottico, una foto JPEG è il risultato di una elaborazione (e normalmente anche di una compressione lossy) di queste stesse informazioni: si tratta quindi di un prodotto finito creato però in base a parametri necessariamente meccanicistici dei processori di immagine all’interno della fotocamera. Per tornare alla metafora di prima, qualcosa di simile ai minilab che sviluppano e stampano le negative senza, o quasi senza, intervento umano. (altro…)

  • Introducing Roll It, a Chrome Experiment

    http://www.youtube.com/watch?v=_4RFIcuuHBE

  • Movies {as code}

    moviesascodeMovies {as code} è un sito creato da Ben Howdle con una raccolta di film e telefilm raccontati attraverso vari linguaggi di programmazione.

    Il concetto di “linguaggio” è molto elastico perché si va da C al CSS.

    Ci sono delle idee veramente geniali, ne riporto di seguito alcune, ma il sito merita davvero una visita.

    Il sito permette, ovviamente, di proporre delle proprie versioni dei film.

    public final class EpisodeVI {
      public static Movie theJedi;
      public Movie starWars() {
        return theJedi;
      }
    }

     

    .titanic {
        float: none;
    }

     

    var name = ["James","Bond"]
    alert(name[1]+', '+name[0]+' '+name[1])

     

    man tail

    (altro…)

  • Tetris infinito

    Playing_forever_like_CT
    da tetrisconcept.net

    Questo articolo illustra una strategia per giocare a Tetris finchè non va via la corrente o non si rompe il computer.

    Se vengono soddisfatti alcuni prerequisiti molto poco restrittivi, la strategia può funzionare, a costo di una certa monotonia del gioco.

    L’ambiente di gioco viene diviso in tre parti: due di quattro unità e una di due unità.

    In una delle aree da quattro unità si crea un pattern con i pezzi S, T e Z; nell’altra area da quattro unità un pattern con i pezzi L, J e O. L’area da due unità è riservata ai pezzi I. (via BoingBoing)

  • Gli RSS sono morti? Si come no…

    Dedicato a tutti quelli che dicono che gli RSS sono morti…

    Clic qui prego

  • Voglia di Studiare – Coursera

    coursera_logoTalvolta capita che venga la voglia di rimettersi a studiare qualcosa, magari qualcosa che non abbiamo potuto mettere nel piano di studi all’università o una materia che ci ha sempre attratto ma non abbiamo avuto occasione di studiare a scuola.

    Ultimamente stanno nascendo un bel po’ di siti che sono ben più che aggregatori di corsi online. Uno di essi, sicuramente uno dei migliori, è Coursera.

    Ci si trova un po’ di tutto, dai corsi universitari di economia a quelli di varie materie scientifiche tenuti da molte università soprattutto americane. Al momento ne sto seguendo un paio, Cryptography I e Game Theory della Stanford Univ. Mi piacerebbe seguirne di più ma il tempo è quello che è, purtroppo.

    Ogni corso prevede una serie di video-lezioni settimanali, forum dedicati, esamini intermedi e una prova finale. Non ci sono vincoli, potete anche seguire senza far nulla, ma così che gusto c’è? 😉

    Se la vostra sete di conoscenza non è ancora spenta, provatelo.

    Ovviamente tutto gratis. (cit.)

  • It’s bigger on the outside?

    Un'idea che considero geniale anche se forse poco pratica XD
    Un’idea che considero geniale anche se forse poco pratica XD

    Link

  • Partizioni ed esperimenti natalizi

    hard-drive-partitions

    In questo post vi racconto le mie ultime avventure ed esperimenti in ambito di storage per condividere qualche risultato che trovo interessante.

    Parto dall’inizio raccontandovi che il mio desktop è dotato di una scheda madre con chipset del southbridge ICH8R: avevo quindi originariamente optato per montare due dischi da 250GB configurati in RAID1 (comunemente chiamato anche mirroring).
    Inizialmente avevo creato due partizioni: la prima da 80GB per contenere sistema operativo e applicazioni mentre l’altra serviva come archivio di tutti i dati. La doppia partizione è una idea che non mi ha mai entusiasmato, ma è una scelta molto utile quando il sistema operativo ogni tanto gradisce una “formattata e reinstallata” per tornare a funzionare bene, come purtroppo è spesso il caso di Windows.
    Con l’aumento continuo della richiesta di spazio da parte degli applicativi e dei file di contenuti come le fotografie digitali – con tutti il loro contorno di panoramiche, HDR, meta-dati e via dicendo – già all’inizio del 2012 la situazione dello spazio libero stava diventando critica.
    Come soluzione (purtroppo solo temporanea), qualche mese fa avevo quindi scelto di recuperare due piccoli dischi da 160GB inutilizzati per creare un altro array in RAID1 e così suddividere ulteriormente i dati utente su un altro disco. Lascio immaginare la lettore la totale impraticità del setup, ma per qualche mese mi sono accontentato e arrangiato.
    Poche settimane fa, lo spazio libero sulla partizione del OS è sceso sotto il 10% dello spazio totale: a quel punto mi è suonato in testa il campanello di allarme generale.
    Dovevo trovare una soluzione più elegante, più funzionale e più a lungo termine: qui inizia la parte interessante del racconto.

    (altro…)

  • Caro amico, ti scrivo… così bevi un po’!

    No, non c’è nessun refuso nel titolo.

    Un giovanotto, noto su internet come Morskoiboy, ha progettato una macchina da scrivere che converte ogni parola in un cocktail. Ogni tasto è collegato a una bottiglia contenente quello che sembra o liquore o succo di frutta (considerazione per fegati astemi?).

    Leggete come qui.

    E qui ci starebbe bene la tag, bevete responsabilmente! specie quando scrivete lettere! D’amore o odio poca è la differenza…

  • Risoluzione problemi alle estremità…

    Su Leggo cartaceo del 26 Settembre ho trovato questo articoletto. Lo riporto per intero che online non l’ho trovato:

    Tecnologia ai piedi. Quando i Lacci asciugano le scarpe in pochi minuti.

    Sono dei normali lacci ma oltre ad allacciare le scarpe sono capaci di asciugarle in pochi minuti. Realizzate con un materiale che conduce elettricità. le Warm Shoestrings create dal designer russo Alexey Chugunnikov hanno dei cappucci colorati speciali che, una volta collegati alla presa di corrente in dotazione, liberano calore e asciugano qualsiasi tipo di scarpa. Accolto con entusiasmo in Russia e in Usa, il concept diventerà realtà entro pochi mesi (www.chugi.ru).

    Letta così l’idea è fighissima. Lo sanno gli dei se ODIO visceralmente stare a lavoro o all’università con le scarpe zuppe per ore e con il cambio non disponibile. Però allo stesso tempo qualche domanda me la pongo. Cioè, si attaccano alla parete? E se per caso, sottolineo per caso, la presa in dotazione non funziona quanti geni attaccheranno una presa normale con potenziale frittura del soggetto, di casa e delle scarpe? Riporterei l’attenzione alla dicitura “qualsiasi tipo di scarpa”. Uhm, ok. Quelle di pezza ancora ancora ma hanno presente cosa succede su quelle di cuoio? Su quelle di suede? O peggio quelle con inserti metallici? Secondo me al massimo la scarpa diventa calda ma mica si asciuga davvero. Almeno questo mi viene in mente quando le scarpe di cuoio vanno sotto il termosifone quando so zuppe. Ci vogliono gli anni. E per finire, che caspio sarebbe sto materiale che conduce elettricità? Qualcosa di più preciso no?

    Amo le stranezze e di solito queste cavolate mi riempiono di entusiasmo infantile. Ma stavolta non troppo.

    Ribadisco che non ci ho capito niente e magari ho detto una palata di castronerie. Però le domande me le faccio uguale.

    Però la lente d’ingrandimento per spagnolette la voglio. Siccome che sono cecata… (cit.)

  • Una Moleskine digitale

    Non c’è bisogno che io ripeta qui quanto l’informatica, soprattutto nel suo aspetto social, stia diventando eprvasiva a un ritmo accelerato. Aziende più tradizionali legate a un mondo ancora “carta e penna” stanno lottando per sopravvivere, alcune senza troppa fortuna.
    Una compagnia che sta tenando di conigare una storia fatta di taccuini e agende con una società sempre più digitale è la Italianissima (Milanesissima, per la precisione) Moleskine.

    Per quei pochi che non avessero mai sentito parlare di questa società, possono leggere unpo’ della sua storia originale nel sito internet; la sua rivitalizzazione da parte di Modo & Modo e la conseguente proliferaizone di prodotti, fa invece parte della quotididiantà da ormai più di un decennio.
    Moleskine da quelche tempo sta cercando di ritagliarsi uno spazio anche nel mondo dell’informatica, rilasciando applicazioni per iOS, e cercando di convicncere gli utenti a creare contenuti digitali da stampare in formato cartaceao, ritaglaire e inserire nei taccuini, tutto tramite l’applicazione MSK. (altro…)

  • Making of the Genesis Sequence

    Ogni buon geek presente su questo blog sa che questa settimana si celebra il trentennale di un’opera cinematografica che ha segnato la storia della fantascienza.

    Anzi, non solo della fantascienza, ma del cinema in generale: infatti questa pellicola mostra per la prima volta una sequenza cinematografica interamente genereta al calcolatore.

    Esiste su Youtube un interessante filmato che documenta in maniera superficiale le tecniche utilizzate per creazione della cosiddetta Genesis Sequence.
    Pare non sia molto conosciuto, mi sembrava quindi interessante segnalarvelo in questa ricorrenza.

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=Qe9qSLYK5q4&w=480]

    Per chi non lo sapesse, questa sequenza fu originariamente realizzata dal Graphics Group della Lucasfilm Computer Division, l’embrione di quella che sarebbe diventata poi la Pixar Animation Studios.