Categoria: Software

  • Copiare messaggi tra mail client incompatibili

    Capita spesso di avere la necessità di copiare dei messaggi di posta elettronica tra client tra cui non è prevista una procedura di migrazione.

    Anziché passare per conversione esotiche che finiscono per causare perdite o degrado di informazioni, ho visto che c’è una soluzione comoda e lineare: IMAP.

    Tutti i client di posta elettronica, chi bene e chi male, supportano il protocollo IMAP.

    Per migrare i messaggi è, quindi, sufficiente utilizzare un account IMAP, come un account gmail o account di un server IMAP creato ad hoc su un computer.

    La procedura è banale: dal client sorgente si copiano tutti i messaggi sull’account IMAP, da cui vengono in seguito copiati sul mail client destinatario.

    È l’uovo di Colombo, ma spesso ci si infila in pericolosi cul de sac cercando programmi o procedure di conversione che non fanno quasi mai quello che promettono.

  • Fai da te: 67TB di storage

    Ho sempre avuto l’hobby del “fai da te informatico”.

    Cercando ispirazione per costruire un piccolo storage di rete, mi sono imbattuto in questo
    interessante articolo


    storage

    Nell’articolo viene spiegato in dettaglio come Backblaze (internet backup) abbia risolto il problema dello storage con una soluzione autocostruita utilizzando hardware comune e realizzando un notevole risparmio.
    Per chi volesse cimentarsi nella costruzione di un “ferro” simile  mi permetto di consigliare come piattaforma software l’ottimo Openfiler.

  • Martedì, maledetto martedì

    Chi ha scritto del codice che ha a che fare con le date e i calcoli ad esse associate prima o poi si è scontrato con il problema spinoso della Pasqua, o, meglio, del lunedì successivo, l’unico giorno festivo che cambia di data ogni anno con regole che coinvolgono sole e luna.  Per chiesa cristiana cattolica, la Pasqua è la prima domenica successiva al primo plenilunio di primavera, ovvero la prima domenica successiva all’equinozio di primavera.

    Come se non bastasse, molte aziende di software rilasciano gli aggiornamenti a cadenza regolare programmata.

    I produttori del malware fanno la stessa cosa, ma con 24 ore di ritardo rispetto alle aziende.

    Questo è lo schema seguito da alcune aziende, buona fortuna:

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  • Giornata mondiale IPV6

    Come riportato da più fonti (p. es http://isoc.org/wp/worldipv6day/), il prossimo 8 giugno si terrà la giornata mondiale dell’IPV6.

    Alcuni dei principali gestori di servizi (google, facebook. yahoo…) offriranno i loro contenuti  anche attraverso IPV6 per 24 ore.

    Si tratta sicuramente di un’iniziativa utile, ma che fa sorridere i tecnici. Infatti dal punto di vista tecnico l’utilità è quasi nulla. Solo lo 0,22% dei navigatori internet ha accesso a indirizzi IPV6 e nessuno vietava i gestori di effettuare i loro test silenziosamente ed in maniera assolutamente non invasiva.  Da notare che google offre già i suoi contenuti su http://ipv6.google.com/ da diverso tempo. Youtube credo sia già attivo in IPV6.   Io stesso ho attivato il nuovo spazio di indirizzamento su diversi domini e posso garantire di non aver mai riscontrato nessun problema.

    Fa sorridere, inoltre, il limite temporale delle 24 ore dichiarato dall’evento: se funziona lasciatelo attivo e basta!.

    La vera utilità è dell’iniziativa è nascosta dietro alla vera natura della stessa: credo si tratti infatti di un evento mediatico il cui scopo è quello di iniziare a far conoscere al navigatore occasionale alcuni aspetti tecnici relativi al futuro assetto di internet. E soprattutto di far capire al navigatore medio che, contrariamente a quanto insinuato da alcuni articoli apocalittici relativi all’esaurimento dello spazio IPV4, non ci sarà alcun trauma per l’eventuale futuro passaggio alla nuova tecnologia.

    Se volete avere un riscontro delle preoccupazioni dell’utente medio date un’occhiata ai commenti in calce all’ articolo su tom’s hardware relativo all’evento: qualcuno si preoccupa addirittura di uno stallo nazionale  della connettività internet legata al passaggio a IPV6.

    Speriamo che, grazie alla grande visibilità di questa iniziativa garantita dai grossi nomi coinvolti, sia fatta chiarezza una volta per tutte.

  • Windows, Linux, e la fuga dai virus

    Dopo aver impiegato ben tre giorni (non continuativi) di lavoro per eliminare (o forse e` ancora li` ma io non lo trovo piu`) l’ennesimo rootkit da un pc windows di un amico, vorrei provare a spiegarvi come e perche` potete liberarvi di Windows.

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  • THC-IPV6

    THC-IPV6 è una raccolta di tool che permette di sfruttare le debolezze del protocollo IPV6.

    Il kit viene distribuito in formato sorgente e richiede Linux 2.6.x a 32 bit per funzionare senza modifiche.

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  • 2011 il collasso di internet

    ..in anticipo di un anno sui maya, internet come la conosciamo  potrebbe collassare a causa dell’annunciata fine degli indirizzi IP disponibili.
    Come si può vedere in vari countdown (p. es http://ipv6.he.net/statistics/) mancherebbero meno di due mesi al nefasto evento.
    Sarà vero?

    In realtà lavoro con internet da 15 anni e già ai tempi annunciavano la fine dello spazio di indirizzamento entro i successivi 5 anni.
    Lo stesso contatore di HE circa 2 anni fa ne annunciava l’esaurimento entro 300 giorni….
    Questo fa pensare che il tempo mancante  sia una specie di funzione asintotica!

    Scherzi a parte, gli indirizzi stanno effettivamente finendo anche se probabilmente ci vorranno più di 2 mesi.
    Cosa cambia?

    Inizialmente nulla.
    Tutti i provider ne hanno una scorta più che abbondante, ma diventerà più difficile per nuovi operatori farsi assegnare delle sottoreti nuove.

    E col mondo IPV6?
    Il nuovo standard dovrebbe garantire uno spazio di indirizzamento talmente vasto da poter fornire un indirizzo IP ad ogni atomo presente nell’universo  e quindi risolvere definitivamente il problema.
    Peccato che ancora quasi nessuno lo usi.
    Non più tardi di un anno fa ho litigato nientepopodimeno che con la nostra registration authority perchè il check automatico del nameserver necessario alla registrazione di un dominio nel TLD .IT falliva a causa del fatto che uno dei miei DNS era configurato anche per gestire domini V6.
    I provider che offrono connettivita IPV6 nativa sono ancora pochissimi.
    Molti dei prodotti software più diffusi non supportano appieno gli indirizzi “lunghi” (si anche Thunderbird ha problemi, anche se con i nomi funziona…).
    Quelli che come me vogliono iniziare a sperimentare la “nuova” tecnologia sono obbligati ad usare un tunnelbroker o altre diavolerie simili.

    Insomma, sembra che il nuovo standard si stia avviando molto lentamente.
    Forse gli annunci mediatici che seguiranno l’esaurimento del mondo V4 daranno la scossa necessaria per avviare (con calma…non c’è una reale fretta!) la transizione?
    Io ho fatto un bel po’ di sperimentazione ed effettivamente il V6 funziona ed offre notevoli vantaggi.
    Per chi non lo avesse già fatto e volesse approfondire e mettere alla prova le sue conoscenze tecniche sull’argomento, consiglio la certificazione IPV6 online di Hurricane Electric ( http://ipv6.he.net/certification/).
    Copre vari step dal più semplice (strumenti come ping6) al più complicato (configurazione DNS glue per domini V6) in maniera ordinata e completa.
    Se riuscitrete ad ottenere la certificazione di livello “sage” sarete sicuramente in grado di configurare i vostri spazi di nomi e le vostre reti  per gestire anche IPV6.
    Per il momento non serve quasi a nulla, ma prima o poi…..

  • Selenium

    Selenium IDE è un add-on per Mozilla Firefox che permette di registrare le azioni di un utente per poterle replicare a piacimento.

    Il software consente di preparare ed eseguire script di test per i siti in fase di sviluppo o debug, sfruttando anche la comoda funzione di autoapprendimento degli script ed evitando operazioni ripetitive che possono essere loro stesse fonte di errori.

    Per esempio, si può preparare uno script che ogni volta si registra su un sito, esegue il login e quindi compie determinate operazioni in  maniera rapida e sempre ripetibile.

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  • 50 anni e sentirli tutti

    Quando ho iniziato a scrivere software il COBOL era considerato la punizione dei programmatori.

    Dopo 25 anni il COBOL è ancora la punizione dei programmatori. Finirà per essere il nostro peccato originale.

    Ciononostante, il National Museum of Amirican History ha appena dedicato una pagina per commemorare i 50 anni del COBOL.

    O i primi 50 anni? (via the Atlantic)

  • MySQL 5.5

    Oracle ha annunciato il passaggio a Generally Available della versione 5.5 di MySQL.

    La nuova release GA del software segue di due anni la release della versione 5.1, quando MySQL apparteneva a Sun.

    Alcune caratteristiche della nuova versione:

    • InnoDB è il motore di storage di default;
    • InnoDB è ottimizzato per supportare le piattaforme multiprocessore e multicore di nuova generazione e garantisce transazioni ACID;
    • le funzioni di high availability sono state migliorate;
    • sono stati introdotti i comandi SIGNAL e RESIGNAL per la gestione delle eccezioni.
  • Che cosa c’è in un colore?

    Quella che noi chiamiamo schermata blu, anche visualizzata con un altro colore avrebbe lo stesso significato sinistro; così Romeo, se non si chiamasse più Romeo, conserverebbe quella preziosa perfezione, che egli possiede anche senza quel nome. (con mille scuse al Bardo)

    Il vulcanico Mike Russinovich ha appena pubblicato un articolo in cui spiega come cambiare i colori della schermata blu della morte (BSOD) di Windows.

    Avviso subito che non è una passeggiata perché la procedura richiede l’utilizzo di tool di debugging e un minimo di destrezza.

    In altre parole, non basta cambiare una voce del registry.

  • .htaccess può essere bypassato se c’è Zend Optimizer

    Un blog riporta che in una particolare condizione, le direttive di .htaccess vengono ignorate e possono essere esposte parti di un sito ritenute protette da password.

    La particolare condizione prevede:

    • Apache http server
    • Zend Optimizer
    • Direttiva <LIMIT> contenuta in .htaccess

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