Categoria: Spettacolo

  • Cameron risistema le stelle di Titanic

    Hollywood non è famosa per la correttezza scientifica dei suoi film, ma James Cameron è senza dubbio una preziosa eccezione.

    Nella riedizione 3D di Titanic Cameron sistemerà l’aspetto delle stelle che si vedono in una scena per poterle mostrare esattamente come si vedevano dal vascello durante la notte del naufragio.

    La scena in questione è quella in cui il personaggio interpretato da Kate Winslet si trova in mare sostenuta da un pezzo di legno e osserva il cielo.

    Neil deGrasse Tyson aveva contattato Cameron dopo l’uscita della versione originale del film per lamentare il fatto che la posizione delle stelle non era corretta; il regista gli aveva chiesto di inviargli la posizione delle stelle nel cielo come si sarebbero viste nel punto del naufragio alle 4:20 del mattino del 15 aprile 1912, cosa che l’astrofisico ha prontamente fatto. Ed ecco che Cameron ha sistemato l’errore. (via Contactmusic)

  • Direttamente dalla scrivania di Bob Howard

    Questo mug arriva direttamente dalla scrivania di Bob Howard.

    Lo stesso Charles Stross ha annunciato la disponibilità di questo articolo nel suo blog.

    Il ciclo della Lavanderia di Charles Stross narra le (dis)avventure del suo agente e addetto IT Bob Howard, il quale non deve aver a che fare solamente con gli utenti che non riescono a stampare, ma anche con tutte le implicazioni della demonologia computazionale.

    Il logo del mug deriva dal fatto che la Lavanderia prima di diventare un’entità indipendente, fino al 1945 era il Dipartimento Q del SOE. (altro…)

  • Quando la protezione del copyright diventa trolleggio

    Da vent’anni a Southampton c’è un pub che si chiama The Hobbit.

    Pochi giorni fa il proprietario di questo locale è stato accusato di violazione dei diritti d’autore dagli avvocati che tutelano i diritti mondiali dei lavori di JRR Tolkien (morto nel 1973, giova ricordarlo).

    Il locale utilizza i nomi dei personaggi per identificare le bevande che vengono servite e i fan delle opere di Tolkien trovano divertente ordinare un Gandalf in un locale con un nome che richiama la loro opera letteraria preferita.

    L’attore Stephen Fry si è schierato contro la decisione degli avvocati, definendo questa azione “pointless, self-defeating bullying”.

    Se volete supportare l’iniziativa o desiderate essere informati sull’evoluzione di questa storia potete andare sulla pagina di Facebook oppure  seguire l’account di Twitter.

    Aggiornamento 17 Marzo 2012 – Dopo che anche Sir Ian McKellan si è unito alle voci di protesta contro questa azione legale definendola “unnecessary pettiness” e dopo la pessima pubblicità mediatica, il produttore Paul Zaentz ha dichiarato di essere disponibile a risolvere la cosa in modo amichevole. Questa azione ha molto il sapore di un tentativo postumo di controllo danni; sarebbe più opportuno valutare l’entità di queste azioni prima di farle, non dopo, magari ascoltando anche gli esperti di pubbliche relazioni, non solamente i consulenti legali.

    Aggiornamento 24 marzo 2012 –  Sir Ian McKellan e Stephen Fry hanno deciso di pagare di tasca loro il costo della licenza.

  • Ralph McQuarrie (1929-2012)

    Ralph McQuarrie è morto ieri all’età di 82 anni.

    Ralph è stato l’illustratore che ha contribuito a creare la parte visuale della saga di Star Wars, inclusi il costume di Darth Vader e gli Star Destroyer.

    Il suo lavoro non si limita all’universo creato da Lucas, ma abbraccia una vasta gamma di creazioni, incluse alcune rappresentazioni artistiche del programma Apollo realizzate per la CBS.

    Ralph, grazie per tutto quello che hai dato alla nostra fantasia e al nostro senso del meraviglioso. Ci mancherai moltissimo, ma le tue opere saranno per sempre con noi.

  • TED – Clay Shirky: Perché la SOPA è una pessima idea

    È meglio che io non commenti: riflettere su tali questioni mi mette di cattivo umore.

    Vorrei solo far notare le categorie in cui ho infilato quest’articolo: le ricadute sono ampie.

    (altro…)

  • Vecchi amici

    La televisione seriale è una bestia strana. È allo stesso tempo una compagna e una carceriera.

    Ciascuno ha le proprie serie preferite, le stagioni preferite delle serie preferite, i personaggi preferiti, eccetera.

    Non ho mai amato la televisione perché non ho mai tollerato qualcuno che mi imponesse i suoi ritmi. O, più banalmente, perché fin da bambino avevo un videoregistratore e l’ho avuto un anno prima che arrivassero in Italia quegli aggeggi, quindi potevo registrarmi i cartoni animati e uscire a giocare con gli amici. Ma sto divagando.

    Nell’ambito della televisione seriale (e mi limito a questo) ci sono pochi episodi che uno rivedrebbe anche una volta la settimana senza stancarsi, proprio come dei vecchi amici.

    Sono episodi con cui ti trovi a tuo agio, che ti piacciono, che senti come tuoi. Proprio come gli amici, quelli veri.

    Non li rivedo ogni settimana, ma magari una volta al mese mi capita di rivederne uno. Per me questi cari vecchi amici sono quattro, di due serie per molti versi uguali e opposte. Due serie che potrebbero essere lo svolgimento di uno stesso tema fatto da due bravissimi gruppi di persone.

    In rigoroso ordine alfabetico di titolo:

    • Day of the Dead, Babylon 5 di Neil Gaiman
    • Far Beyond the Stars, Deep Space Nine di Marc Scott Zicree
    • In the Pale Moonlight, Deep Space Nine di Michael Taylor e Peter Allan Fields
    • The Decostruction of Falling Stars, Babylon 5 di J. Michael Straczynski

    E i vostri?

  • Cello Wars

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  • Sondaggio

    Sono membro di un panel di indagini demoscopiche; alla fine delle interviste periodiche c’è sempre una domanda leggera che esula dall’indagine.

    L’ultimo sondaggio a cui ho partecipato poco fa aveva questa come domanda finale:

  • Sei la mia rosa poiché le rose mi ricordano sempre di te…

    Vorrei parlare in questa sede di un altro corto geniale e struggente.
    Proviene dalla terra del Sol Levante, dov’è uscito a metà degli anni ’90 e mescola molti temi: futuro, esplorazione spaziale, lirica, ossessione, amore e illusione.
    Il corto in questione è racchiuso con altri due fratelli sotto il nome collettivo di Memories che è un film ma gli episodi sono vedibili singolarmente come corti ed è così che identifico quello di cui parlerò. Qui il link del trailer. Il nome è bellissimo quasi quanto la storia che narra: Magnetic Rose. Il regista è Katsuhiro Otomo che ha scritto la storia originale da cui è tratto Magnetic Rose e il copione degli altri due corti, oltre a dirigere.
    Premessa fondamentale: pur possedendo il DVD di Memories, non sono mai riuscita ad interessarmi alla storia degli altri due corti: Stink Bomb e Cannon Fodder. Ho provato a vederli ma non riuscivo a seguirli forse per lo stacco netto di tema con Magnetic Rose. Quindi se volete cercare e comprare il DVD basandovi su quello che dirò del primo del mazzo e scoprite di ritenerlo un ciofecone, per favore tenete a mente quanto detto. Don’t shoot the messenger!
    Dunque Magnetic Rose. Qui un assaggio della colonna sonora che è meravigliosamente curata a opera di Yoko Kanno che si è occupata delle musiche di altri anime come nel caso di Wolf’s Rain, i Cieli di Escaflowne, Ghost in the Shell e tanti altri. Il motivo per cui ho incluso questo link è che l’elemento musicale è una parte fondamentale di una storia. Non posso dire troppo della trama per non rovinare la visione ma posso dirvi che siamo in un futuro neanche troppo lontano dal nostro (per quanto personalmente penso ci siano delle incongruenze nelle date che vengono menzionate ma questo potrebbe essere dovuto ad un doppiaggio imperfetto) dove un’astronave spazzin- ahem operatrice ecologica (:P), la Corona, riceve un misterioso SOS nelle forma di un’aria di Madame Butterfly, Un bel dì vedremo (cantato da Maria Callas). Per il rispetto delle regole spaziali sul soccorso i nostri sono costretti a investigare questo SOS… un’azione che darà avvio alla storia.
    E’ interessante vedere che, anche se la storia è estremamente breve (mezzora su per giù), c’è una buona caratterizzazione dei personaggi e i dettagli sono molto curati. I personaggi sono pochissimi ma si arriva a preoccuparsi per la loro sorte. Questo è sempre un buon segno di una storia ben raccontata. Considerato che lo script è opera dal compianto Satoshi Kon, maestro di un certo livello (se si vuol ricorrere a un eufemismo alquanto riduttivo) e autore anche del bellissimo film Millenium Actress,  direi che si riconferma una perla d’autore.
    Une delle attrattive di questo corto è che si riesce a mescolare e accostare argomenti ed elementi così disparati come le trine e le tute da esplorazione spaziale ad una storia d’amore che ha come suo elemento portante il rimpianto e l’ossessione, gestiti in un modo tale da compromettere chiunque ne venga in contatto nonostante la verità di un aspetto marcescente sia celato da illusioni e gloria passata. Non è l’unica forma di amore menzionata e questo sarà determinante per la conclusione della storia. Se volete qualcosa di leggero sappiate che qua non si ride. Per quello è più adatto Stink Bomb.
    Quando la storia raggiunge il suo climax con una potentissima versione di Tu Tu Piccolo Iddio, tratto anch’esso da Madame Butterfly, io ho sempre i brividi. Allo stesso modo la coda finale con un malinconico sassofono mi commuove sempre. Un gioiello.

    Godetevelo.

    E non guarderete più le rose con gli stessi occhi…

  • Uomini! Il vostro pelo è creativo!

    Infatti diventa la base di un nuovo font.
    Una studentessa ventenne della Tama Art University del Sol Levante ha preso spunto da (o forse spuntato …)  dei peli maschili per realizzare questa raccolta di lettere pilifere. L’effetto è… particolare ad essere buoni ma evidentemente è una buona idee commerciale datosi che la Adidas lo ha usato in una pubblicità (si spera solo locale… e qui delle battute sulla depilazione ci potrebbero star bene…).
    Qui il link… scendete un pochino e ammirate… il primo post con i disegni ha invero una qualità ipnotica…

  • Un Costruttore di Mondi

    Si parla del bellissimo corto di Bruce Branit, World Builder. Bruce Branit, per chi non lo sapesse, è un regista che si occupa anche di effetti speciali digitali e ha lavorato su Star Trek, Lost, King Kong e molto altro ancora. Ha una sua pagina personale su Wikipedia per chi fosse curioso.
    Per il rispetto della situazione con la SIAE metto solo il link. Se vi va di seguirlo si vedrà un gran lavoro digitale e anche una bella storia (che non guasta).
    Il corto è stato realizzato nel 2007 in una sola giornata di riprese a cui sono seguiti più di due anni di post-produzione per le aggiunte digitali che fanno la storia vera e propria. La storia è semplicissima e si può riassumere in una riga: un uomo costruisce un mondo per la donna che ama. L’attore che interpreta il Costruttore è molto bravo e rende bene le emozioni con le espressioni mentre l’attrice che interpreta la Donna mi sembra che usi un po’ troppo delle posizioni “standard” per rendere le azioni. E’ pur sempre vero che hanno recitato davanti a un green screen e senza mai parlare quindi il risultato è più che dignitoso. La musica è di Randy J. Skach e sottolinea tutta l’azione.
    A me ha fatto venire la lacrimuccia… ma il mio esempio non è da ritenersi valido 😀

  • Space:1899

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