Sei un famosissimo locale di Milano, rinomato anche per la notevole selezione di birre di ogni tipo e provenienza. (altro…)
Tag: copyright
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Oooopssss… you did it again… and again…
Non so se sia veramente di Agatha Christie questa frase che le viene comunque attribuita:
Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova.
Sta di fatto che è stata la prima cosa che mi è venuta in mente quando sono venuto a conoscenza di questa “simpatica” vicenda.
All’inizio di Luglio del 2014 una foto (altro…)
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La Stampa in Creative Commons
Da oggi i contenuti del quotidiano online La Stampa sono distribuiti con licenza Creative Commons BY NC ND.
Un’altra prima tra i maggiori quotidiani nazionali dopo che due anni fa l’edizione online aveva assunto lo stesso nome di quella cartacea. (altro…)
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Cos’è il genio /17
Sei un “giornale” online.
Sei talmente esperto che hai pure installato uno dei millamila plugin che ti permette di pubblicare sulla pagina Facebook che hai aperto ogni articolo che pubblichi sul “giornale“. (altro…) -
Peggio dei Dalek
Lo streaming video della premiazione dei premi Hugo gestito da Ustream è stato interrotto da un sistema automatico contro le violazioni del copyright.
Vobile, il sistema di censura automatica utilizzato da Ustream, ha interrotto il discorso di Neil Gaiman perché erano state proiettate delle scene di Dr. Who.
Non è una battuta: la trasmissione della premiazione di un autore di un episodio televisivo è stata censurata perché le immagini utilizzate per presentare il suo lavoro sono state ritenute una violazione del copyright da parte di un sistema automatico.
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La guerra civile per il computer universale
Cory Doctorow ha cortesemente concesso il diritto di pubblicare la traduzione del suo discorso The Coming Civil War over General Purpose Computing.
Quindi ecco la nuova pagina L’imminente guerra civile per il computer universale direttamente accessibile dalla barra di menu sotto al titolo del blog. La prima stesura della traduzione è mia; Paolo Attivissimo ha
rifattorivisto il mio testo per dargli un aspetto professionale e, soprattutto, sensato. Ancora una volta grazie a Paolo per aver dedicato parte del suo pochissimo tempo libero per questa revisione.Il discorso sulla guerra civile è il seguito di quello sul computer universale. Non sono letture leggere né brevi, ma sono pregne di concetti e di spunti di riflessione. Cionondimeno vale la pena prendersi una decina di minuti per affrontarle perché offrono un punto di vista su una serie di possibili scenari futuri che potrebbero portare a situazioni non esattamente simpatiche per quanto riguarda le nostre interazioni con i computer e per tutto quanto è comandato da loro.
Nel discorso della guerra civile c’è un’ampia parte dedicata ai rapporti tra personale IT e utenti, con un breve excurus storico su come il personal computer sia entrato in azienda.
Buona lettura.
Aggiornamento – Se qualcuno pensa che quelle scritte negli articoli sono fantasie di un hippy un po’ naïf, considerate che Apple ha brevettato un sistema per disabilitare alcune funzioni (leggi: telecamera) dei dispositivi in base alla posizione (leggi: dove a qualcuno non piace che vengano scattate foto).
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L’aritmetica delle presunte perdite dovute alla pirateria
In un breve ma interessante video con sottotitoli anche in italiano Rob Reid cerca di dare un senso alle dichiarazioni dei sostenitori dell’importanza del copyright nel mondo dello spettacolo.
I numeri iperbolici sbandierati da Hollywood e dal mondo della musica vengono paragonati con dati oggettivi con risultati che oltrepassano il comico e finiscono nel fantasy più profondo.
Questo video aiuta a farsi un’idea di come le cifre sulle presunte perdite dovute agli ipotetici atti di pirateria siano fuori dal mondo e debbano essere sempre prese con beneficio di inventario e paragonate con le cifre degli incassi del medesimo settore.
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Quando la protezione del copyright diventa trolleggio
Da vent’anni a Southampton c’è un pub che si chiama The Hobbit.
Pochi giorni fa il proprietario di questo locale è stato accusato di violazione dei diritti d’autore dagli avvocati che tutelano i diritti mondiali dei lavori di JRR Tolkien (morto nel 1973, giova ricordarlo).
Il locale utilizza i nomi dei personaggi per identificare le bevande che vengono servite e i fan delle opere di Tolkien trovano divertente ordinare un Gandalf in un locale con un nome che richiama la loro opera letteraria preferita.
L’attore Stephen Fry si è schierato contro la decisione degli avvocati, definendo questa azione “pointless, self-defeating bullying”.
Se volete supportare l’iniziativa o desiderate essere informati sull’evoluzione di questa storia potete andare sulla pagina di Facebook oppure seguire l’account di Twitter.
Aggiornamento 17 Marzo 2012 – Dopo che anche Sir Ian McKellan si è unito alle voci di protesta contro questa azione legale definendola “unnecessary pettiness” e dopo la pessima pubblicità mediatica, il produttore Paul Zaentz ha dichiarato di essere disponibile a risolvere la cosa in modo amichevole. Questa azione ha molto il sapore di un tentativo postumo di controllo danni; sarebbe più opportuno valutare l’entità di queste azioni prima di farle, non dopo, magari ascoltando anche gli esperti di pubbliche relazioni, non solamente i consulenti legali.
Aggiornamento 24 marzo 2012 – Sir Ian McKellan e Stephen Fry hanno deciso di pagare di tasca loro il costo della licenza.
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La storia di un urlo
L’immagine riprodotta qui a fianco è un autoritratto di Noam Galai scattato il 17 febbraio del 2006.
L’immagine è stata riutilizzata varie volte senza il permesso dell’autore ed è diventata un’icona pop, al punto che l’autore mantiene un sito e un blog per tenere traccia dell’uso dell’immagine.
L’autore ha deciso di non adire alle vie legali contro gli utilizzatori e sta sfruttando a sua volta la popolarità del suo scatto.
Come si dice in in inglese, what goes around comes around.
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Cory Doctorow e i general purpose computer
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=HUEvRyemKSg&w=480]
Cory Doctorow ha tenuto questo notevole discorso al Chaos Communication Congress.
Ho appena terminato di tradurlo e sottotitolarlo in italiano qui. La piattaforma permette di collegarsi e migliorare o ampliare la traduzione.
Aggiornamento 8/1/2012 – Paolo spiega con un eloquio migliore del mio la sostanza di questo discorso e le motivazioni per cui dovrebbe essere ascoltato con estrema attenzione non solamente dagli informatici.