Il Giappone non ha un unico standard elettrico nazionale.
Per ragioni storiche metà rete elettrica è a 220100V/60 Hz (in blu nell’immagine a fianco) e metà è a 220100V/50 Hz (in rosso).
Se la maggior parte degli apparecchi elettrici moderni non ha problemi con la differenza di frequenza della corrente alternata, ci sono dei seri problemi di interconnessione tra le due reti, che è possibile solamente tramite impianti di conversione di frequenza. In questo momento ci sono tre impianti simili e reggono, tutti assieme, non più di 1 GW.
Purtroppo gli ultimi eventi catastrofici che hanno interessato il Giappone hanno colpito principalmente la zona a 50 Hz, che include anche Tokyo.
In questa zona 11 centrali nucleari sono andate offline, facendo mancare alla rete a 50 Hz un totale di 9,7 GW.
Dal momento che i gateway tra le due reti reggono al massimo 1 GW, ecco che la zona del Giappone colpita dal sisma e la capitale si trovano con la corrente razionata, senza la possibilità di trarre beneficio dall’intera rete elettrica nazionale. (via IT World)
5 risposte a “Il bello degli standard è che ce ne sono tanti tra cui scegliere”
Anche in Italia ci sono ancora zone con la 220 trifase. E non sono esattamente sperduti villaggi in cima ai monti (tipo il centro di Roma).
Pero’ non cambia nulla a livello di interconnesione grid, ma solamente l’equivalente elettrico dell’ultimo miglio.
Uhm, a quanto so io il Giappone va a 100/110 Volts, non a 220… Oppure ho capito male ciò che intendi?
Si’, e’ vero. Il Giappone va a 100V, non 220V, ma c’e’ comunque la differenza di frequenza. Grazie per la correzione.
[…] se non bastasse il fatto che il bello degli standard è che ce ne sono tanti tra cui scegliere, qualcuno ci mette del suo per inventarne di […]