In una nota del Ministero dell’Interno si annunciano le date utili per il deposito dei simboli delle elezioni.
A parte il linguaggio anticamente burocratico, quello che stupisce è la procedura.
Negli anni sono stati emanati e reiterati regolamenti, leggi, raccomandazioni, editti, grida e quant’altro possibile per ribadire, sottolineare, ricordare e invitare l’uso della posta elettronica al posto della carta.
Ci siamo pure beccati la PEC, che è una mostruosità, ma ha forza di legge.
Era così difficile aprire una casella PEC e richiedere che tutto quanto venisse trasmesso in formato PDF per i documenti e PNG per le immagini e che i documenti fossero firmati elettronicamente? Ricordiamo che la PEC certifica la data di recapito, non il contenuto.
Sembra che il momento in cui sia possibile iniziare a fare la coda per il deposito non sia di dominio pubblico, ma sia noto a pochi. Ovviamente c’è qualcuno che lo sa e si fa trovare sul posto.
Questa è inutile burocrazia (intesa proprio in senso etimologico di potere degli uffici) che non fa altro che generare corruzione e non serve ad un accidente.
Inoltre, una volta ricevuta la documentazione, la si sarebbe potuta pubblicare online affinché fosse visibile e consultabile da tutti, senza bisogno di chiedere autorizzazioni per fare delle riprese video o fotografiche.
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