Sempre sull’alfabetizzazione digitale

[…] ho l’impressione che al tempo di Twitter, tutti abbiano pensato di poter discutere di questa cosa in 75 caratteri. […]

Qalfabetizzazione-informatica-in-italiauesta frase, pronunciata ieri dal sindaco di Livorno Alessandro Cosimi durante la trasmissione “24 Mattina” su Radio 24 mi ha colpito per due motivi, casualmente tanto legati quanto totalmente in contrasto tra loro.

La prima cosa che ho notato è stato, ovviamente, il grossolano errore nel numero di caratteri che sono consentiti da Twitter. Il conduttore della trasmissione, Alessandro Milan, ha infatti aggiunto, con una sottile ritasina “anche 140…“, senza però impuntarsi su questo concetto che l’interlocutore, preso dalla foga del suo discorso, non ha assolutamente colto. E proprio perchè non ha chiesto scusa, non si è corretto, non ha nemmeno cambiato il tono di voce… mi viene da pensare che questa persona conosca molto poco Twitter, se non per “sentito dire” e che abbia usato questo termine solo perchè voleva mostrare modernità nel suo discorso.


Questo è, purtroppo, un grosso problema al giorno d’oggi. Si vuole essere alla moda, si vuole fare i moderni, si vuole essere in linea con i tempi… senza assolutamente capire che sparare termini a caso non significa affatto essere in linea con i tempi anzi. E questo, tristemente, è sempre più spesso pratica comune tra le persone comuni, lasciando volutamente perdere i markettari e ‘online/social strategic consultant’ (i superfuffafantaguru come li chiama l’amico Marco) che usano le più classiche ‘buzzword‘ solo per colpire, ma dimostrando una conoscenza fin troppo superficiale.
Colpisce, negativamente, che il politico oltre ad essere il primo a cercare di essere in linea con i tempi (soprattutto sotto elezioni) sia troppo poco attento ai problemi dell’alfabetizzazione informatica, con proposte che sono spesso e volentieri poco articolate e lasciate in una forma troppo generica, come ho imparato collaborando alla stesura dell’Osservatorio sulle politiche del digitale. E questo, certo, non aiuta.

Ma la frase, il concetto che il sindaco di Livorno ha espresso contiene una grande verità: si tende ad usare i Social Network per discutere e commentare argomenti usando, come loro unico approfondimento, quello che altri scrivono sugli stessi Social Network… ci si informa sempre di meno, perchè si usa la politica del “like”: più like una notizia ha (o più followers ha chi l’ha riportata), più quello che viene detto e/o riportato ha valore, indipendentemente se sia vero o falso, incompleto o preciso… tanto il titolo della notizia e il commento che l’accompagna bastano ed avanzano. Non si approfondisce, non la si legge a fondo, non la si analizza attivando i neuroni… ci si mette un like in più (secondo alcuni “Like è partecipazione!“) e, peggio ancora, la si condivide. E quello che spaventa è che proprio per questo motivo chi fa informazione, ossia i giornalisti, possono tranquillamente scrivere di tutto senza verificare o informarsi sull’argomento, perchè tanto sono in pochi che leggeranno la notizia… si fermeranno al titolo e lo condivideranno sul loro Social preferito. E anche tutto questo, scusate, è alfabetizzazione digitale.

“L’alfabetizzazione digitale è prima di tutto l’acquisizione della consapevolezza delle straordinarie potenzialità che ci offre il social networking. Perché allora sprecarle inutilmente?”

Questa splendida frase, purtroppo, non è mia, ma descrive in modo perfetto il mio pensiero. E’ di una persona che ho avuto il piacere di conoscere qualche tempo fa durante una occasione molto informale. Questa frase è stata scritta proprio ieri in un bel (tanto per cambiare) post sempre legato all’alfabetizzazione digitale, sebbene fosse più diretto alla mancanza di bon ton. Grazie Michele.


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